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Altri
autori trattano il tema nell’ambito
cinematografico il cui panorama evidenzia quattro importanti pellicole prodotte
tutte dalla metà del 1900 in poi che mettono in scena delle interessantissime e
polisemiche rivisitazioni del mito.
ORFEO: (Orphée) Fr. 1950 di JEAN
COCTEAU con JEAN MARAIS, MARIA CASARèS,
FRANCOIS PèRIER, MARIE DèA, JACQUES VARENNES, PIERRE BERTIN, EDOUARD DHERMITTE,
ROGER BLIN, JULIETTE GrèCO. La
Morte, impersonata da una principessa (M.Casarès), s’innamora di Orfeo (J.Marais),
mentre il suo autista Heurtebise (F.Pèrier) s’invaghisce di Euridice (M.Dèa).
Attraverso uno specchio Orfeo compie due volte il viaggio nell’al di là. Nel
secondo viaggio rivede la Principessa: si confessano il loro amore. Ma con
l’aiuto di Heurtebise la Principessa rimanda Orfeo nel tempo e nella vita dove
ritrova Euridice. Un’implacabile punizione aspetta i due trasgressori.
Ispirandosi a un proprio dramma (1926), Cocteau (1889-1963) riscrive il mito
greco, ambientandolo nella Parigi esistenzialista del dopoguerra. Con Le
sang d’un poète (1930) e Il
testamento di Orfeo (1960) forma una trilogia sulla morte e sulla funzione
del poeta come tramite tra il mondo della realtà e quello della fantasia.
Accolto, quando uscì, come un originale esperimento di cinema .poetico, appare
oggi un film terribilmente datato, artificioso, bislacco, recitato con un
teatralismo esecrabile. Ma la Morte di M.Casarès (1912-97) rimane memorabile. BN Dramm. 112’ T. -
ORFEO: (Orfeo) Fr-Svizz-It. 1985 di CLAUDE GORETTA con GINO
QUILICO,
AUDRY MICHAEL, CAROLYN WATKINSON, ERIC TAPPY. Sconvolto
dalla morte di Euridice, Orfeo, guidato da Speranza, scende nel regno dei morti
per riprendersi l’amata. Proserpina intercede presso il consorte Plutone, re
dell’Ade, che acconsente, a condizione che il poeta non si volga mai a
guardare Euridice finchè non sarà di nuovo tra i vivi. Orfeo trasgredisce, ma
grazie ad Apollo, suo padre divino, ascende al cielo dove potrà godere
dell’immagine celeste dell’amata. Nel totale rispetto dello spettacolo da
Goretta messo in scena con l’orchestra dell’Opera di Lione e l’Esemble
Vocal della Chapelle Royale, è la versione filmata della favola in musica
(1607) – un prologo e tre atti – di Claudio Monteverdi. Operazione colta, ma
non innovativa né creativa. Oper. 95’ T.
ORFEO
NEGRO: (Orfeu negro) Fr-Bras-It. 1959
di MARCEL CAMUS con BRUNO
MELLO, MARPESSA DAWN, LOURDES DE OLIVEIRA, ADEMAR DE SILVA. Una
trasposizione del mito di Orfeo ed Euridice nelle favelas di Rio de Janeiro durante il celebre carnevale. Un film
pervaso da una frenetica e triste gioia di vivere con la Dawn che delinea una
Euridice casta, sensuale e incantevole. Tratto dal dramma Orpheu da conceicao (1956) di Vinicius De Moraes, sceneggiato da
Jacques Viot, è un cocktail di folclore, esotismo e mito (e un po’ di
turismo) che deve molto del suo facile fascino alle musiche di Antonio Carlos
Jobim e Louis Bonfa. Palma d’oro al Festival di Cannes e un Oscar come miglior
film straniero. Dopo questo terno al lotto Camus rientrò nell’andazzo di un
modesto artigianato. Dramm. 105’ T.
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IL TESTAMENTO DI ORFEO:
(Le testament d’Orphèe) Fr. 1959 Di
JEAN COCTEAU con JEAN COCTEAU,
MARIA CASARèS, FRANCOIS PèRIER, JEAN MARAIS, NICOLE COURCEL, LUCIA BOSè. Impossibile
da raccontare questo film-testamento in cui l’autore si circonda di amici
(Ricasso, Dominguìn, Sagan, Bardot, Brynner, Lifar, ecc.) e che è formato da
una serie di gag liriche e plastiche, e da metafore ossessive. E’ l’ultimo
dei 6 film di J.Cocteau (1889-1963), compendio di tutta la sua discutibile e
affascinante ottica estetica e morale, cocktail di poeticismi dietro i quali si
sentono l’angoscia, la nevrosi, l’esorcismo della morte. Cocteau riuscì a
realizzarlo anche grazie all’apporto finanziario di Francois Truffaut e lo
dedicò alla Nouvelle Vague. BN Fant. 83’ (77’) T. |