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GIOCARE
E METTERSI
IN GIOCO
Un esperimento di
ludodidattica nei Licei E’ possibile coniugare l’impegno
con una dimensione non necessariamente sofferta dello studio? E’ ipotizzabile
motivare allo studio di materie i cui contenuti, a prima vista, non risultano
immediatamente “spendibili”? E’ ammissibile accostare discipline
“sacre” a strumenti
“profani” , quali ad esempio quelli offerti dalla multimedialità ? Tutto questo non solo è possibile, ma
risulta addirittura auspicabile. Partendo
da tali premesse viene spontaneo chiedersi come veicolare l’insegnamento
liceale della letteratura. Insegnare
letteratura, secondo Flocchini, significa educare alla storia individuando le
radici della nostra cultura e contribuire a far rilevare quel sottile legame
che, in termini di continuità e alterità, lega il presente al passato. Fare
educazione letteraria significa, poi, far cogliere agli allievi le peculiarità
delle singole tipologie testuali, facendo emergere la specificità di ognuno di
essi e, contemporaneamente, i caratteri che concorrevano a delineare il canone
letterario del tempo. Condividere
siffatte convinzioni significa far percepire agli allievi che un testo, dopo la
sua pubblicazione, vive di vita propria, parla presso pubblici non previsti
dall’autore e trasmette spesso messaggi che non rientravano affatto fra le
intenzioni del suo autore. Non
è cosa facile raggiungere le suddette finalità, soprattutto se si tiene in
conto che il destinatario del messaggio è un adolescente, non sempre supportato
da adeguate competenze linguistiche e da opportuni strumenti critici. Tuttavia
è possibile accorciare le distanze tra passato e presente, non limitandosi alla
trattazione degli aspetti più propriamente letterari, ma, come nel caso delle
discipline classiche, facendo un adeguato ricorso alle discipline antichistiche
che oggi spesso trovano un valido supporto nella multimedialità e nella
produzione di siti Internet, cd-rom, ipertesti. Un altro aspetto della questione è la considerazione che non vi può essere apprendimento se non vi è motivazione. In
tale prospettiva, compito del docente è quello di supportare gli alunni
valorizzando, ove possibile, la dimensione del lavoro di gruppo che si qualifica
come quel tipo di attività scolastica mediante la quale, avvalendosi
dell’azione di una pluralità di individui in rapporto reciproco e con la
coscienza di avere in comune qualcosa di importante da raggiungere, si mira ad
ottenere il duplice obiettivo della socializzazione e dell’apprendimento. L’organizzazione
del lavoro scolastico secondo la tecnica dei gruppi dà alla scuola la
connotazione di un laboratorio culturale, in cui ha largo posto la
collaborazione e la divisione dei compiti. Ciò comporta maggiori probabilità
per gli allievi di raggiungere livelli di sicurezza, di maturazione affettiva e
di capacità cognitive superiori, non foss’altro per il clima più sereno,
distensivo e gratificante che si instaura tra gli allievi e tra questi ultimi e
l’insegnante. Sembra
scontato, a questo punto affermare che, perché il lavoro di gruppo funzioni, è
fondamentale l’azione di guida del docente, tanto più valida ed efficace
quanto più metodologicamente corretta e flessibile. Il
docente ha il dovere di enunciare le finalità prefissate e condividere gli
obiettivi con il gruppo classe supportandolo nella realizzazione delle varie
fasi. Incentivare
il piacere della lettura; favorire uno studio sempre più autonomo e
consapevole; potenziare la creatività, la curiosità e la motivazione
attraverso una dimensione ludica; promuovere il lavoro di gruppo come momento
insostituibile di crescita umana e culturale; condividere le motivazioni, gli
obiettivi e l’impegno in una dimensione laboratoriale della lezione: queste le
principali motivazioni del presente lavoro. La
realizzazione dell’ipertesto Il mito di
Orfeo e Euridice costituisce il segmento laboratoriale seguito alla fase
teorica articolata in quattro
incontri tenuti, nel corrente anno scolastico, dalla prof.ssa Clementina Gily
Reda dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e rivolti a
tutte le scuole di ogni ordine e grado di Napoli e Provincia presso il Liceo
“Umberto I” individuato dalla Provincia come scuola capofila del progetto di Ludodidattica applicata. In
base a tali premesse si è pensato, in accordo con gli alunni, di avviare il
progetto, con la rilettura del mito di Orfeo ed Euridice a partire dalle fonti
classiche per poi allargare progressivamente gli orizzonti dell’indagine. Contemporaneamente
si è proceduto a una ripartizione della classe in gruppi di lavoro per sezioni:
autori classici, moderni, contemporanei; arte; danza e musica; teatro, cinema,
fumetti e cartoni. Il
criterio base, condiviso da tutti, nella creazione dei raggruppamenti è stato
quello dell’ interesse personale, poiché
la motivazione è tanto più forte quando è indotta da un’autentica
curiosità. Inizialmente
si è partiti dalla fase della ricerca e raccolta dei dati attingendo alle fonti
più disparate, ma innanzitutto privilegiando l’approccio multimediale. Successivamente
si è passati ad una prima stesura dei materiali collazionati. E’
doveroso, a tal proposito, sottolineare l’apprezzabile sforzo di sintesi
compiuto dagli alunni nel focalizzare i punti nevralgici del discorso rispetto
alla immensa mole di materiale reperito e coniugare le informazioni raccolte con
le peculiarità della comunicazione ipertestuale. Infine
si è giunti alla fase della stesura vera e propria con la conseguente creazione
di una presentazione del progetto in Power Point e con la realizzazione di un
ipertesto su cd-rom. E’
quasi scontato dichiarare che, in tale fase, le competenze informatiche di
alcuni allievi si sono rivelate ben superiori a quelle del docente e, a tal
proposito, risulta doveroso ringraziare le alunne Caterina Grimaldi e Stefania
Zinno per le energie profuse in qualità di “tecnici di laboratorio”. E’
stata cura del docente fissare, di volta in volta, tappe che fossero facilmente
raggiungibili e valorizzare gli aspetti più significativi che emergevano dai
lavori dei singoli gruppi. Un
sentito grazie alla prof.ssa Clementina Gily Reda per il supporto metodologico
fornito, ai proff. Silveria Cocco e Massimo Lo Iacono per i suggerimenti offerti
e al Dirigente Scolastico del Liceo “Umberto I”, prof. Alberto De Vico, per
la costante azione di incoraggiamento.
Il docente referente
prof. Francesco Celentano
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