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Nessun
altro soggetto č stato presente in modo cosė duraturo nella storia
dell'opera come la favola di Orfeo ed Euridice. Ciō č al tempo stesso
comprensibile e sorprendente. Quale argomento infatti poteva essere pių
appropriato al teatro musicale del mito del divino cantore, alla cui
musica le bestie feroci diventavano mansuete e pacifiche e perfino gli
spiriti dell'Averno provavano una commozione da lungo tempo dimenticata? E
fin qui va bene; ma a cosa si poteva dar inizio con una storia, che si
conclude in modo cosė disperato e triste? Ogni volta che Orfeo arrivava
sul palcoscenico con la sua lira, procurava un rompicapo ai librettisti,
ma gran diletto ai compositori: sarebbe infatti difficile trovare un
compito pių grato del rappresentare il potere della Musica mediante ė
suoi stessi mezzi. |