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I PERSONAGGI Orfeo
Greco
orjeuV
latino orpheus, etimologia discussa, forse da una radice comune al greco orjanoV E
latino orbus, con un significato di solitudine privazione. Personaggio della
mitologia greca figlio di Eagro (oiagroV,
il solitario agreste) e di una delle muse (Poliminia o Calliope),
o nella mitologia greca, poeta, musico e cantore tracio, figlio della musa Clio
e di Apollo Ricevette
in dono da Apollo la lira e ne divenne suonatore insuperabile tra i mortali:
quando suonava e cantava, piegava gli alberi e muoveva le rocce, domava le
bestie feroci e faceva deviare il corso dei fiumi, inducendo tutti a seguirlo.
Partecipò alla spedizione degli argonauti e salvò gli eroi distraendoli dal
richiamo delle sirene e placando le tempeste marine col suo canto. I due miti salienti legati alla sua figura sono quello della katabasiV (discesa agli inferi) che egli compie per
riportare in vita la sposa morta, Euridice e quello della morte avvenuta per
sbranamento da parte delle Menadi. Originaria sembra la localizzazione della
figura nella Tracia, centro di diffusione di movimenti a carattere religioso di
tipo orgiastico-mistico confluiti nel culto disioniaco e, appunto, nel
cosiddetto “orfismo”. Infatti l’importanza della figura mitica di Orfeo
non si fonda sui racconti variamenti modellati nella tradizione poetica, quanto
sul fatto che egli era prototipo mitico di coloro che aderivano al movimento
religioso che oggi chiamamo orfismo; egli ne sarebbe stato il fondatore, e
autore di vari scritti “teologici” che nadavano sotto il suo nome. Sullo
sfondo di quel poco che si conosce intorno a questo movimento acquistano
particolare significato anche i miti menzionati: la preoccupazione orfica per
l’immortalità spiegata almeno in parte, la katabasiV
di Orfeo, mentre lo sbranamento del fondatore trova particolare riscontro nella
visione orfica della morte di Dioniso Zagreo fanciullo divino sbranato dai
Titani (ma in origine, più
probabilmente, dalle Menadi). Solo una più approfondita conoscenza dell’orfismo,
delle sue origini, della sua consistenza come movimento e del suo vero
indirizzo, permetterebbe di valutare gli elementi del mito distinguendo quelli
più antichi da quelli più recenti, quelli di origine sacra da quelli poetici.
Così per esempio i rapporti di Orfeo con Apollo che figura anche come suo padre
e che come dio della lira gli è vicino, appaiono (per esempio nella versione
eschilea del mito) in contrsto con il culto di Dioniso cui Orfeo si sarebbe
opposto; mentre d’altraparte sia il mito di Orfeo sia l’orfismo presentano
elementi indubbiamente dionisiaci. Non bisogna però dimenticare che Apollo e
Dioniso nella realtà religiosa greca non erano in contrasto e a Delfi erano
venerati insieme; secondo una leggenda antica la testa di Orfeo ucciso, insieme
con la lira, avrebbe raggiunto, trasportata dalle onde del mare, l’isola di
Lesbo, dove la testa dava oracoli nel tempio di Dioniso, mentre la lira era
conservata nel tempio di Apollo. Il forte
simbolismo cui sono soggette le caratteristiche e le vicende del mito di Orfeo
ne hanno fatto nel corso dei secoli uno dei materiali mitologici più attivi e
vivaci: nel Rinascimento esercitò la sua influenza soprattutto in rapporto alla
lotta contro la morte e alle misteriose vicende del vello d'oro; in epoca
romantica, invece, prevalsero sulla figura individuale di Orfeo la storia del
suo amore per Euridice e il valore di forza morale attribuito alla poesia. Nella
mitologia greca, poeta, musico e cantore tracio, figlio della musa Clio e di
Apollo, oppure della musa Calliope e del re di Tracia Eagro. Ricevette in dono
da Apollo la lira e ne divenne suonatore insuperabile tra i mortali: quando
suonava e cantava, piegava gli alberi e muoveva le rocce, domava le bestie
feroci e faceva deviare il corso dei fiumi, inducendo tutti a seguirlo. Partecipò
alla spedizione degli argonauti e salvò gli eroi distraendoli dal richiamo
delle sirene e placando le tempeste marine col suo canto. Sposò Euridice,
bellissima ninfa, che tuttavia morì subito dopo le nozze, morsa da un serpente
mentre cercava di sfuggire alle insidie di Aristeo; sopraffatto dal dolore,
Orfeo scese negli Inferi per tentare di riportarla con sé. Incantando sia
Caronte e Cerbero, sia Persefone e Ade, ottenne di trarre con sé Euridice, a
patto che egli non si voltasse prima di aver lasciato gli Inferi. Ma Orfeo non
resistette e, appena intravide la luce, si voltò: Euridice scomparve. Da allora,
sopraffatto dalla disperazione, Orfeo si ritirò sui monti della Tracia; ma in
tal modo osteggiò o trascurò il culto di Dioniso, le cui seguaci, le menadi
invasate, lo sopraffecero e dilaniarono in un accesso di furore orgiastico; la
sua testa mozzata, gettata nel fiume Ebro, continuò a chiamare Euridice finché
approdò sulla spiaggia dell'isola di Lesbo, dove la seppellirono le muse. Dopo
la morte di Orfeo, il suo strumento divenne la costellazione della Lira. Nell'antichità, a
Orfeo fu attribuita la fondazione di una religione derivata dai culti di Dioniso
e detta orfismo. Il forte simbolismo
cui sono soggette le caratteristiche e le vicende del mito di Orfeo ne hanno
fatto nel corso dei secoli uno dei materiali mitologici più attivi e vivaci:
nel Rinascimento esercitò la sua influenza soprattutto in rapporto alla lotta
contro la morte e alle misteriose vicende del vello d'oro; in epoca romantica,
invece, prevalsero sulla figura individuale di Orfeo la storia del suo amore per
Euridice e il valore di forza morale attribuito alla poesia. Argonauti Diòniso
o Dionìso Euridice
Nella mitologia greca, bellissima ninfa,
figlia di Nereo e di Doride, sposa di
Orfeo, poeta e musico. Poco tempo dopo il loro matrimonio, Euridice venne morsa
a un piede da un serpente e morì. Inconsolabile, Orfeo scese agli Inferi per
cercarla. Accompagnando il suo canto con la lira, implorò Ade, dio dei morti,
di liberare Euridice. La sua musica commosse Ade a tal punto che Orfeo ottenne
il permesso di riportare con sé la sposa, a condizione che non si voltasse a
guardarla prima di aver raggiunto la superficie terrestre. Ma Orfeo, sopraffatto
dall'amore e dall'ansia, si voltò per vedere se Euridice lo seguiva. Subito
ella svanì per sempre nelle regioni dei morti |