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Parte Terza

Il batuque entra; i bambini battono sulle casse, mentre l’altro gruppo comincia a muoversi, accompagnando la barella che trasporta Clio. Allo stesso tempo comincia con una voce bassa, che pian piano va crescendo, una “salve regina” recitata dalle donne. Poco a poco, mentre prosegue la preghiera, le persone che restano cominciano ad inginocchiarsi, e l’orazione prosegue frammista al batuque ed alle imprecazioni ormai lontane di Clio. I bambini cantano

 

I BAMBINI

Io e il mo amore

E il mio amore...

Che se n’andò via

Lasciandomi tanto dolore

Tanta tristezza

Nel mio povero cuore

Che giurò

Mai più lasciarmi

Se n’adnrò via

Per mai più tornar

La-ra-ra-ra-la

La-ra-ri-la-ra-ra-ra

La-ra-ri-la-ra-ra-ra

 

Ripetono il samba ogni volta con maggior piacere, al ritmo di batuque. La cantilena prosegue, mentre alcune donne e alcuni uomini che erano rimasti escono con l’aria triste. Da lontano giungono grida di donne ubriache, risate che si perdono lontano, echi malinconici di un’orgia che si svolge in qualche luogo sulla collina. La notte cade rapidamente. All’accendersi delle luci della città lontata, la scena si rabbuia e appare subito dopo la scena della “Tendinha”

 

 


SCENA DELLA “TENDINHA”


Un piccolo bosco sull’altro della collina con alberi sparsi, solitari. Notte di piena luna. Una baracca con un’insergna: “Tendinha”. Rumore di conversazioni e risate di uomini e donne all’interno, con pezzi occasionali di samba precedenti cantati con toni acuti. Alcune donne ubriache escono sulla spianata antistante; tra loro è Mira.

 

MIRA

Basta con questo samba, basta con quest’affare

Se no io farò uno sproposito

 

Il samba nell’interno della “Tendinha” continua. Mira mette le mani sulle orecchie e tutt’a un tratto piomba nell’interno e fa fermare il samba, tra l’agitazione generale.

 

UNA DONNA

Ubriaca

Che spasso!Ma dimmi a cosa pensi, Mira?

Controllati, Mira...

 

Ai presenti

Andiamo, su, con questo samba,

Su, ragazzi! Ci sono quelli cui non piace

Ma ci sono anche quelli cui piace... Allora, com’è?

Chi comanda qui? Sono gli uomini o è Mira?

 

MIRA

Vattene e tu sai bene dove...

Non alzare la cresta che io ti sbrano,

Non vali nemmeno per cominciare

 

LA DONNA

Sdegnosa

E’ facile... Va’ a dar fastidio a un altro, Mira...

Se tu fossi una donna come me, Orfeo non t’avrebbe piantata come t’ha piantata,

Peggio di uno straccio da cucina.

 

Ride isterica

Me, no! Orfeo è rimasto con me una settimana:

Con me: io sono bella, io!

 

MIRA

Con le mani sui fianchi

Tu ... Sì, proprio una meraviglia...

Bella come una buccia di banana,

bella come il fondo della padella,

bella come la pianta del mio piede...

Così sei tu: una vera meraviglia!

 

LA DONNA
Minacciosa

Sta’ attenta, Mira...

 

MIRA

Facendo due passi verso di lei

Sta’ attenta tu, donna!

 

Piomba su di lei e le due si azzuffano. Subito accorrono gli uomini e le donne della “Tendinha” che le separano

 

LA DONNA

Svincolandosi

Fatela venire avanti, quella tizia... Vieni, Mira! Puoi venire!

 

MIRA

Liberandosi da quelli che la tengono

Mi fai solo ridere.

 

I presenti portano via la donna e alcune compagne di Mira si fanno attorno. Dopo poco l’ambiente dentro la “Tendinha” sembra essersi acquetato, quando si ode un nuovo samba seguito da canti e risate generali.

 

TUTTI

In coro

Non posso dimenticare

lo sguardo tuo

lontano dagli occhi miei

ahi, la vita mia

è nell’attesa

per dirti addio.

Donna amata!

Destino mio!

E’ l’alba, già se n’è andata la rugiada dagli occhi...

 

UNA DONNA

Lascia andare Mira...

 

MIRA

Bene. Non ho niente... Voglio solo menar le mani

 

UN’ALTRA DONNA

Bene, dai! Mira...

 

UN UOMO

Com’è che non vieni, Mira? Ti reclamano...

Fa’ la brava e vieni a far la pace...

Andiamo a bere e cantar sambe, Mira,

La morte è certa...

 

MIRA

E’ vero. La morte è certa.

E’ l’unica cosa certa in questo mondo.

 

Si volta, e subitamente corre verso la “Tendinha” seguita da altri. In breve i rumori, le conversazioni, le esclamazioni indicano che le due donne hanno fatto la pace e la baldoria è ricominciata. Poco dopo qualcuno comincia a suonare un piccolo choro dolce al “cavaquinho”. Subito dopo entra in scena Orfeo. Giunge, guardingo, tra gli alberi, guardando verso l’alto con aria sperduta. Porta con sè una chitarra.

 

ORFEO

Con la voce bassa, come per chiedere il silenzio

E’ ancora troppo presto, amica. La luna

sta ancora allattando le piccole stelle...

prendi tempo. Quando sarà l’ora,

scendi dal cielo, amore, tutta bianca

come la luna. Il mondo è tutto latte,

Latte di luna, e la luna sei tu, Euridice...

Giungi lieve nello spazio, scendi

Su un filo di luce della luna piena:

Vieni, illusione serena, dolcezza infinita,

Vieni con le tue braccia ad abbracciare il mondo,

Il mondo che sono io, che non sono nulla

Senza Euridice... Vieni. Scendi dolcemente,

Sorgi, esci fuori, innalzati, esplodi

Come un fiore della notte, mia amata...

Qui nessuno ci vede. Questi che guardano,

Non vedono, nè sanno vedere. Sono tutti ciechi.

Solo io non sono cieco, io che ti respiro

In ogni aroma e ti sento in ogni brezza,

Solo io non sono cieco, io che ti scopro

In ogni cosa e ti odo in ogni rumore,

Solo io non sono cieco, io che ti ricevo

Dal più profondo della notte, o mia amica,

Amica mia senza fine! Questo silenzio

Nei tuoi passi notturni, sfogliando

Le stelle! Che miracolo di poesia

Nella tua assenza, solo mia! Quanta musica

In questo tuo lungo risveglio nelle tenebre!

Ah, lascia che goda tutta la bellezza

Del momento che precede la tua venuta...

Il segreto di tutto sta nell’istante

Che precede la tua venuta. Ascolta,

Amata... Dove sei, che non ti vedo

Ancora? E sento già nella notte alta

Il gusto dei tuoi seni? Ove posi,

Angelo fedele, con le tue ali bianche

Che fremono sulle cime degli alberi? Ora, ti vedo

Sì... Ecco... Ma perchè tanto triste

La mia Euridice? Chi intristì la mia Euridice?

No, non rimanere così,... Perchè non parli?

Amore mio, rospondimi! La mia Euridice

Bagnata nel sangue?! No!

 

In questo momento giunge un uomo alla porta della “Tendinha” e subito dopo appare Mira. E’ ubriaca fradicia e cammina scomposta. Un gruppo di donne nello stesso stato l’accompagna, assieme ad alcuni uomini; ma questi, alla vista di Orfeo, si tirano indietro con rispetto

 

MIRA

Ad alta voce mostrando Orfeo

E’ questo il bel tipo di cui stavate parlando?

 

UN UOMO

Prendendo Mira per il braccio

Lascialo, Mira

 

Mira si svincola con uno scossone. Vedendo ciò, l’uomo dà una scrollata di spalle, fa un segno agli altri e se ne vanno tutti piano piano

 

UN SECONDO UOMO

Bene, gente, andiamocene, E’ ora di farci un bel pisolino,

Andiamocene, amici...

 

UN TERZO UOMO

Andiamo via, Mira

Lascia in pace quest’uomo!

 

Vanno via

 

MIRA

Lascia in pace l’uomo... va bene,

è ridotto così per me... pazzo, pazzo...

 

UNA DONNA

In tono di scherno

Ah sì? Passa domani...

 

UNA SECONDA DONNA

In tono di maggior scherno

E’ vero, Mira?

 

MIRA

Furiosa

Ah, nessuno mi crede... Negracce!

Vedrete un po’...

 

Si avvicina ad Orfeo e lo scuote brutalmente. Il musico, che sin dapprincipio aveva mostrato di non accorgersi delle donne, esce dallo stato di trance e guarda Mira.

La donna lo scuote, poi con un gesto furioso lo afferra per il capo e lo bacia sulla bocca.

Mentre lo bacia, Orfeo, risvegliatosi, la scaraventa lontano. Mira rotola sulle altre donne, alcune di esse cadono.

 

ORFEO

Allucinato

Fuori, cagne! Fuori, se no io...

 

Alza il pugno chiuso minacciosamente, ma a metà del gesto sembra nuovamente perdersi. Guarda verso l’alto attonito e poi chiama a bassa voce

 

ORFEO

Visione... Visione...

 

Le donne, come invasate, aizzate da Mira, si gettano su di lui con coltelli e pugnali. Come un Laocoonte, Ofreo lotta per svincolarsi dalla piovra umana che lo sta massacrando, poi, riuscendo a liberarsi per un momento, fugge coperto di sangue, con le donne legate a lui

 


SCENA FINALE

 

Il locale della baracca di Orfeo. Tutto vuoto. Luce intensa di luna.

 

ORFEO

Giunge di corsa coperto di sangue

Euridice! Euridice! Euridice!

 

Cade. La Dama Negra sorge dall’ombra

 

LA DAMA NEGRA

Parlando con la voce di Euridice

Sono qui, mio Orfeo. Ancora un secondo,

E sarai eternamente mio

 

ORFEO

Prostrato

Portami via, amore mio...

 

Le donne entrano correndo, lacere e coperte di sangue, come furie.

Al vedere Orfeo caduto, si precipitano su di lui e lo colpiscono pazzamente, selvaggiamente.

Dopo questa carneficina, Mira si alza in mezzo alle altre donne.

Porta nella mano la chitarra di Orfeo; in un impeto d’ira la scaglia lontano sopra la muraglia.

Si ode battere lo strumento che manda un suono mostruoso.

Ma subito dopo, una musica tremula inizia misteriosamente, incerta.

Impaurite, le donne fuggono.

La Dama Negra si avvicina al corpo e lo avvolge con il suo lungo manto, mentre la musica di Orfeo si impone limpida e pura. La figura della Dama Negra che copre il cadavere di Orfeo con il suo manto, svanisce a poco a poco. Entra il coro.

 

CORO

S’unirono la Donna, la Morte e la Luna

Per uccidere Orfeo con tanta sorte

Che uccisero Orfeo, l’anima della strada,

Orfeo, il generoso, Orfeo, il forte.

Ma le tre una cosa non sanno:

Per uccidere Orfeo, non basta la Morte.

Tutto ciò che nasce e che visse deve morire,

Solo non muore nel mondo la voce di Orfeo.