|
Parte seconda ORFEO Sorridendo Mia
amata, Torna
subito, Dio ti accompagni, Qui Rimangono
i miei resti; attendono colei Che
dà la vita! Euridice
gli dà un bacio ed esce. Donna
più che adorata! Ora
che non sei qui, lascia che rompa Il
mio petto in singhiozzi. Penetrasti Nella
mia vita; e ad ogni ora che passa Voglio
ancora amarti, l’ora spande Il
balsamo del tuo amore, in me, amata… E
sai una cosa? Ogni qual volta Viene
il dolore, questo desiderio Di
stare vicino, se lontano, e più vicino Se
vicino, - non so! – questa pena Di
vivere fioco con il petto ricolmo Di
miele che scorre; questa incapacità Di
non sentirmi più io, Orfeo, tutto questo Può
certo confondere lo spirito Di
un uomo: ma ormai più nulla conta: Quando
giungi con la tua storia antica, Con
la tua gioia, la tua armonia, Il
tuo corpo e mi dici cose Che
mi danno forza, coraggio E
un orgoglio di re. Mia Euridice, Mia
poesia, mio silenzio, mia musica! Non
te ne andare mai! Senza te non sono nulla Sono
una cosa senza ragione, abbandonata, Una
pietra che rotola. Orfeo senza Euridice… Non
si potrebbe concepire! L’esistenza Senza
di te è come un orologio Con
la sola lancetta dei minuti. Tu Sei
l’ora, sei colei che dà senso E
direzione al tempo, amica mia Più
che amata! Madre, padre, niente! Il
bella della vita sei tu, amata Mille
volte amata! Ah! Creatura! Chi Potrebbe
pensare che Orfeo: Orfeo La
cui chitarra è la vita della città, Il
cui discorso, come il vento il fiore, Sfiora
le donne: che lui, Orfeo, Restasse
così preso dai tuoi incanti Mulatta,
pelle scura, dente bianco, Va’
pure, che io ti seguirò Con
il pensiero ti sarò vicino, Quando
tornerai, con la luna piena, Alle
braccia senza fine del tuo amico! Vivi
la tua vita, uccellino felice, Vivi
la tua vita, io sarò sempre con te!
Alle
ultime battute, la chitarra di Orfeo già comincia ad accennare una nuova
melodia, che il musico riprende. Il
samba a poco a poco prende forma, mentre le parole sgorgano naturalmente
seguendo il ritmo dei suoi tentativi. Orfeo canta. Vivi
la tua vita, Il
tuo cammino è di pace e amore, La
tua vita È
una bella canzone d’amore, apri
le braccia e canta l’ultima speranza, La
speranza divina Di
amare in pace… Se
tutti fossimo eguali a te, Che
meraviglia la vita! Una
canzone nell’aria Una
donna che canta Una
città che canta Che
sorride, che canta, cha ama Le
bellezze dell’amore… Come
il sole, come il fiore, come la luce. Amare
senza mentire né soffrire Se
tutti nel mondo fossimo eguali a te! Esisterebbe
la verità, Verità
che nessuno vede. Alle
ultime battute entra Mira. MIRA Va
be’, basta… Un nuovo samba, Orfeo? ORFEO Guardandola
distrattamente. Sì,
Un nuovo samba. Come va? Addio. MIRA Ah,
grazie per l’accoglienza… Chitarra
prima non facevi nulla di simile. ORFEO Già.
Ti saluto. Va’ un po’ a vedere se sono sull’angolo, Se
non ci fossi vieni subito a dirmelo. Se
poi non mi trovi, be’ sarò in qualche posto.
1 1
Tutto il discorso è una colorita espressione brasiliana che sta a significare:
vattene via, gira al largo. MIRA Cambiando
tono. Ma
come, cuore mio? Mi disprezzi? Una
volta eri bem diverso… Ricordo
un tuo samba dedicato “a Mira”, ricordi? ORFEO Da
questa parte non sento nulla, ho sentito troppi discorsi a vanvera, gira al
largo! MIRA Calma,
calma, bello mio; se fosse un’altra persona a parlare la staresti a sentire,
vero? ORFEO Sparisci!
Fila via, gira al largo, vola! MIRA Tu
con tutte le arie che ti dai, ancora un anno fa mi venivi dietro. Hai già
dimenticato? ORFEO Ho
dimenticato. Ah, questa, poi… Cos’ho
da ricordare che non ricordi. Sì,
ho dimenticato. MIRA Forse
hai bisogno di qualcuno che ti rinfreschi la memoria, qualche sporcacciona,
qualche svergognata, qualche vagabonda, qualche spudorata, qualche mulatta dei
bassifondi che vuol darsi arie da bianca. ORFEO Voltandosi
furioso. Piantala,
sgualdrina: altrimenti con una legnata ti spacco quella bocca schifosa! MIRA Affrontandolo. Bene!
Spaccala, se sei un uomo! ORFEO Avvicinandosi
a lei. Vattene
via, donna, mentre è ancora tempo; non farmi impazzire! Fa’ come ti dico! MIRA Ridendo
sarcasticamente. Ma
che ti credi… Con me non attacca… O
forse vuoi invitarmi a fare da madrina? ORFEO Come
a se stesso. Attento,
Orfeo… Calma…
Molta calma, uomo, calma… MIRA Guardandolo
con disprezzo. Be’!
Vado a cercare il calmante. Va bene? E dire che questo era Orfeo! Ma cosa ti
hanno mai fatto? Ti hanno forse stregato? ORFEO Vattene
via… Sparisci, Mira! Sto cercando la pace, solo la pace. Lasciami per
l’amore di tua madre, fila via!
MIRA Sputando. Sporcaccione!
Tu sei uno sporcaccione, sei un ingrato! Disprezzare questa negra che ti diede
tutto quello che aveva, tutto! ORFEO Calma,
Orfeo, sta’ calmo… MIRA Venduto!
Sporcaccione! Figlio di una cagna! Vattene via, va’ì dietro alla tua
Euridice! A
queste parole Orfeo avanza verso di lei e l’aggredisce a schiaffi. La donna
reagisce e i due lottano violentemente per un istante. Mira approfittando di un
momento di sosta, intimorita, indietreggia. CLIO Dal
di dentro, con voce impaurita. Orfeo?
Orfeo? Orfeo
si riprende e per un momento si ferma nella stessa posizione, ansante, mentre la
donna, impaurita, fugge lentamente di spalle, sino a scomparire in fondo a una
strada. ORFEO Con
voce alterata. Puoi
dormire tranquilla, madre. Sono io. CLIO Nel
dormiveglia. Non
stare così al freddo, figlio mio, vieni a dormire. ORFEO Vengo
mamma. Afferra
la chitarra e si mette a suonare con furia. Poi si rasserena e gli accordi si
vanno facendo sempre più giocosi. Infine il ritmo del samba riaffiora. Scoppia
in una sonora risata. Donna…
Ah, donna! Lo
strumento sembra ripetere la frase. Orfeo fischietta, poi il samba comincia a
prendere forma. Donna,
ahi, ahi, donna Sei
sempre donna, Mi
abbracci, mi baci, mi insulti, Mi
getti il malocchio E
poi resisti Ed
è per vedermi in rovina! Sii
leale, donna, Ti
dai molte arie,
Ma
invano, non son fatto per questo. Donna,
mio martirio, Il
nostro amore È
andato com’è andato, Non
insistere, lascia andare, Rassegnati, Piangi
un pochino E
poi dimentica Ride
sonoramente, con gusto. Mentre la sua risata si prolunga, giungono di nuovo,
informi, i rumori della natura, misteriosi come parole. La scena si oscura come
prima. Orfeo guardandosi attorno, esce lentamente dalla scena, ripetendo il suo
samba alla chitarra. Passati alcuni secondi, entra Aristeo con l’aria triste. ARISTEO Mi
chiamo Aristeo, pastore di api, Ma
non v’è in questo mondo miele abbastanza Per
rendere dolce la mia nera tristezza… Aristeo,
Aristeo, sei forse nato Per
morire così, ogni secondo, di
questo tuo negro amore senza speranza? Ah,
Euridice, fanciulla, perché il destino Crudele
ti mise, fatale, sul mio cammino Con
il tuo corpo, i tuoi occhi, il tuo sorriso E
la tua indifferenza? Ah, nera invidia Di
Orfeo! Ah, musica di Orfeo! Ah cuore Mio,
nero favo che crepita di api Per
distillare il nero miele del delitto! Orfeo!
Fratello mio, perché? Perché il tuo volto Ha
forma di pugnale sul mio cammino? Perché
ti fece tanto bello la natura Così
che Euridice non amasse Aristeo? Per
che ragione ti dici amico mio, Orfeo,
se hai avuto l’animo crudele D’esser
come sei, ed essendo Orfeo Essere
più amato? Ah, infelice Aristeo,
povero venditore di miele, Del
miele di Orfeo! Dal tuo alveare, Orfeo, Un
giorno, tra le api, di repente Un
serpente nella casa si aprì un nido: il
serpente che pungerà Euridice nel seno: Negro
seno che non darà mai latte… Alla fine del monologo entra Mira che, nascosta, si
indugia ad osservare Aristeo. MIRA Non
è vero, Aristeo; nel negro seno Di
Euridice, fra nove mesi Scorrerà
bianco latte Per
il figlio di Orfeo. Lo so, Aristeo, lo
so perché ho udito. ARISTEO Voltandosi. Chi
è?
MIRA Mostrandosi. Io,
Mira! ARISTEO Voltandosi,
fuori di sè. Menzogna!
È una menzogna! L’afferra. Parla,
donna! MIRA Se
tu mi soffochi come potrò parlare? ARISTEO Allora,
taci! MIRA Questo,
no! Ti racconterò tutto quanto udii Orfeo dire a Euridice e Euridice dire a
Orfeo… non far lo stupido, Aristeo! Gli sussurra qualcosa all’orecchio, poi guarda in
giro. Si allontana rapidamente. Pochi secondi più tardi, appare Orfeo che
accompagna sulla chitarra un “chòro” 1 che viene seguito
da lontano, sulla collina. La luna illumina la scena. Ma ad un tratto tutto si
oscura, come prima, Orfeo resta perplesso; e smette di suonare, poi dal fondo
oscuro sorge una voce triste, enorme, cone lunga eco. 1
Chòro: composizione musicale tipica del Brasile, eseguita da un
piccolo complesso strumentale composto da flauto, chitarra, cavaquinho
(strumento a quattro corde). Pandeiro (specie di tamburello) e reco-reco
(strumento a percussione che produce un suono di raspa causato dall’attrito di
due parti distinte). LA
DAMA NEGRA L’uomo
nasce dalla donna ed ha vita breve. Nel
mezzo del cammino muore l’uomo nato da donna che muore perché l’uomo abbia
vita. La
vita è breve, l’amore è breve. Solo la morte è lunga… ORFEO Chi
ha parlato? La scena si illumina mentre appare sulla scala,
lenta, una gicantesca negra vecchia, squallida, avvolta sino ai piedi in un
manto bianco, nelle mani reca un ramo di rose rosse. LA
DAMA NEGRA Sono
io, Orfeo; la Dama Negra! ATTO
SECONDO Interno
del Club “I Maggiorenti dell’Inferno”, mentre termina il ballo di martedì
grasso. Scenario ed ambiente in armonia con il nome del luogo, lasciando ampia
possibilità per un balletto che non abbia a pregiudicare l’equilibrio
classico che deve essere mantenuto durante l’azione. Coppie e persone isolate
ballano nel salone senza musica, tra le ombre rosso-nere dei riflettori che
devono dare l’idea del fuoco. Tutte le figure secondarie, uomini e donne,
vestono il costume carnevalesco. Per le donne, il costume fa vivacemente
ricordare Euridice. Come nelle orge greche, gli uomini inseguono le dame che
accettano o respingono l’inseguitore, seguendo il ritmo. Si beve molto, con
compunzione, a garganella. Su di un trono diabolico, in fondo, si siedono
Plutone e Proserpina, con una corte di donne attorno. Questa coppia
mefistofelica deve essere caratterizzata dalla grandezza e dalla grossezza,
gente gigantesca, allegra, dissoluta. Si avvicinano comparse solitarie che
gridano e bevono, creando un’atmosfera di festa. PLUTONE Ridendo
a crepapelle, accennando, su di un tono altissimo, il samba negro. Approfittate,
gente, domani non v’è più tempo! Oggi è l’ultimo giorno! Aprofittate,
figli miei, che domani è il giorno delle Ceneri! Non voglio vedere nessuno
triste, nessuno solo, nessuno che non beva! Allegri, certa è la morte! Domani
è il giorno delle ceneri, oggi è tutto allegria, è l’ultimo giorno di
allegria! In fin dei conti chi comanda qui? PROSERPINA Inneggiando E’
il re, è il re! TUTTI
In
coro E’
il re, è il re! PLUTONE Chi
dà da bere, chi dà allegria, samba, orgia? TUTTI Scandendo
il tempo E’
il re, è il re! PLUTONE Ergendosi
in piedi con tutta la sua persona Chi
è il re? TUTTI Applaudendo
vivamente E’
il re, è il re! Si
disperdono come pazzi, battendo il tempo con le mani e con i piedi, mentre
ballano al ritmo della frase, sempre ripetura “è il re, è il re”. Plutone
e Proserpina ridono da morire. Ai loro piedi, le donne ridono anch’esse,
rotolandosi con sensualità. PLUTONE Con
lo stesso tono acuto Misero
chi non vuol giocare, e resta il giorno intero a lavorare o a meditare. Misero
chi prende la vita sul serio, certo finirà in un cimitero a fare il becchino. TUTTI In
coro, sandendo il tempo Finisce
in cimitero, a fare il becchino! PROSERPINA Ubriaca,
alzandosi Evviva
l’orgia! è il regno della follia! Oggi è l’ultimo giorno! Evviva! TUTTI Evviva! PLUTONE Chi
segna il tempo, figli miei? TUTTI E’
il bumbo (*1) (*1
Bumbo (o bombo): specie di tamburo molto grande) Si
ode il suono mostruosamente amplificato di un bumbo. PLUTONE Chi
segna il ritmo? TUTTI E’
il tamborim (*2) (*2
Tamborim: piccolo tamburo ad un suolo cuoio, fatto in genere di un bariletto o
di mezzo barile che il risuonatore mette sotto il braccio sinistro e suona
battendo con la mano destra) Lo
stesso con un tamborim PLUTONE Chi
segna la cadenza? TUTTI E’
il pandeiro (*3) (*3
Pandeiro: strumento di legno quadrato o tondo con una pelle che si suona
battendo con i gomiti) Lo
stesso con un pandeiro PLUTONE Chi
segna la battuta? TUTTI E’
la cuica (*4) (*3
Cuica: strumento tipico fatto con un piccolo barile di una certa apertura
ricoperta da una pelle che ha al centro una verga) Lo
stesso con un pandeiro PLUTONE Chi
anima il gioco? TUTTI E’
l’agogo! (*5) (*5
agogo: strumento originario dell’Africa con duplice campana di ferro) Lo
stesso con l’agogo PLUTONE Allora,
chi fa batucada? TUTTI E’
il bumbo, è il tamborim, è il pandeiro, è la cuica, è l’agogo! PLUTONE Allora,
com’è? Questo samba si fa o non si fa? Si
ode un fischio. Subito dopo, il primo, e poi il secondo e poi il terzo tamborim.
Poi entra la cuica, in un crescendo. PLUTONE Ad
alta voce, superando il ritmo della musica E’
o non è il samba? TUTTI Sì! PLUTONE E’
belle o no? TUTTI Sì! PLUTONE E’
del diavolo o no? TUTTI Sì! Il
suono raggiunge proporzioni favolose, mentre tutti si mettono a ballare,
battendo con i piedi il tempo. Anche Plutone e Proserpina ballano sulla pedana,
tra donne che si rotolano ubriache. La scena resta così, per un certo tempo.
Tutto a un tratto giunge, dapprincipio lontano, poi sempre più vicino e più
forte, dominando il ritmo della batucada, il suono cristallino di una chitarra
che geme. Una dopo l’altra tutte le figure vanno immobilizzandosi nelle
posizioni originali del samba, e il suono del “batuque” (*1) descresce man
mano che quello degli strumenti a corda aumenta. Solo Plutone si leva, come
attonito, e si china per ascoltare. Lo strumento fa scale dolcissime, con
tremoli e accordi che si avvicinano sempre più. Di tanto in tanto, mista alla
musica, una voce chiama. E’ la voce di Orfeo (*1
Batuqua: designazione generica di danze negre, accompagnate da strumenti a
percussione. Qui sta a indicare gli strumenti stessi) LA
VOCE DI ORFEO Lunghissimamente Euridice!
Euridice! Mentre
il nome viene ripetuto, le donne si risvegliano completamente. Si ode allora un
preannuncio di coro, molto flebile, una specia di sussurro o fremito vocale,
come un crepitio di vento, ripetuto con dissonanze dalle donne, in scale
successive sino a scomparire, tanto è tenue. Questa eco corale spiega quanto di
patetico v’è nel nome che la voce di Orfeo ha portato da lontano. LA
VOCE DI ORFEO Euridice! CORO
DELLE DONNE Euridice...
ridice... idice... dice... ice... ce... eee... LA
VOCE DI ORFEO Tristissima Euridice... CORO
DELLE DONNE Euridice...
ridice... idice... dice... ice... ce... ORFEO Mulatta CORO
DELLE DONNE Ahi...
ahi... ahi... ahi... ahi... ahi... ahi... PLUTONE Ergendosi
violentemente La
festa continua! La festa continua! A
queste parole di comando le donne ritornano immobili, mentre gli uomini
cominciano a risvegliarsi. Inizia, misto al suono della chitarra, il ritmo della
batucada. PLUTONE Sbraitando Allegria!
Questo è il regno dell’allegria! Domani è il giorno delle Ceneri! Oggi è
l’ultimo giorno! Viva Re Carnevale! Viva la follia!... SCENA
DEL CERBERO Si
vede Orfeo che avanza suonando la sua chitarra, con una marcata
espressione di tristezza sul viso. Cerca Euridice in mezzo alla folla impazzita
del carnevale. Si dirige verso il Club dei “Maggiorenti dell’Inferno”, ove
si attua, infernalmente, la batucada. Ma, tutto ad un tratto. la strada gli è
sbarrata da Cerbero, il cane di guardia del Club, il grande cane dalle molte
braccia e molte teste, che lo assale minaccioso e non lo uccide solo perchè
Orfeo non cessa di suonare la sua musica divina, che lo turba. Cerbero avanza,
Orfeo indietreggia, senza sapere che fare. Poco dopo la musica di Orfeo domina
il Cerbero che finisce per andare ad accucciarsi ai suoi piedi, ammansito. La
batucada continua in un crescendo, e sovrasta i pochi suoni della chitarra. Così
rimane per qualche istante. Subitamente si ode un grido disperato, un grido
inarticolato, come di orrore. Deve essere così alto e subitaneo da
traumatizzare completamente i presenti. ORFEO Euridice! Subito dopo questo grido, aumentano i riflessi rossi del fuoco, e poi si fa buio. Una luce bianca si proietta sopra la porta d’entrata, ove appare Orfeo. E’ vestito tutto di bianco, con la chitarra a tracolla. Rimane estatico, per un certo tempo. Frattanto, si ottiene il silenzio evocato da quel grido mostruoso. Al suono della sua chitarra si accendono le luci e il musico entra nella sala. Suona un “Choro” triste, al cui suono danzano solo le donne, con passi languidi, isolatamente, Orfeo passeggia nella sala e le donne lo sollecitano con i gesti della danza. PLUTONE Egrendosi
in piedi con un grido Chi
sei tu? ORFEO Cessando
di suonare mentre le donne si arrestano Io
sono Orfeo, il musico PLUTONE Mostrando
il pugno In
nome del diavolo, rispondi: chi sei tu? ORFEO Io
sono la malinconia, io sono la tristezza, io sono la maggior tristezza del
mondo! Io sono, io sono Orfeo! PLUTONE Che
vuoi? PROSERPINA Attirandolo
nelle sue braccia, ubriaca, per risvegliare la sua attenzione Vuol
solo godersela! Lascia stare. Guarda me! PLUTONE Silenzio,
donna! Plutone sta parlando; Plutone re degli inferi! Non voglio udire neppure
una mosca volare! Silenzio! Volgendosi
a Orfeo Che
vuoi? ORFEO Voglio
la morte! PLUTONE Non
dire sciocchezze! Su, dillo una volta per tutte: chi sei e cosa vuoi? ORFEO Voglio
Euridice! A
questo nome le donne ricominciano la loro danza languida, mentre mormorano LE
DONNE Voglio
la vita, nessuno mi dà la vita, il carnevale è cessato, la vita è morta, è
terminata la vita, la vita sono io, la vita è morta... PLUTONE In
nome del diavolo, di’ cosa vuoi, uomo! ORFEO Con
voce grave e patetica Voglio
Euridice! LE
DONNE Danzando Io
sono Euridice. Euridice sono io. Chi ha detto che io non sono Euridice? Chi ha
detto che io non sono Euridice? Chi ha detto che io non sono Euridice? ORFEO Con
un gemito della chitarra Euridice,
mia cara. Vieni con me! Tende
le braccia verso le donne, come per sollecitarle. Esse vanno verso di lui,
lasciandosi corteggiare, e poi si svincolano seguendo la danza. PLUTONE Nessuno
esce di qui senza l’ordine del re! Va’ fuori, intruso! Maggiorenti
dell’Inferno: buttate fuori dalla finestra quell’intruso. Fuori. Qui non
vogliamo cafoni! I
suoni della batucada cominciano di nuovo a riaccendersi, e gli uomini si mettono
in movimento, avvicinandosi a passi misurati e minacciosi. Ma Orfeo li domina
con la magia della sua chitarra. Il movimento cessa completamente. ORFEO Non
sono di qui, sono della collina. Sono il musico della collina. Sulla collina
sono conosciuto: sono la vita della collina. Euridice morì. Scesi in città per
cercare Euridice, la donna del mio cuore. Da molti giorni cerco Euridice. Tutti
cantano, tutti bevono: nessuno sa dove è Euridice, la misa sposa morta, colei
che morì per amor mio. Senza Euridice non posso vivere. Senza Euridice non v’è
Orfeo, non v’+ musica, non v’è nulla. La collina è immobile e dimentica.
Ciò che resta della vita è la speranza che Orfeo veda Euridice, che veda
Euridice, anche se fosse per l’ultima volta. PLUTONE Fuori!
Qui non c’è nessuna Euridice. Vuoi che mandi a monte il ballo? Manigoldo! Qui
comando io! Fuori, ho detto! PROSERPINA Cadendo
ubriaca su di lui Quel
tipo è sbronzo! Come si può? Come si può suonare a festa? Bisogna buttarlo
fuori quest’uomo. Non vedi che ha brutte intenzioni? LE
DONNE In
coro Io
sono Euridice ORFEO Ora
all’una ora all’altra Vieni
con me! Mulatta, vieni con me! Senza di te non c’è vita, non c’è musica,
non c’è nulla. Vieni con me. Vieni a conversare con me. Come prima! Vieni a
dormire nel mio letto come prima! LE
DONNE Danzando Chi
ha detto che non sono Euridice? Chi ha detto che non sono Euridice? PLUTONE Con
voce sonante Nessuno
esce da qui senza ordine del re! Qui è il re che comanda! Suona la musica!
Dov’è la musica? Dov’è il bumbo, il tamborim, la cuica, il pandeiro, l’agogo?
Fischia! Comincia il samba! Non è ancora finito il carnevale! PROSERPINA Niente
da fare... Quell’uomo è ubriaco fradicio. Lascialo. ORFEO Stordito Dove
mi trovo? Chi sono? Cosa son venuto a fare qui? Com’è avvenuto? Questo è
l’inferno, e io voglio il cielo! Voglio la mia Euridice! La mia bella mulatta,
coperta di sangue... Voglio la mia Euridice, colei che giocava con me, la mia
mulatta dai denti bianchi... Le
donne lo circondano, dandosi la mano. La batucada ricomincia, sommessa, tra voci
e risate che si perdono. Sono tutti ubriachi e sbracati. Alcuni uomini corrono,
storditi. dietro alcune poche donne che ballano liberamente. LE
DONNE Accompagnando
il bumbo e la cuica a ritmo di marcia Ciranda
Cirandinha (*1) Balliamo
la ciranda E’
venuta mezzanotte Carnevale
sta finendo. (*1
Ciranda: danza popolare brasiliana, chiamata anche “cirandinha”) ORFEO Con
le braccia levate in alto No,
non è morta! LE
DONNE Ne
aveva una, ne aveva due Ne
aveva tre, ne aveva mille Tante
donne non ci stavano Ahimè,
dentro quel cuore. ORFEO La
mia Euridice... LE
DONNE Andiamo,
sorellina, andiamo Sulla
spiaggia a passeggiare, Andiamo
a vedere gli sponsali, O
sorellina, Che
da poco han celebrato. ORFEO Io
e Euridice LE
DONNE Andiamo,
sorellina, andiamo Sulla
spiaggia a passeggiare, Andiamo
a vedere la bella sposa, O
sorellina, E
il corteo nuziale. ORFEO Dove?
Dove? Plutone
e Proserpina ridono e si abbracciano già mezzo addormentati. LE
DONNE L’anello
che tu m’hai dato Era
di vetro e già s’è rotto... ORFEO Che
si è messo a bere una bottiglia, esaltato No?
Era il maggior amore del mondo! Era la vita, era la stella, era il cielo! Era il
maggior amore del mondo, maggiore del cielo, maggiore della morte! Euridice, mia
cara, svegliati e vieni con me... LE
DONNE In
questa strada, in questa strada v’è un bosco Che
si chiama, si chiama solitudine... ORFEO Implorando Euridice,
vieni con me! Le
libagioni generali continuano. Varie coppie già dormono per terra. Alcuni
ballano ancora dei samba inventati, senza musica. Una coppia di vagabondi danza
l’uno di fronte all’altro, giocando la “capoeira” (*1) (*1
Caratteristico gioco atletico del nord-est brasiliano nato negli ambienti della
malavita) LE
DONNE Prendendosi
per mano e scambiandosi il posto ad ogni verso. I due vagabondi continuano la
capoeira. Gli
schiavi di Giobbe Amavan
litigare Gira,
gira, uccidi, piglia il zamberé Dai
dai dai! Guerriero
con guerriero Guerriero
con guerriero Zip-zip-zip-zà! Zip-zip-zip-zà!
(*2) (*2
So tratta do una cantilena infantile equivalente al “Girotondo” italiano) Orfeo
corre da una donna all’altra, tentando di separarle. Ma il movimento della
danza lo respinge sempre. Beve avidamente. Ormai tutti dormono, ad eccezione
delle donne che cantano e dei due vagabondi che ballano la capoeira, uno di
fronto all’altro, a destra. ORFEO Brandendo
la bottiglia Io
sono lo schiavo della morte! Io sono quello che cerca la morte! La morte è
Euridice! Vieni con me, morte... Supplica
le donne, ma queste si sottraggono. Orfeo prende la chitarra e suona. Per un
momento i suoni dolcissimi dominano tutto e il movimento cessa totalmente, si
che le donne, affascinate, cominciano a seguire Orfeo con passi languidi,
misurati, mentre il musico si allontana di corsa, in direzione della porta di
uscita. Ma quasi nel momento in cui sta uscendo si levano, tra gli accordi della
chitarra, i ritmi pesanti, tristi della batucada. I due suoni coincidono per
alcuni istanti mentre le donne, indecise, fluiscono e rifluiscono seguendo i due
ritmi. ORFEO Verso
le donne, mostrandole a dito Vieni,
Euridice. Ti ho trovato. Euridice sei tu, sei tu, sei tu! Tutto è Euridice.
Tutte le donne sono Euridice. Chi mai desidera una donna morta? Io non voglio
una donna morta! Io voglio Euridice, viva come nella notte del nostro amore.
Vieni, mia vita... L’aurora
irraggia, poco a poco, tra le ombre rosse. Orfeo rivolto verso l’esterno,
esclama: ORFEO E’
l’alba, Euridice... Ricordi, cara, quante albe vidi nascere sulla collina, al
tuo fianco? Ricordi, Euridice, gli uccellini che venivano ad accettare la sfida
della chitarra di Orfeo? Ricordi il sole irraggiante sul nostro amore? Alza
le braccia verso l’aurora Euridice,
tu sei l’alba! La notte è passata, il buio è scomparso. Aspetta, mia
Euridice! Vengo, aspettami... Esce,
suonando la sua chitarra, tra gli accordi leggerissimi della batucada. Le donne
corrono dietro a lui, ma il nuovo ritmo le prende sempre di più. Ad ogni
movimento in avanti, rispondono con un riflusso generale, languido, secondo il
tempo del samba. ORFEO Molto
lontano E’
l’alba, Euridice... LE
DONNE In
coro, danzando, cantano senza parole, con suoni in sordina, suoni che aumentano
come violini Hum... m... m... m... La
scena rimane così; le donne danzano languidamente, i due vagabondi fanno la
lotta della capoeria a destra, nella sala che diventa sempre più chiara. Si ode
sempre la voce di Orfeo, e la sua chitarra, molto lontano, un un tocco
pianissimo di batucada. Poi cala lentamente la tela.
ORFEO Con
le mani sopra gli occhi, come abbagliato. Chi
siete voi? Chi siete, Signora Dama? LA
DAMA NEGRA Sono
la Dama Negra e non ho nome, vivo nell’oscurità. Venni perché udii qualcuno
che mi chiamava. ORFEO Nessuno
chiamò, qui nessuno chiamò! LA
DAMA NEGRA Fui
chiamata, Orfeo, e venni. ORFEO Nessuno
chiamò! Questo è il mio regno, qui comanda Orfeo; ho detto che nessuno chiamò! LA
DAMA NEGRA Il
mondo è mio, Orfeo, il mondo è mio. Posso
restare solo un istante, Orfeo. Poi devo andare innanzi, Orfeo… ORFEO Andate
via, Signora Dama! Vi dico: andate via! Sulla
collina comanda Orfeo! Orfeo è la vita! Sulla
collina nessuno muore prima dell’ora! La
collina è la vita; la collina è Orfeo, è la musica di Orfeo! Niente ha la
vita sulla collina senza Orfeo e senza la sua chitarra! Gli
uomini sulla collina e le loro donne vivono solo perché Orfeo li fa vivere con
la sua musica! Io sono l’armonia e la pace, e il castigo! Io sono Orfeo, il
musico! LA
DAMA NEGRA Orfeo,
io sono la Pace; Non voglio far liti, Orfeo… ORFEO Orfeo
è forte! Andate via, Signora Dama… LA
DAMA NEGRA No.
Qualcuno chiamò. Attenderò qui. ORFEO Orfeo
è molto forte, Orfeo è re! Andate
via, Signora! Si mette a suonare con furia la chitarra, con
battute e ritmi violenti. I suoni a misura che diventano più forti creano una
fortissima impressione di magia negra, di “macumba” 1 di sortilegio. 1
Macumba:: cerimonia feticista di provenienza africana con elementi
cristiani, accompagnata da danze e canti al ritmo del tamburo. Su,
balla! La Dama Negra, al ritmo che si sviluppa sempre più
rapidamente, si mette a ballare pezzi di macumba, all’inizio lenta, poi
vertiginosa, seguendo la progressione del ritmo della musica. ORFEO Ballate,
Signora Dama, ballate, ballate! Il movimento segue così, in un crescendo infinito
sin che, esausto, Orfeo si ferma, con un macabro e demoniaco suono della
chitarra. La scena si oscura totalmente. Quando si illumina, si vede euridice
nello stesso posto dove si trovava la Dama Negra, con un ramo di rose nella
mano. EURIDICE Orfeo!
Mio caro! Cos’è avvenuto? ORFEO La
guarda come se non la riconoscesse. Euridice?
Che sogno ho fatto, Mia Euridice! EURIDICE Corre
verso di lui. Povero
amore mio, ho tardato troppo… La
mamma non voleva che venissi e mi ha dato un consiglio: ragazza, attenta,
aspetta un poco, piano con questo fuoco, fai attenzione, e via dicendo. E
io a convincerla: a dirle che era solo per un momento, volevo solo darti la
buona notte. Perdona, amor mio… ORFEO Mia
adorata, vicino a te non penso più a nulla. Fu
un sogno, è passato… EURIDICE T’è
venuto qualche samba? ORFEO Si,
due. EURIDICE Qualcuno
per me? Orfeo? ORFEO Tutto
ciò che esce dalla chitarra è tuo, donna… EURIDICE Che
t’è successo ancora? ORFEO Nulla.
È venuta Mira a trovarmi. M’ha provocato. Per
poco non le ho dato una bastonata in testa.
EURIDICE Ridendo. Sciocco|
Sempre a litigare! Gelosia… ORFEO Sì.
Perdona. Sono sciocco… EURIDICE Baciandolo. Perdonato. Orfeo la bacia e i due si abbracciano strettamente,
mentre torna il vento e con il vento i suoni misteriosi della notte. Ma i due
non sentono nulla, presi nello slancio della passione. ORFEO Donna,
non maltrattarmi così, cattiva, non maltrattarmi così… EURIDICE Si
abbandona. Caro,
mio caro! ORFEO Ahimè,
dannata passione! Tremenda passione! L’abbraccia
alla vita. Mia
adorata, perché? EURIDICE Mio
bene. ORFEO Perché?
Perché? EURIDICE Ami
tanto la tua brunetta? ORFEO Con
la voce strozzata. Non
si tratta di amore… è una cosa cattiva. È
la morte! EURIDICE Pensosa. Morte?
Morire… e se morissi? Soffriresti
molto? Oppure rimarresti, chi sa! Un poco sollevato? ORFEO Con
un singhiozzo. Taci,
taci, mia cara! Se ora io ti perdessi andrei a cercarti ovunque, foss’anche
all’inferno, tanto ti amo! EURIDICE Forse
pensi che io non ti ami?
ORFEO E
allora perché, mio bene? EURIDICE Mi
ami? ORFEO Nulla
al mondo amo di più, donna, amore della mia vita… EURIDICE Scherzosa. Ma
poi, non ti stancherai di me? ORFEO Poi,
saremo una cosa sola, non più due, Euridice e Orfeo. EURIDICE Mio
caro ascolta… ma dove? ORFEO Nella
baracca di Orfeo. Nel letto che Orfeo aveva preparato per la donna che Dio gli
diede… EURIDICE E
gli altri? E tua madre e tuo padre? ORFEO Tutto
sistemato. Ho la mia cameretta separata. Il letto è un po’ duro, mio sogno… EURIDICE Oggi
Euridice è un letto per Orfeo. Si baciano teneramente ed entrano uniti nella
baracca. Mentre entrano, la notte si fa immensamente chiara, e uccelli notturni
cinguettano invisibili, mentre melodie sembrano uscire dalla voce del vento. Ma
improvvisamente sorge dietro una delle baracche il volto di un negro alto ed
esile che scompare furtivamente e viene poi a piantarsi, con un gesto
drammatico, di fronte alla casa dei due amanti. In corrispondenza con il suo
gesto e con una nuova musica patetica che giunge mista ai rumori della notte, la
Dama Negra sorge dall’ombra. ARISTEO Con
voce singhiozzante. Euridice!
LA
DAMA NEGRA Euridice
è morta…
ARISTEO Chi
ha parlato? Chi? LA
DAMA NEGRA La
Dama Negra, Aristeo… ARISTEO Con
un grido selvaggio. Euridice! LA
DAMA NEGRA Tardi
venisti, Aristeo. La tua Euridice, la tua Euridice morì! In quella casa, tra le
braccia dell’uomo che la prese, tra le braccia di Orfeo, la tua Euridice, la
tua Euridice morì, Aristeo! ARISTEO No,
non è morta! È viva! Il mio braccio l’ucciderà! Voglio il suo sangue! LA
DAMA NEGRA È
morta, Aristeo! Dentro quella casa, la tua Euridice ha dato ad Orfeo tutto
quanto aveva, Aristeo! ARISTEO Taci!
Non è morta ancora! È
viva, l’ucciderò io, io l’ucciderò! Sarà
mia, o di nessuno! LA
DAMA NEGRA No,
no, Aristeo… Tutto
quanto la tua Euridice aveva lo ha dato a Orfeo. Aristeo, come pazzo, si slancia contro la casa,
agitando i pugni. Nello stesso momento si odono le voci confuse dei due amanti
ed entrambi, Aristeo e la Dama Negra, si appartano furtivamente nell’ombra. La
porta si socchiude per lasciare passare Euridice. Orfeo appare solo per metà,
sul limitare della porta. Si baciano a lungo. EURIDICE Buona
notte, amor mio. ORFEO Buona
notte, amica. EURIDICE Come
il mio corpo è stato tuo, anche il mio pensiero è con te! ORFEO Mio
dolce bene… pensa a me, pensa un poco a me.
EURIDICE Baciandolo. Mio
uomo! Mio adorato! ORFEO Tutto
tuo, tutto tuo, tutto tuo, il corpo, l’anima e la musica di Orfeo! EURIDICE Ah,
che dolcezza! ORFEO Non
parlare, donna, La
bacia. Amore
di Orfeo! EURIDICE Solo
morire in cielo è dolore più dolce… Mio
uomo! ORFEO Amore
mio. EURIDICE Mio
dolce Orfeo! Buona notte, devo andare… ORFEO Porta
con te l’amore mio. EURIDICE Con
te resta il sangue del mio amore: amore, addio… ORFEO Va’
in pace, amore mio, sta’ attenta per strada! Guarda
il buio. La
luna fu amica. Non lo fu, amica mia? EURIDICE Baciandolo. Lo
fu, amico. Addio! ORFEO Baciandola. Addio! Orfeo entra.Mentre Euridice si volta, Aristeo
appare dalle tenebre con un pugnale in mano e la colpisce, Euridice cade. EURIDICE Morendo. Addio. ARISTEO Fuggendo
mascherato. Addio,
donna di Orfeo!
La scena si oscura lentamente, mentre la Dama Negra
sorge dal luogo ove s’era nascosta. Tutto è silenzio. Con un gran gesto, la
Dama Negra si leva il grande manto che la veste e copre con questo il corpo di
Euridice che muore mentre cala la tela. ATTO
TERZO La
stessa scena del primo atto. Crepuscolo. Di fronte alla baracca di Orfeo si
vedono gruppi di persone che conversano con tono grave, attente agli scoppi di
pianto e, a tratti, si odono grida animali di dolore che provengono a Clio,
nell’interno della casa. Entra il coro CORO PRIMA
VOCE Ahi,
Orfeo... SECONDA
VOCE Proveo
Orfeo... TERZA
VOCE Orfeo
così puro... QUARTA
VOCE Tanto
puro che impazzì d’amore... QUINTA
VOCE Credo
in Orfeo... SESTA
VOCE Creatore
di melodia... PRIMA
VOCE Orfeo,
figlio di Apollo... SECONDA
VOCE Il
nostro Orfeo! TERZA
VOCE Nacque
da Clio... QUARTA
VOCE E
patì molto. Sotto il maggior potere della poesia... QUINTA
VOCE E
fu crocefisso dalla passione... CORO All’unisono Discese
nelle tenebre, e dalle grandi tenebre risorse alla luce, e salì alla collina
ove sta vagando come anima in pena cercando Euridice... CLIO Invasata Ah,
maledetta! Maledetta! Che hai fatto di mio figlio?... APOLLO Con
tono afflitto, dal di dentro Calmati,
cuor mio, pazienza Clio, per l’amor di Dio... Ci sono i vicini, mia cara CLIO Urlando Vacca!
Prostituta! Cagna! Vagabonda! Nasci di nuovo, e io ti carò gli occhi!
Svergognata! Spudorata! Nasci di nuovo, nasci! APOLLO Figlia
mia, figlia mia, calmati... CLIO
In
pianto Vattene
via! Vattene lontano da me! Voglio mio figlio! Dov’è il mio Orfeo? APOLLO E’
qui, docile come un bambino, la follia di Orfeo, donna, è serena... Si
ode un rantolo di Clio CLIO No,
è menzogna! Pazzo il mio Orfeo” Ah,
Dio del cielo! Portamio subito via; voglio trovare quella negra che reso folle
il mio Orfeo! Portami
via mio Dio... Cambia
tono No,
non voglio più saperne di Dio! Che
Dio è questo che spense così lo spirito di Orfeo? Una
crisi di pianto l’interrompe UN
UOMO Fuori Mio
Dio! Che orrore! UNA
DONNA Fanceno
la croce Vergine
Nostra Signora! Povera donna! SECONDA
DONNA Si
dovrebbe fare qualcosa... TERZA
DONNA Sì,
bisogna chiamare un medico... SECONDO
UOMO Ma
sì! Ognuno ha... un medico, qui sulla collina... Si
volge in tono ironico all’altro uomo Ehi,
tu... prendi la Cadillac e chiama il medico L’ALTRO
UOMO Serio Non
far lo spiritoso SECONDO
UOMO Uh,
Perchè? E’ stata la donna a mandarmi... LA
DONNA Mio
Dio, aiuto! Non si rispetta più il dolore degli altri. Quando Orfeo aveva
salute non era così, questa collina era felice. UN
VECCHIO Scuotendo
la testa E’
vero, è vero! Con Orfeo sulla collina era diverso, v’era pace. La musica di
Orfeo aveva un potere divino... UN
ALTRO VECCHIO Proprio
così. Ed è impazzito. Povero ragazzo... Dentro
la baracca riprende il pianto di Clio. Dalla scalinata, appaiono alcune donne
con recipienti di latta pieni d’acqua sul capo; esse si mescolano alle
presenti per commentare la scena “ad libitum”. Appare Apollo sulla porta APOLLO Non
so più cosa fare. Sono stati tre giorni di martirio... Provera la mia vecchia!
Sta impazzendo proprio come il figlio... CLIO Dal
di dentro Ah,
chi mi riporta il mio Orfeo, Ah,
chi mi riporta... APOLLO Mio
Dio, che orrore! Perchè questo mondo non ha pace? Perchè tanta passione? CLIO Non
ne posso più! Uccidetemi, per carità... APOLLO Ai
presenti Voi,
qui... Per favore, amici... fate qualcosa... Per
la stima che aveste per il mio Orfeo, fate qualcosa... Entra
asciugandosi una lacrima; commenti “ad libitum” UNA
DONNA Che
tragedia! Anch’io non ne posso più. Sono tre giorni! Questa
donna non resiste più. E’ necessario che qualcuno vada giù per vedere se
riesce ad avere qualche soccorso... UN
UOMO Un’ambulanza!
C’è un posto pubblico. Faccio un salto. UNA
VECCHIA Ca’,
corri, figlio mio. E Dio ti assista. L’uomo
scende correndo. Per un momento regna un grande silenzio nel gruppo. UNA
DONNA E
Orfeo, dove sarà mai? UN’ALTRA
DONNA Sta
vagando. Passa
i giorni sulla collina, pazzo... Mio
figlio l’altro giorno ancora lo incontrò, dice che è impressionante. Voi
conoscete il mio ragazzo, non è vero? Non è pauroso, eppure è tornato così
impressionato che s’è dovuto pregare per lui perchè gli passasse... Si
fa circolo attorno a lei. Commenti “ad libitum” UNA
TERZA DONNA Che
dici mai? UNA
QUARTA DONNA Come
fu? LA
PRIMA DONNA Fu
così: il mio ragazzo stava venendo dal deschetto dei lustrascarpe. (Voi sapete
come lui, birichino com’è, sale la collina là dalla parte del fiume...). Benissimo.
Se ne veniva così, e ormai iscuriva, quando entrò nella foresta. D’un tratto
vede un’apparizione! Frega gli occhi: era proprio Orfeo vestito di bianco,
come suo costume, con la chitarra sul petto, le braccia aperte, la bocca
sorridente, come chi attende qualcuno, qualcuno che già venne: infatti, guarda
da un lato e tutt’a un tratto apre le braccia così, e correndo fugge via. Mio
figlio lo segue; ma Orfeo si nasconde, chi sa dove... Poveretto! Proprio come
un’anima in pena... Forse peggio, poichè sta pendando in vita! Commenti
“ad libitum” LA
SECONDA DONNA E
mai nessuno udì un suono uscire dalla chitarra... LA
TERZA DONNA Sì,
è impazzito! Tutto va male sulla collina. Tutto. Quante liti. mio Dio, son
venute fuori. Quanta gente se n’è andata su altre colline. E’ stato il
malocchio, sì. LA
QUARTA DONNA Taci!
Taci! Non chiamare ancora la sventura, donna. Io,
per me, me ne vado. Qui, non ci resto. Commenti
“ad libitum” LA
PRIMA DONNA Mira,
avete sentito? E’ pazza, Mira... Matta
da legare, Mira... Dice che resta là nella “Tendinha” (*1). Mira, assieme a
quelle altre prostitute che stanno lassù (*1
Tendinha: piccolo caffè di infimo ordine) E
che fanno ogni sorta di meretricio; dicono male parole e s’accapigliano. E
fanno sortilegi durante la notte, e dicono che fu per causa sua che Aristeo,
l’allevatore di api, accoltellò Euridice, e che Orfeo è impazzito per lei,
solo per lei, e non per Euridice... guardate un po’! Nessuno
vuol più passare là vicino... Ed hanno ragione. Ah! Mondo pazzo! UN
UOMO E
pensare com’era la collina una settimana fa... Non
sembrava neppure una collina della città! Una calma, un piacere, un’armonia! Quanti
samba di Orfeo di bocca in bocca, quante feste con Orfeo sempre presente. Quanta
Pace... Commenti
“ad libitum” UN’ALTRO
UOMO Lasciatemelo
dire!... Fu
Orfeo che mutò la mia vita, devo a lui quello che sono. Anticamente,
ero solo bravate e litigi senza motivi: ed ecco che lui venne, e parlò con me. Orfeo
non era un uomo, era un angelo... ora ditemi, ne vale la pena? Macché!
Donna è perdizione... UN’ALTRA
DONNA E
non mancava nulla a nessuno. Orfeo
non so come conosceva ogni necessità e subito appariva con qualche soldo: tutto
dai suoi samba... Una
tristezza in casa? Un guaio? Venica, si muoveva, si girava, batteva un samba
improvvisato, giocava... Un angelo. Aveva piedi fatati... Una
donna si mette a pregare ed esce dalla scena correndo LA
SECONDA DONNA Poveretta.
E’ cotta per Orfeo. Fu la sua donna prima di Euridice, non l’ha mai
dimenticato... Si
ode di lontano la sirena di un’ambulanza che poco dopo cessa. Subito dopo si
sentono i suoni lontani di un batuque battuto su casse e su recipienti di latta.
Questi rumori devono avvicinarsi progressivamente durante le scene che seguono. LA
PRIMA DONNA E’
l’ambulanza! Corre
alla baracca e dalla porta grida Eh, signor Apollo. E’
l’ambulanza... APOLLO Appare
sulla porta Poveretta!
E’ ridotta un cencio. Non dorme. Piange sempre correndo con glio occhi aperti,
con la mano sul cuore. LA
PRIMA DONNA Avvisala,
perchè non abbia a prendersela... APOLLO Grazie Entra.
Il suono del batuque si fa sempre più vicino. Appare, estenuato, l’uomo che
era sceso per chiamare l’ambulanza, accompagnato da un altro uomo. Portando
una barella L’UOMO E’
tutto pronto, gente! Ho
portato la barella. L’ambulanza è giù, se la prendono comoda, quelli...
Indovina cosa ha detto il dottore? “Voi siete forti, salite e portate la donna
che io aspetterò giù, e presto, perchè ho un caso urgente che mi
aspetta...” UN
ALTRO UOMO Questa
storia dovrà pur finire... Dal
di dentro della baracca si ode un grido disperato di Clio CLIO No
! Non voglio andare! Lasciatemi in pace! APOLLO Va
bene, figlia mia. Sta’ tranquilla. E’ Orfeo che ti ha mandato a prendere. Ti
aspetta. Vieni. CLIO E’
una menzogna! Questa è una tua menzogna. Ah, Dio del cielo perchè soffrire così? APOLLO Appare
sulla porta Voi,
per favore aiutatemi Due
uomini avanzano ed entrano nella baracca. Si odono prima rumori di lotta e poi
di cose rotte. Clio appare sulla porta, disfatta. Il suo aspetto è terribile CLIO Per
carità! Non portatemi via! Non portatemi lontano da mio figlio. Io voglio lui. Anche
pazzo, è mio figlio, è il mo Orfeo. Per carità, andate a cercare mio figlio:
sapete, Orfeo della Concezione, un bel ragazzo, con la chitarra sul petto, è
sempre qui... voi lo conoscete, è il mio Orfeo... dicono che è impazzito, ma
è una menzogna, lo so. Orfeo è musico. La sua musica è vita. Senza Orfeo non
c’è vita. Orfeo è la sentinella della collina, è la pace della collina.
Senza lui non c’è pace, non c’è nulla, c’è solo una madre disgraziata,
una madre triste con il cuore sanguinante. E tutto per una sudiciona, una
spudorata: una negretta senza nessuna grazia Improvvisamente
invasata Svergognata!
Nasci di nuovo, nasci! Ti
pianterò le unghie nella faccia, ti
strapperò gli occhi con queste dita, ti
coprirò il corpo di coltellate Cambia
subitamente tono No,
non è morta! Mio Dio non permetterlo! Eo
la voglio per me, io voglio Euridice, la voglio per me. Solo un momento! Giuro
che poi sto buona, buona, lo prometto. Dio
del cielo! Non voglio nulla, solo voglio che mi portino alla sua fossa, per
tirarla fuori dalla terra, voglio dissotterrare il suo corpo di sgualdrina,
vederla putrida, tutta disfatta, piena di vermi... APOLLP Accorre
verso di lei Basta,
Clio! Basta! CLIO Buttandolo
lontano Ah,
basta. Basta! Abche tu, Apollo, Anche tu difendi quella prostituta... Si
slancia contro di lui tentando di graffiarlo. Vari uomini corrono in soccorso di
Apollo e riducono Clio all’impotenza. Essa lotta furiosamente fin che,
esausta, cade al suolo. APOLLO Ecco
fatto. Ora mettetela sulla barella. E andiamocene via. In
questo momento entra in scena l’insieme del batuque, il cui ritmo è venuto
avvicinandosi durante le scene precedenti. E’ un gruppo di bambini
lustrascarpe, che battono con le spazzole sulle casse e le latte. Non prestano
molta attenzione a ciò che avviene e vanno a sistemarsi in un angolo, senza
cessare di battere, mentre i presenti depongono Clio sulla barella UN
BAMBINO Cantando Pace,
molta pace! Pace,
molta pace! Come
ci manca in questo mondo, ragazzo... SECONDO
BAMBINO Che
sembra il capo della banda No,
questa no. Cantiamo l’altro, quello di Orfeo, quello che egli diede a me... TERZO
BAMBINO Ci
stufi, sai, con questo tuo samba... SECONDO
BAMBINO Lascia
stare! Su! Andiamo! Attacca!
|