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Parte prima
Parte seconda
Parte terza

  

 

 

Parte seconda

ORFEO

Sorridendo

 

Euridice gli dà un bacio ed esce.


Alle ultime battute, la chitarra di Orfeo già comincia ad accennare una nuova melodia, che il musico riprende.

Il samba a poco a poco prende forma, mentre le parole sgorgano naturalmente seguendo il ritmo dei suoi tentativi. Orfeo canta.

 

Vivi la tua vita,

Il tuo cammino è di pace e amore,

La tua vita

È una bella canzone d’amore,

apri le braccia e canta l’ultima speranza,

La speranza divina

Di amare in pace…

Se tutti fossimo eguali a te,

Che meraviglia la vita!

Una canzone nell’aria

Una donna che canta

Una città che canta

Che sorride, che canta, cha ama

Le bellezze dell’amore…

Come il sole, come il fiore, come la luce.

Amare senza mentire né soffrire

Se tutti nel mondo fossimo eguali a te!

Esisterebbe la verità,

Verità che nessuno vede.

Alle ultime battute entra Mira.

MIRA

ORFEO

Guardandola distrattamente.

MIRA

ORFEO

 

 

 

1 Tutto il discorso è una colorita espressione brasiliana che sta a significare: vattene via, gira al largo.

 

 

MIRA

Cambiando tono.

ORFEO

MIRA

ORFEO

MIRA

ORFEO

MIRA

ORFEO

Voltandosi furioso.

MIRA

Affrontandolo.

ORFEO

Avvicinandosi a lei.

MIRA

Ridendo sarcasticamente.

ORFEO

Come a se stesso.

MIRA

Guardandolo con disprezzo.

 

ORFEO


MIRA

Sputando.

ORFEO

MIRA

A queste parole Orfeo avanza verso di lei e l’aggredisce a schiaffi. La donna reagisce e i due lottano violentemente per un istante. Mira approfittando di un momento di sosta, intimorita, indietreggia.

CLIO

Dal di dentro, con voce impaurita.

Orfeo si riprende e per un momento si ferma nella stessa posizione, ansante, mentre la donna, impaurita, fugge lentamente di spalle, sino a scomparire in fondo a una strada.

ORFEO

Con voce alterata.

CLIO

Nel dormiveglia.

ORFEO

Afferra la chitarra e si mette a suonare con furia. Poi si rasserena e gli accordi si vanno facendo sempre più giocosi. Infine il ritmo del samba riaffiora. Scoppia in una sonora risata.

 

 

Lo strumento sembra ripetere la frase. Orfeo fischietta, poi il samba comincia a prendere forma.

 


Ride sonoramente, con gusto. Mentre la sua risata si prolunga, giungono di nuovo, informi, i rumori della natura, misteriosi come parole. La scena si oscura come prima. Orfeo guardandosi attorno, esce lentamente dalla scena, ripetendo il suo samba alla chitarra. Passati alcuni secondi, entra Aristeo con l’aria triste.

ARISTEO

MIRA

ARISTEO

Voltandosi.


MIRA

Mostrandosi.

ARISTEO

Voltandosi, fuori di sè.

L’afferra.

MIRA

ARISTEO

MIRA

 

 

 

1 Chòro: composizione musicale tipica del Brasile, eseguita da un piccolo complesso strumentale composto da flauto, chitarra, cavaquinho (strumento a quattro corde). Pandeiro (specie di tamburello) e reco-reco (strumento a percussione che produce un suono di raspa causato dall’attrito di due parti distinte).

 

 

LA DAMA NEGRA

ORFEO

 

 

LA DAMA NEGRA

 

ATTO SECONDO

 

Interno del Club “I Maggiorenti dell’Inferno”, mentre termina il ballo di martedì grasso. Scenario ed ambiente in armonia con il nome del luogo, lasciando ampia possibilità per un balletto che non abbia a pregiudicare l’equilibrio classico che deve essere mantenuto durante l’azione. Coppie e persone isolate ballano nel salone senza musica, tra le ombre rosso-nere dei riflettori che devono dare l’idea del fuoco. Tutte le figure secondarie, uomini e donne, vestono il costume carnevalesco. Per le donne, il costume fa vivacemente ricordare Euridice. Come nelle orge greche, gli uomini inseguono le dame che accettano o respingono l’inseguitore, seguendo il ritmo. Si beve molto, con compunzione, a garganella. Su di un trono diabolico, in fondo, si siedono Plutone e Proserpina, con una corte di donne attorno. Questa coppia mefistofelica deve essere caratterizzata dalla grandezza e dalla grossezza, gente gigantesca, allegra, dissoluta. Si avvicinano comparse solitarie che gridano e bevono, creando un’atmosfera di festa.

 

PLUTONE

Ridendo a crepapelle, accennando, su di un tono altissimo, il samba negro.

Approfittate, gente, domani non v’è più tempo! Oggi è l’ultimo giorno! Aprofittate, figli miei, che domani è il giorno delle Ceneri! Non voglio vedere nessuno triste, nessuno solo, nessuno che non beva! Allegri, certa è la morte! Domani è il giorno delle ceneri, oggi è tutto allegria, è l’ultimo giorno di allegria! In fin dei conti chi comanda qui?

 

PROSERPINA

Inneggiando

E’ il re, è il re!

 

TUTTI

In coro

E’ il re, è il re!

 

PLUTONE

Chi dà da bere, chi dà allegria, samba, orgia?

 

TUTTI

Scandendo il tempo

E’ il re, è il re!

 

PLUTONE

Ergendosi in piedi con tutta la sua persona

Chi è il re?

 

TUTTI

Applaudendo vivamente

E’ il re, è il re!

 

Si disperdono come pazzi, battendo il tempo con le mani e con i piedi, mentre ballano al ritmo della frase, sempre ripetura “è il re, è il re”. Plutone e Proserpina ridono da morire. Ai loro piedi, le donne ridono anch’esse, rotolandosi con sensualità.

 

PLUTONE

Con lo stesso tono acuto

Misero chi non vuol giocare, e resta il giorno intero a lavorare o a meditare. Misero chi prende la vita sul serio, certo finirà in un cimitero a fare il becchino.

 

TUTTI

In coro, sandendo il tempo

Finisce in cimitero, a fare il becchino!

 

PROSERPINA

Ubriaca, alzandosi

Evviva l’orgia! è il regno della follia! Oggi è l’ultimo giorno! Evviva!

 

TUTTI

Evviva!

 

PLUTONE

Chi segna il tempo, figli miei?

 

TUTTI

E’ il bumbo (*1)

 

(*1 Bumbo (o bombo): specie di tamburo molto grande)

 

Si ode il suono mostruosamente amplificato di un bumbo.

 

PLUTONE

Chi segna il ritmo?

 

TUTTI

E’ il tamborim (*2)

 

(*2 Tamborim: piccolo tamburo ad un suolo cuoio, fatto in genere di un bariletto o di mezzo barile che il risuonatore mette sotto il braccio sinistro e suona battendo con la mano destra)

Lo stesso con un tamborim

 

PLUTONE

Chi segna la cadenza?

 

TUTTI

E’ il pandeiro (*3)

 

(*3 Pandeiro: strumento di legno quadrato o tondo con una pelle che si suona battendo con i gomiti)

Lo stesso con un pandeiro

 

PLUTONE

Chi segna la battuta?

 

TUTTI

E’ la cuica (*4)

 

(*3 Cuica: strumento tipico fatto con un piccolo barile di una certa apertura ricoperta da una pelle che ha al centro una verga)

Lo stesso con un pandeiro

 

PLUTONE

Chi anima il gioco?

 

TUTTI

E’ l’agogo! (*5)

(*5 agogo: strumento originario dell’Africa con duplice campana di ferro)

Lo stesso con l’agogo

 

PLUTONE

Allora, chi fa batucada?

TUTTI

E’ il bumbo, è il tamborim, è il pandeiro, è la cuica, è l’agogo!

 

PLUTONE

Allora, com’è? Questo samba si fa o non si fa?

Si ode un fischio. Subito dopo, il primo, e poi il secondo e poi il terzo tamborim. Poi entra la cuica, in un crescendo.

 

PLUTONE

Ad alta voce, superando il ritmo della musica

E’ o non è il samba?

 

TUTTI

Sì!

 

PLUTONE

E’ belle o no?

 

TUTTI

Sì!

 

PLUTONE

E’ del diavolo o no?

 

TUTTI

Sì!

 

Il suono raggiunge proporzioni favolose, mentre tutti si mettono a ballare, battendo con i piedi il tempo. Anche Plutone e Proserpina ballano sulla pedana, tra donne che si rotolano ubriache. La scena resta così, per un certo tempo. Tutto a un tratto giunge, dapprincipio lontano, poi sempre più vicino e più forte, dominando il ritmo della batucada, il suono cristallino di una chitarra che geme. Una dopo l’altra tutte le figure vanno immobilizzandosi nelle posizioni originali del samba, e il suono del “batuque” (*1) descresce man mano che quello degli strumenti a corda aumenta. Solo Plutone si leva, come attonito, e si china per ascoltare. Lo strumento fa scale dolcissime, con tremoli e accordi che si avvicinano sempre più. Di tanto in tanto, mista alla musica, una voce chiama. E’ la voce di Orfeo

 

(*1 Batuqua: designazione generica di danze negre, accompagnate da strumenti a percussione. Qui sta a indicare gli strumenti stessi)

 

LA VOCE DI ORFEO

Lunghissimamente

Euridice! Euridice!

 

Mentre il nome viene ripetuto, le donne si risvegliano completamente. Si ode allora un preannuncio di coro, molto flebile, una specia di sussurro o fremito vocale, come un crepitio di vento, ripetuto con dissonanze dalle donne, in scale successive sino a scomparire, tanto è tenue. Questa eco corale spiega quanto di patetico v’è nel nome che la voce di Orfeo ha portato da lontano.

 

LA VOCE DI ORFEO

Euridice!

 

CORO DELLE DONNE

Euridice... ridice... idice... dice... ice... ce... eee...

 

LA VOCE DI ORFEO

Tristissima

Euridice...

 

CORO DELLE DONNE

Euridice... ridice... idice... dice... ice... ce...

 

ORFEO

Mulatta

 

CORO DELLE DONNE

Ahi... ahi... ahi... ahi... ahi... ahi... ahi...

 

PLUTONE

Ergendosi violentemente

La festa continua! La festa continua!

 

A queste parole di comando le donne ritornano immobili, mentre gli uomini cominciano a risvegliarsi. Inizia, misto al suono della chitarra, il ritmo della batucada.

 

PLUTONE

Sbraitando

Allegria! Questo è il regno dell’allegria! Domani è il giorno delle Ceneri! Oggi è l’ultimo giorno! Viva Re Carnevale! Viva la follia!...

 

SCENA DEL CERBERO

Si  vede Orfeo che avanza suonando la sua chitarra, con una marcata espressione di tristezza sul viso. Cerca Euridice in mezzo alla folla impazzita del carnevale. Si dirige verso il Club dei “Maggiorenti dell’Inferno”, ove si attua, infernalmente, la batucada. Ma, tutto ad un tratto. la strada gli è sbarrata da Cerbero, il cane di guardia del Club, il grande cane dalle molte braccia e molte teste, che lo assale minaccioso e non lo uccide solo perchè Orfeo non cessa di suonare la sua musica divina, che lo turba. Cerbero avanza, Orfeo indietreggia, senza sapere che fare. Poco dopo la musica di Orfeo domina il Cerbero che finisce per andare ad accucciarsi ai suoi piedi, ammansito.

 

La batucada continua in un crescendo, e sovrasta i pochi suoni della chitarra. Così rimane per qualche istante. Subitamente si ode un grido disperato, un grido inarticolato, come di orrore. Deve essere così alto e subitaneo da traumatizzare completamente i presenti.

 

ORFEO

Euridice!

 

Subito dopo questo grido, aumentano i riflessi rossi del fuoco, e poi si fa buio. Una luce bianca si proietta sopra la porta d’entrata, ove appare Orfeo. E’ vestito tutto di bianco, con la chitarra a tracolla. Rimane estatico, per un certo tempo. Frattanto, si ottiene il silenzio evocato da quel grido mostruoso. Al suono della sua chitarra si accendono le luci e il musico entra nella sala. Suona un “Choro” triste, al cui suono danzano solo le donne, con passi languidi, isolatamente, Orfeo passeggia nella sala e le donne lo sollecitano con i gesti della danza.

PLUTONE

Egrendosi in piedi con un grido

Chi sei tu?

 

ORFEO

Cessando di suonare mentre le donne si arrestano

Io sono Orfeo,  il musico

 

PLUTONE

Mostrando il pugno

In nome del diavolo, rispondi: chi sei tu?

 

ORFEO

Io sono la malinconia, io sono la tristezza, io sono la maggior tristezza del mondo! Io sono, io sono Orfeo!

 

PLUTONE

Che vuoi?

 

PROSERPINA

Attirandolo nelle sue braccia, ubriaca, per risvegliare la sua attenzione

Vuol solo godersela! Lascia stare. Guarda me!

 

PLUTONE

Silenzio, donna! Plutone sta parlando; Plutone re degli inferi! Non voglio udire neppure una mosca volare! Silenzio!

Volgendosi a Orfeo

Che vuoi?

 

ORFEO

Voglio la morte!

 

PLUTONE

Non dire sciocchezze! Su, dillo una volta per tutte: chi sei e cosa vuoi?

 

ORFEO

Voglio Euridice!

 

A questo nome le donne ricominciano la loro danza languida, mentre mormorano

 

LE DONNE

Voglio la vita, nessuno mi dà la vita, il carnevale è cessato, la vita è morta, è terminata la vita, la vita sono io, la vita è morta...

 

PLUTONE

In nome del diavolo, di’ cosa vuoi, uomo!

 

ORFEO

Con voce grave e patetica

Voglio Euridice!

 

LE DONNE

Danzando

Io sono Euridice. Euridice sono io. Chi ha detto che io non sono Euridice? Chi ha detto che io non sono Euridice? Chi ha detto che io non sono Euridice?

 

ORFEO

Con un gemito della chitarra

Euridice, mia cara. Vieni con me!

 

Tende le braccia verso le donne, come per sollecitarle. Esse vanno verso di lui, lasciandosi corteggiare, e poi si svincolano seguendo la danza.

 

PLUTONE

Nessuno esce di qui senza l’ordine del re! Va’ fuori, intruso! Maggiorenti dell’Inferno: buttate fuori dalla finestra quell’intruso. Fuori. Qui non vogliamo cafoni!

 

I suoni della batucada cominciano di nuovo a riaccendersi, e gli uomini si mettono in movimento, avvicinandosi a passi misurati e minacciosi. Ma Orfeo li domina con la magia della sua chitarra. Il movimento cessa completamente.

 

ORFEO

Non sono di qui, sono della collina. Sono il musico della collina. Sulla collina sono conosciuto: sono la vita della collina. Euridice morì. Scesi in città per cercare Euridice, la donna del mio cuore. Da molti giorni cerco Euridice. Tutti cantano, tutti bevono: nessuno sa dove è Euridice, la misa sposa morta, colei che morì per amor mio. Senza Euridice non posso vivere. Senza Euridice non v’è Orfeo, non v’+ musica, non v’è nulla. La collina è immobile e dimentica. Ciò che resta della vita è la speranza che Orfeo veda Euridice, che veda Euridice, anche se fosse per l’ultima volta.

 

PLUTONE

Fuori! Qui non c’è nessuna Euridice. Vuoi che mandi a monte il ballo? Manigoldo! Qui comando io! Fuori, ho detto!

 

PROSERPINA

Cadendo ubriaca su di lui

Quel tipo è sbronzo! Come si può? Come si può suonare a festa? Bisogna buttarlo fuori quest’uomo. Non vedi che ha brutte intenzioni?

 

LE DONNE

In coro

Io sono Euridice

 

ORFEO

Ora all’una ora all’altra

Vieni con me! Mulatta, vieni con me! Senza di te non c’è vita, non c’è musica, non c’è nulla. Vieni con me. Vieni a conversare con me. Come prima! Vieni a dormire nel mio letto come prima!

 

LE DONNE

Danzando

Chi ha detto che non sono Euridice? Chi ha detto che non sono Euridice?

 

PLUTONE

Con voce sonante

Nessuno esce da qui senza ordine del re! Qui è il re che comanda! Suona la musica! Dov’è la musica? Dov’è il bumbo, il tamborim, la cuica, il pandeiro, l’agogo? Fischia! Comincia il samba! Non è ancora finito il carnevale!

 

PROSERPINA

Niente da fare... Quell’uomo è ubriaco fradicio. Lascialo.

 

ORFEO

Stordito

Dove mi trovo? Chi sono? Cosa son venuto a fare qui? Com’è avvenuto? Questo è l’inferno, e io voglio il cielo! Voglio la mia Euridice! La mia bella mulatta, coperta di sangue... Voglio la mia Euridice, colei che giocava con me, la mia mulatta dai denti bianchi...

 

Le donne lo circondano, dandosi la mano. La batucada ricomincia, sommessa, tra voci e risate che si perdono. Sono tutti ubriachi e sbracati. Alcuni uomini corrono, storditi. dietro alcune poche donne che ballano liberamente.

 

LE DONNE

Accompagnando il bumbo e la cuica a ritmo di marcia

Ciranda Cirandinha (*1)

Balliamo la ciranda

E’ venuta mezzanotte

Carnevale sta finendo.

 

(*1 Ciranda: danza popolare brasiliana, chiamata anche “cirandinha”)

 

ORFEO

Con le braccia levate in alto

No, non è morta!

 

LE DONNE

Ne aveva una, ne aveva due

Ne aveva tre, ne aveva mille

Tante donne non ci stavano

Ahimè, dentro quel cuore.

 

ORFEO

La mia Euridice...

 

LE DONNE

Andiamo, sorellina, andiamo

Sulla spiaggia a passeggiare,

Andiamo a vedere gli sponsali,

O sorellina,

Che da poco han celebrato.

 

ORFEO

Io e Euridice

 

LE DONNE

Andiamo, sorellina, andiamo

Sulla spiaggia a passeggiare,

Andiamo a vedere la bella sposa,

O sorellina,

E il corteo nuziale.

 

ORFEO

Dove? Dove?

 

Plutone e Proserpina ridono e si abbracciano già mezzo addormentati.

 

LE DONNE

L’anello che tu m’hai dato

Era di vetro e già s’è rotto...

 

ORFEO

Che si è messo a bere una bottiglia, esaltato

No? Era il maggior amore del mondo! Era la vita, era la stella, era il cielo! Era il maggior amore del mondo, maggiore del cielo, maggiore della morte! Euridice, mia cara, svegliati e vieni con me...

 

LE DONNE

In questa strada, in questa strada v’è un bosco

Che si chiama, si chiama solitudine...

 

ORFEO

Implorando

Euridice, vieni con me!

 

Le libagioni generali continuano. Varie coppie già dormono per terra. Alcuni ballano ancora dei samba inventati, senza musica. Una coppia di vagabondi danza l’uno di fronte all’altro, giocando la “capoeira” (*1)

 

(*1 Caratteristico gioco atletico del nord-est brasiliano nato negli ambienti della malavita)

 

LE DONNE

Prendendosi per mano e scambiandosi il posto ad ogni verso. I due vagabondi continuano la capoeira.

Gli schiavi di Giobbe

Amavan litigare

Gira, gira, uccidi, piglia il zamberé

Dai dai dai!

Guerriero con guerriero

Guerriero con guerriero

Zip-zip-zip-zà!

Zip-zip-zip-zà! (*2)

 

(*2 So tratta do una cantilena infantile equivalente al “Girotondo” italiano)

 

Orfeo corre da una donna all’altra, tentando di separarle. Ma il movimento della danza lo respinge sempre. Beve avidamente. Ormai tutti dormono, ad eccezione delle donne che cantano e dei due vagabondi che ballano la capoeira, uno di fronto all’altro, a destra.

 

ORFEO

Brandendo la bottiglia

Io sono lo schiavo della morte! Io sono quello che cerca la morte! La morte è Euridice! Vieni con me, morte...

 

Supplica le donne, ma queste si sottraggono. Orfeo prende la chitarra e suona. Per un momento i suoni dolcissimi dominano tutto e il movimento cessa totalmente, si che le donne, affascinate, cominciano a seguire Orfeo con passi languidi, misurati, mentre il musico si allontana di corsa, in direzione della porta di uscita. Ma quasi nel momento in cui sta uscendo si levano, tra gli accordi della chitarra, i ritmi pesanti, tristi della batucada. I due suoni coincidono per alcuni istanti mentre le donne, indecise, fluiscono e rifluiscono seguendo i due ritmi.

 

ORFEO

Verso le donne, mostrandole a dito

Vieni, Euridice. Ti ho trovato. Euridice sei tu, sei tu, sei tu! Tutto è Euridice. Tutte le donne sono Euridice. Chi mai desidera una donna morta? Io non voglio una donna morta! Io voglio Euridice, viva come nella notte del nostro amore. Vieni, mia vita...

 

L’aurora irraggia, poco a poco, tra le ombre rosse. Orfeo rivolto verso l’esterno, esclama:

 

ORFEO

E’ l’alba, Euridice... Ricordi, cara, quante albe vidi nascere sulla collina, al tuo fianco? Ricordi, Euridice, gli uccellini che venivano ad accettare la sfida della chitarra di Orfeo? Ricordi il sole irraggiante sul nostro amore?

Alza le braccia verso l’aurora

Euridice, tu sei l’alba! La notte è passata, il buio è scomparso. Aspetta, mia Euridice! Vengo, aspettami...

 

Esce, suonando la sua chitarra, tra gli accordi leggerissimi della batucada. Le donne corrono dietro a lui, ma il nuovo ritmo le prende sempre di più. Ad ogni movimento in avanti, rispondono con un riflusso generale, languido, secondo il tempo del samba.

 

ORFEO

Molto lontano

E’ l’alba, Euridice...

 

LE DONNE

In coro, danzando, cantano senza parole, con suoni in sordina, suoni che aumentano come violini

Hum... m... m... m...

 

La scena rimane così; le donne danzano languidamente, i due vagabondi fanno la lotta della capoeria a destra, nella sala che diventa sempre più chiara. Si ode sempre la voce di Orfeo, e la sua chitarra, molto lontano, un un tocco pianissimo di batucada. Poi cala lentamente la tela.


ORFEO

Con le mani sopra gli occhi, come abbagliato.

LA DAMA NEGRA

ORFEO

LA DAMA NEGRA

ORFEO

LA DAMA NEGRA

ORFEO

LA DAMA NEGRA

ORFEO

LA DAMA NEGRA

ORFEO

 

 

1 Macumba:: cerimonia feticista di provenienza africana con elementi cristiani, accompagnata da danze e canti al ritmo del tamburo.

 

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

La guarda come se non la riconoscesse.

EURIDICE

Corre verso di lui.

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO


EURIDICE

Ridendo.

ORFEO

EURIDICE

Baciandolo.

ORFEO

EURIDICE

Si abbandona.

ORFEO

L’abbraccia alla vita.

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

Con la voce strozzata.

EURIDICE

Pensosa.

ORFEO

Con un singhiozzo.

EURIDICE


ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

Scherzosa.

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ARISTEO

Con voce singhiozzante.

LA DAMA NEGRA


ARISTEO

LA DAMA NEGRA

ARISTEO

Con un grido selvaggio.

LA DAMA NEGRA

ARISTEO

LA DAMA NEGRA

ARISTEO

LA DAMA NEGRA

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO


EURIDICE

Baciandolo.

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

La bacia.

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

EURIDICE

ORFEO

Guarda il buio.

EURIDICE

Baciandolo.

ORFEO

Baciandola.

EURIDICE

Morendo.

ARISTEO

Fuggendo mascherato.


 ATTO TERZO

 

La stessa scena del primo atto. Crepuscolo. Di fronte alla baracca di Orfeo si vedono gruppi di persone che conversano con tono grave, attente agli scoppi di pianto e, a tratti, si odono grida animali di dolore che provengono a Clio, nell’interno della casa. Entra il coro

 

 

CORO

 

PRIMA VOCE

Ahi, Orfeo...

 

SECONDA VOCE

Proveo Orfeo...

 

TERZA VOCE

Orfeo così puro...

 

QUARTA VOCE

Tanto puro che impazzì d’amore...

 

QUINTA VOCE

Credo in Orfeo...

 

SESTA VOCE

Creatore di melodia...

 

PRIMA VOCE

Orfeo, figlio di Apollo...

 

SECONDA VOCE

Il nostro Orfeo!

 

TERZA VOCE

Nacque da Clio...

 

QUARTA VOCE

E patì molto. Sotto il maggior potere della poesia...

 

QUINTA VOCE

E fu crocefisso dalla passione...

 

CORO

All’unisono

Discese nelle tenebre, e dalle grandi tenebre risorse alla luce, e salì alla collina ove sta vagando come anima in pena cercando Euridice...

 

CLIO

Invasata

Ah, maledetta! Maledetta! Che hai fatto di mio figlio?...

 

APOLLO

Con tono afflitto, dal di dentro

Calmati, cuor mio, pazienza Clio, per l’amor di Dio... Ci sono i vicini, mia cara

 

CLIO

Urlando

Vacca! Prostituta! Cagna! Vagabonda! Nasci di nuovo, e io ti carò gli occhi! Svergognata! Spudorata! Nasci di nuovo, nasci!

 

APOLLO

Figlia mia, figlia mia, calmati...

 

CLIO

In pianto

Vattene via! Vattene lontano da me! Voglio mio figlio! Dov’è il mio Orfeo?

 

APOLLO

E’ qui, docile come un bambino, la follia di Orfeo, donna, è serena...

 

Si ode un rantolo di Clio

 

CLIO

No, è menzogna! Pazzo il mio Orfeo”

Ah, Dio del cielo! Portamio subito via; voglio trovare quella negra che reso folle il mio Orfeo!

Portami via mio Dio...

 

Cambia tono

No, non voglio più saperne di Dio!

Che Dio è questo che spense così lo spirito di Orfeo?
Non voglio Dio! Dio di menzogna, Dio di invidia, Dio...

 

Una crisi di pianto l’interrompe

 

UN UOMO

Fuori

Mio Dio! Che orrore!

 

UNA DONNA

Fanceno la croce

Vergine Nostra Signora! Povera donna!

 

SECONDA DONNA

Si dovrebbe fare qualcosa...

 

TERZA DONNA

Sì, bisogna chiamare un medico...

 

SECONDO UOMO

Ma sì! Ognuno ha... un medico, qui sulla collina...

 

Si volge in tono ironico all’altro uomo

Ehi, tu... prendi la Cadillac e chiama il medico

 

L’ALTRO UOMO

Serio

Non far lo spiritoso

 

SECONDO UOMO

Uh, Perchè? E’ stata la donna a mandarmi...

 

LA DONNA

Mio Dio, aiuto! Non si rispetta più il dolore degli altri. Quando Orfeo aveva salute non era così, questa collina era felice.

 

UN VECCHIO

Scuotendo la testa

E’ vero, è vero! Con Orfeo sulla collina era diverso, v’era pace. La musica di Orfeo aveva un potere divino...

 

UN ALTRO VECCHIO

Proprio così. Ed è impazzito. Povero ragazzo...

 

Dentro la baracca riprende il pianto di Clio. Dalla scalinata, appaiono alcune donne con recipienti di latta pieni d’acqua sul capo; esse si mescolano alle presenti per commentare la scena “ad libitum”. Appare Apollo sulla porta

 

APOLLO

Non so più cosa fare. Sono stati tre giorni di martirio... Provera la mia vecchia! Sta impazzendo proprio come il figlio...

 

CLIO

Dal di dentro

Ah, chi mi riporta il mio Orfeo,

Ah, chi mi riporta...

 

APOLLO

Mio Dio, che orrore! Perchè questo mondo non ha pace? Perchè tanta passione?

 

CLIO
Piangendo

Non ne posso più! Uccidetemi, per carità...

 

APOLLO

Ai presenti

Voi, qui... Per favore, amici... fate qualcosa...

Per la stima che aveste per il mio Orfeo, fate qualcosa...

 

Entra asciugandosi una lacrima; commenti “ad libitum”

 

UNA DONNA

Che tragedia! Anch’io non ne posso più. Sono tre giorni!

Questa donna non resiste più. E’ necessario che qualcuno vada giù per vedere se riesce ad avere qualche soccorso...

 

UN UOMO

Un’ambulanza! C’è un posto pubblico. Faccio un salto.

 

UNA VECCHIA

Ca’, corri, figlio mio. E Dio ti assista.

 

L’uomo scende correndo. Per un momento regna un grande silenzio nel gruppo.

 

UNA DONNA

E Orfeo, dove sarà mai?

 

UN’ALTRA DONNA

Sta vagando.

Passa i giorni sulla collina, pazzo...

Mio figlio l’altro giorno ancora lo incontrò, dice che è impressionante.

Voi conoscete il mio ragazzo, non è vero? Non è pauroso, eppure è tornato così impressionato che s’è dovuto pregare per lui perchè gli passasse...

 

Si fa circolo attorno a lei. Commenti “ad libitum”

 

UNA TERZA DONNA

Che dici mai?

 

UNA QUARTA DONNA

Come fu?

 

LA PRIMA DONNA

Fu così: il mio ragazzo stava venendo dal deschetto dei lustrascarpe. (Voi sapete come lui, birichino com’è, sale la collina là dalla parte del fiume...).

Benissimo. Se ne veniva così, e ormai iscuriva, quando entrò nella foresta. D’un tratto vede un’apparizione! Frega gli occhi: era proprio Orfeo vestito di bianco, come suo costume, con la chitarra sul petto, le braccia aperte, la bocca sorridente, come chi attende qualcuno, qualcuno che già venne: infatti, guarda da un lato e tutt’a un tratto apre le braccia così, e correndo fugge via. Mio figlio lo segue; ma Orfeo si nasconde, chi sa dove... Poveretto! Proprio come un’anima in pena... Forse peggio, poichè sta pendando in vita!

 

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LA SECONDA DONNA

E mai nessuno udì un suono uscire dalla chitarra...

 

LA TERZA DONNA

Sì, è impazzito! Tutto va male sulla collina. Tutto. Quante liti. mio Dio, son venute fuori. Quanta gente se n’è andata su altre colline. E’ stato il malocchio, sì.

 

LA QUARTA DONNA

Taci! Taci! Non chiamare ancora la sventura, donna.

Io, per me, me ne vado. Qui, non ci resto.

 

Commenti “ad libitum”

 

LA PRIMA DONNA

Mira, avete sentito? E’ pazza, Mira...

Matta da legare, Mira... Dice che resta là nella “Tendinha” (*1). Mira, assieme a quelle altre prostitute che stanno lassù

 

(*1 Tendinha: piccolo caffè di infimo ordine)

 

E che fanno ogni sorta di meretricio; dicono male parole e s’accapigliano.

E fanno sortilegi durante la notte, e dicono che fu per causa sua che Aristeo, l’allevatore di api, accoltellò Euridice, e che Orfeo è impazzito per lei, solo per lei, e non per Euridice... guardate un po’!

Nessuno vuol più passare là vicino... Ed hanno ragione. Ah! Mondo pazzo!

 

UN UOMO

E pensare com’era la collina una settimana fa...

Non sembrava neppure una collina della città! Una calma, un piacere, un’armonia!

Quanti samba di Orfeo di bocca in bocca, quante feste con Orfeo sempre presente. Quanta Pace...

 

Commenti “ad libitum”

 

UN’ALTRO UOMO

Lasciatemelo dire!...

Fu Orfeo che mutò la mia vita, devo a lui quello che sono.

Anticamente, ero solo bravate e litigi senza motivi: ed ecco che lui venne, e parlò con me.

Orfeo non era un uomo, era un angelo... ora ditemi, ne vale la pena?

Macché! Donna è perdizione...

 

UN’ALTRA DONNA

E non mancava nulla a nessuno.

Orfeo non so come conosceva ogni necessità e subito appariva con qualche soldo: tutto dai suoi samba...

Una tristezza in casa? Un guaio? Venica, si muoveva, si girava, batteva un samba improvvisato, giocava... Un angelo. Aveva piedi fatati...

 

Una donna si mette a pregare ed esce dalla scena correndo

 

LA SECONDA DONNA

Poveretta. E’ cotta per Orfeo. Fu la sua donna prima di Euridice, non l’ha mai dimenticato...

 

Si ode di lontano la sirena di un’ambulanza che poco dopo cessa. Subito dopo si sentono i suoni lontani di un batuque battuto su casse e su recipienti di latta. Questi rumori devono avvicinarsi progressivamente durante le scene che seguono.

 

LA PRIMA DONNA

E’ l’ambulanza!

 

Corre alla baracca e dalla porta grida

Eh, signor Apollo. E’ l’ambulanza...

 

APOLLO

Appare sulla porta

Poveretta! E’ ridotta un cencio. Non dorme. Piange sempre correndo con glio occhi aperti, con la mano sul cuore.

 

LA PRIMA DONNA

Avvisala, perchè non abbia a prendersela...

 

APOLLO

Grazie

 

Entra. Il suono del batuque si fa sempre più vicino. Appare, estenuato, l’uomo che era sceso per chiamare l’ambulanza, accompagnato da un altro uomo. Portando una barella

 

L’UOMO

E’ tutto pronto, gente!

Ho portato la barella. L’ambulanza è giù, se la prendono comoda, quelli... Indovina cosa ha detto il dottore? “Voi siete forti, salite e portate la donna che io aspetterò giù, e presto, perchè ho un caso urgente che mi aspetta...”

 

UN ALTRO UOMO

Questa storia dovrà pur finire...

 

Dal di dentro della baracca si ode un grido disperato di Clio

 

CLIO

No ! Non voglio andare! Lasciatemi in pace!
Voglio il mio Orfeo! Dov’è mio figlio? Dov’è mai? Apollo, voglio mio figlio!

 

APOLLO

Va bene, figlia mia. Sta’ tranquilla. E’ Orfeo che ti ha mandato a prendere. Ti aspetta. Vieni.

 

CLIO

E’ una menzogna! Questa è una tua menzogna. Ah, Dio del cielo perchè soffrire così?

 

APOLLO

Appare sulla porta

Voi, per favore aiutatemi

 

Due uomini avanzano ed entrano nella baracca. Si odono prima rumori di lotta e poi di cose rotte. Clio appare sulla porta, disfatta. Il suo aspetto è terribile

 

CLIO

Per carità! Non portatemi via! Non portatemi lontano da mio figlio. Io voglio lui.

Anche pazzo, è mio figlio, è il mo Orfeo. Per carità, andate a cercare mio figlio: sapete, Orfeo della Concezione, un bel ragazzo, con la chitarra sul petto, è sempre qui... voi lo conoscete, è il mio Orfeo... dicono che è impazzito, ma è una menzogna, lo so. Orfeo è musico. La sua musica è vita. Senza Orfeo non c’è vita. Orfeo è la sentinella della collina, è la pace della collina. Senza lui non c’è pace, non c’è nulla, c’è solo una madre disgraziata, una madre triste con il cuore sanguinante. E tutto per una sudiciona, una spudorata: una negretta senza nessuna grazia

 

Improvvisamente invasata

Svergognata! Nasci di nuovo, nasci!

Ti pianterò le unghie nella faccia,

ti strapperò gli occhi con queste dita,

ti coprirò il corpo di coltellate

 

Cambia subitamente tono

No, non è morta! Mio Dio non permetterlo!

Eo la voglio per me, io voglio Euridice, la voglio per me. Solo un momento!

Giuro che poi sto buona, buona, lo prometto.

Dio del cielo! Non voglio nulla, solo voglio che mi portino alla sua fossa, per tirarla fuori dalla terra, voglio dissotterrare il suo corpo di sgualdrina, vederla putrida, tutta disfatta, piena di vermi...

 

APOLLP

Accorre verso di lei

Basta, Clio! Basta!

 

CLIO

Buttandolo lontano

Ah, basta. Basta! Abche tu, Apollo, Anche tu difendi quella prostituta...

 

Si slancia contro di lui tentando di graffiarlo. Vari uomini corrono in soccorso di Apollo e riducono Clio all’impotenza. Essa lotta furiosamente fin che, esausta, cade al suolo.

 

APOLLO

Ecco fatto. Ora mettetela sulla barella. E andiamocene via.

 

In questo momento entra in scena l’insieme del batuque, il cui ritmo è venuto avvicinandosi durante le scene precedenti. E’ un gruppo di bambini lustrascarpe, che battono con le spazzole sulle casse e le latte. Non prestano molta attenzione a ciò che avviene e vanno a sistemarsi in un angolo, senza cessare di battere, mentre i presenti depongono Clio sulla barella

 

UN BAMBINO

Cantando

Pace, molta pace!

Pace, molta pace!

Come ci manca in questo mondo, ragazzo...

 

SECONDO BAMBINO

Che sembra il capo della banda

No, questa no. Cantiamo l’altro, quello di Orfeo, quello che egli diede a me...

 

TERZO BAMBINO

Ci stufi, sai, con questo tuo samba...

 

SECONDO BAMBINO

Lascia stare! Su! Andiamo! Attacca!