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Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

 

IL POTERE DEL NOME

di Ombretta Terribile

(Laureata in Scienze dell’Educazione presso la cattedra di Psicologia dello Sviluppo. Università degli Studi di Salerno – prof. M.V.Carbonara) 

Se quando andiamo a dormire, proviamo a pensare alla giornata appena trascorsa, ci accorgiamo che nulla di ciò che è accaduto corrisponde a ciò che avevamo immaginato.

Spesso proviamo ad anticipare gli eventi, ad immaginare come sarà una determinata situazione, a come potremmo reagire alle provocazioni di quella determinata persona…

Eppure, ogni volta ci rendiamo conto che la realtà è cosa diversa dall’ immaginazione.

Alla fine di ogni giornata, una persona ha subìto una serie di condizionamenti provenienti dalla realtà, che l’hanno modificata, fosse anche per qualche aspetto trascurabile.

Ma proviamo per un attimo a pensare il contrario : può l’ immaginazione condizionare la realtà ?

Può, qualcosa che proviene dalla mente di altri, condizionare la nostra esistenza ?

La risposta è sì ! Ed è tale soprattutto quando proviamo a descrivere un piccolo universo di significati che proviene esclusivamente dalla nostra mente; un elemento che è il prodotto di un’ immaginazione  che racchiude in un unico continuum passato, presente e futuro.

Ciò di cui sto parlando esiste ed è il NOME.

Non è forse vero che il nome proviene esclusivamente dalla mente di chi lo assegna ? che non ha una struttura materiale ? che nasce da una decisione condizionata da eventi passati confrontati con eventi presenti ? che una volta assegnato condizionerà la vita del nominato ?

Nel momento in cui scegliamo un nome per una persona, la nostra mente elabora informazioni provenienti da innumerevoli aspetti del nostro Sé : i nomi delle persone più care, di quelle antipatiche, il ricordo di un viaggio in un particolare continente, il gradevole odore di un fiore, una fede religiosa, un personaggio importante…

Solo dopo un lavoro del genere diamo vita ad un nome.

E volete che tutto questo non vada ad incidere sulla vita di chi lo porta ?

I nomi che creiamo corrispondono a noi stessi, a ciò che siamo e vorremmo essere; per questo i genitori impiegano tanto tempo per scegliere un nome da dare al nascituro.

Per farlo subito, dovrebbero avere la piena coscienza di se stessi, ma questo non è possibile, non tutto ciò che siamo si rende disponibile immediatamente…

Alcuni aspetti di noi stessi vengono fuori a nostra insaputa e, anche in questo caso, i nomi hanno una notevole importanza : analizzare un nome, il suo significato, ci permette di capire tanti aspetti della personalità di chi lo ha generato.

Possiamo risalire all’affetto o alla dipendenza che una persona ha per un’altra, alla passione per un personaggio famoso, ai suoi gusti, alla società in cui vive, alle sue aspirazioni, perfino alle sue paure…

Ma se il nome racchiude tutto questo, perché spesso viene dato per scontato ? perché difficilmente ci capita di pensare al reale significato del nostro nome ? perché non riusciamo a prendere le distanze dal nostro nome per poterlo meglio analizzare ?

Questo avviene perché prendere le distanze dal proprio nome, significa prendere le distanze da se stessi, significa considerare se stessi oggettivamente, senza alcun coinvolgimento personale…

Alzi la mano chi è disposto a correre questo rischio !

Se riuscissimo a fare qualcosa del genere, non saremmo esseri umani ma asettici elaboratori di informazioni e, soprattutto, a cosa servirebbero i sogni…

Persone con nomi bizzarri hanno impiegato anni di analisi per risolvere i conflitti legati al loro nome; altre hanno cambiato nome per evitare le continue “battuttine” da parte degli altri; altre ancora, hanno creduto di poter intraprendere una determinata carriera solo perché portatrici del nome di un particolare personaggio famoso.

Secondo voi, i vari “Alessandro Manzoni”, non hanno mai pensato in un momento della loro vita di essere in possesso di una particolare intelligenza letteraria ?

Ma non considerateli dei folli, forse lo saranno realmente, piuttosto perché non pensare alle dinamiche inconsce dei signori “Manzoni” che hanno chiamato i loro figli “Alessandro” ?

Quando lo hanno fatto, probabilmente pensavano proprio a quel Manzoni con la segreta speranza di dar vita ad un genio della letteratura !

Quanti “Diego Armando” sono nati l’anno in cui il Napoli vinse lo scudetto ?

Veramente Tanti !

Tanti segnati, etichettati da un nome, che dovranno faticare il doppio per dimostrare agli altri ciò che sono realmente.

Tanti che dovranno spiegare ogni volta il perché del loro nome, che dovranno sopportare le battute ironiche degli altri, che dovranno sentirsi in imbarazzo ogni volta che verrà pronunciato il loro nome in classe durante l’appello.

Tanti che, per tutta la vita, non potranno considerare il loro nome come un semplice nome…

Se pensate a questo, allora riuscirete a capire anche quanti non riescono a sopportare questo enorme peso, il fatto di dover dimostrare ogni volta ciò che sono realmente, al di là di quel nome…

Sono proprio questi i casi in cui nascono vere e proprie patologie da nome.

Proprio in casi come questi, alcuni, anziché dimostrare ciò che sono, si arrendono e finiscono per essere ciò che il loro nome significa.

Finiscono col dar vita ad un Sé che si appoggia ad un Sé precostituito, rendendo se stessi l’ombra di ciò che gli altri vorrebbero che fossero.

E’ questo il caso in cui il nome diventa una profezia che si autoavvera, è questo il caso in cui il nome manifesta tutto il suo potere, il momento in cui qualcosa di immaginario condiziona la realtà !

E allora, qualcuno ha ancora dubbi sull’ importanza del nome ?

Per quanto mi riguarda, dubbi non ne ho mai avuti…

 

 

OMBRETTA TERRIBILE