L'erbarioWolf Periodico di comunicazione, filosofia, politica
Rubriche
 

Nuova Rivista Cimmeria

 Filosofia Italiana

 

di Clelia Sorrentino

 

L'inespressivo occhio straniero frugava di tanto in tanto al di sopra dei suoi occhialini e delle pagine spiegazzate del quotidiano. Lo sguardo abbracciava la sofferente Selvatica, appiattita e raggomitolata in un cantuccio estremo del traghetto quasi a cercarvi conforto e calore. Un percorso burrascoso il nostro, dalla terraferma all'isola. Il signore non era un attaccabrighe; tutt'altro. Stava lì nell'altro angolo dell'imbarcazione, impassibile in apparenza, ma costituiva una presenza rassicurante se sei in balìa di un mare forza sei e noi due eravamo gli unici viaggiatori contro stagione, presumibilmente non vacanzieri e piuttosto attempati. Fu quando infine raccolsi le mie cose, seni e grembo ancora sussultanti, come enfiati dai malumori della marea e, barcollante per lo sbatacchiamento, in preda a brividelli umidicci, fra traveggole e disgusto, che mi porse la destra. Brrrr, si era in porto! La sua mano calda fu sul mio polso mentre ci apprestavamo a scendere da quella maledetta imbarcazione. Stretta secca la sua, solidale e coinvolgente, esente da morbosità. D'un subito stavo meglio, rincuorata da nuova linfa; nelle vene pulsava una sottile ma intensa corrente energetica. "Quella pressione scesa ora sul palmo, m'irradiava voglia di star bene, sicumera. Poi, di colpo, sulla scaletta, le sue dita abbandonarono la presa, ritraendosi. Il palmo che gli s'era affidato in totale apertura, piombò sul ferro freddo del corrimano, inerte. Fu subitaneo svuotamento abissale. La breve fiammella che aveva scaldato petto e vene e polsi d'energia vitale, ti riconsegnava all'uguale ch'era in te, a quel mondo meschino e straconosciuto di difese, di divieti di dare e ricevere, di ridicole prudenze cui t'eri assuefatta e pasciuta giorno dopo giorno. Folgorante l'imprevisto, il barlume di mutamento, di disordine, t'aveva raggiunta attraverso una stretta solidale, un segno da cogliere, da coltivare, invece già si dissolveva in difese mediocri, in quelle diffidenze usuali che soffocano d'acqua gelida le esaltazioni: - BE SAVE. DON'T BE ESCLAVE, PAY ATTENTION! Così si spengono le illusioni in nome dell'eterna chimera o col miraggio di raggiungere la verità che, così sfrondata, dovrebbe collimare con la libertà. - Niente contatti, fai a meno dei legami, così confermi la tua indipendenza - Ti rassicuri - Tu sai e puoi benissimo vivere da sola. Il resto crea solo scompiglio e delusione. Ora, sovrana, ti consola l'orgoglio onnipotente. Ce l'hai fatta. Chissà lui. Boooh! Scomparso nelle nebbie del porto, seguito da quel farfuglio sulla scaletta (un saluto) sovrastato dal fragore schiumoso dell'onda - Solitaria, irraggiungibile creatura - incomprensibile. Nel tuo polso c'è un vuoto d'amore che non è permesso di capire. La sua pupilla per prima, poi la sua mano mi avevano riconosciuta. Era un affine riconsegnato alla propria selvatichezza? Ora sei tutta tua, Selvatica e di mano e di strette ti cingi da sola.