|
Correttezza politica La
rubrica Politically Uncorrect
è stata creata l’anno scorso per dare un giudizio un po’ o molto irriverente
su fatti di cronaca che lasciano sconcertati; un motto un po’ inconsulto,
uno scherzo sardonico. Questo carattere resta nonostante i tempi nostri,
così difficili da vivere per chi abbia passione politica. Sartori
ha scritto sulla televisione cose che possono sembrare disequilibrate,
lontane dal saper prospettare una politica della comunicazione efficace;
eppure il suo Homo videns si fa leggere lo stesso con
interesse. Perché esprime in modo compiuto lo sconcerto di chi, appassionato
di politica, studioso emerito di essa, si ritrovi a guardare i nostri
tempi ed il modo in cui si tratta la politica. Lasciamo
perdere i contenuti e le polemiche contro questo o quello: sicuramente,
la politica mediatica è una cosa volgare. Finisce ogni attenzione a
quel che si dice, sostituita dall’immagine in figura o in parole. Saper
urlare una domanda stupida può valere molto di più, in termini di convinzione
e di voto, di una parola meditata ed equilibrata. E’
il tempo dell’immagine. Occorre abituarsi quel tanto che è indispensabile
al medium: ma senza i contenuti, non esiste politica democratica ma
solo retorica avvocatizia, discorsi alla nazione, brutale sopraffazione
dell’intelligenza ad opera della facondia – e peggio. Un lifting non
può contare quanto la presenza sulla scena politica. Così
non va, se si crede nella democrazia. Ma non è facile capire come cambiare. Perciò
la rubrica, nata come un articoletto irriverente, tanto per ridere,
da ora si trasforma in un approfondimento con articoli diversi. Non
è escluso il motto esasperato, ma ci si impegna in seri momenti di riflessione,
di diverso peso: per suggerire che la prospettiva da cui bisogna guardare
ai problemi della politica è seria, deve restare tale, deve cimentarsi
con i problemi dell’oggi ma saper guardare anche con l’occhio della
filosofia politica. Altrimenti,
ci dimentichiamo qual è la differenza tra il liberismo ed il liberalismo.
Tra quest’ultimo e la democrazia. Tra entrambi ed il socialismo. Tra
tutti ed il comunismo, burocratico e no, che non può essere indicato,
come oggi si fa, per tacciare di diabolico rosso tutti i diversamente
opinanti. Sconcerta vedere nelle pagine dei giornali, cui non accedono gli illetterati, confusioni inconcepibili, mancati approfondimenti che rendono impossibile, a chi è solo lettore, di comprendere qualcosa della politica. I momenti della cultura sono in genere illeggibili per chi non sia già competente, trattando dell’ultima novità o della ricorrenza di oggi, supponendo una base di conoscenza che invece spesso è davvero elitaria, negando la stessa ragion d’essere di un giornale.
|