(...)Quando i bambini piccoli disegnano
fiori, animali, casette, inseguono articolazioni, movimenti grafici,
presenze allusive. Disegnano cioè qualcosa che vuole essere, che è in nuce:
insomma, un seme. Anche gli architetti con freschezza di idee e di
immaginazione esprimono, prima d'ogni cosa, un sentimento, uno spazio, una
"presenza grafica" che dovrà poi crescere e svilupparsi, esprimono dei
semi di architettura.E' come se ci fosse, anzi c'è un mondo delle
immagini, come un mondo di anime che vogliono venire alla luce. Lì attinge
chi riesce a costruirsi una scaletta semplice e tanto lunga da arrivarci,
i bambini sono tanto agili da giungervi presto. In questo mondo delle
forme ve ne sono tante usate e strausate, ma tante altre no, proprio
nessuno le ha ancora usate. Qualcuno dice che è il mondo della storia o
degli archetipi o dei tipi, o dalle funzioni da cui poi trarre forme. Io
dico semplicemente che quello è il mondo delle immagini. Superando le
forche caudine della mente e del già pensato, si può sperimentare la
progettazione libera, il progettare senza pensare.
E vengon fuori semi di architettura.
(...)Dappertutto ci sono esempi, spunti, le
immagini sono ovunque: all'isola d'Elba, le case più antiche sono semplici
e pure. Porto Azzurro è fatto di puri volumi, con bucature ritagliate nel
muro, il cui inserimento nel paesaggio o tra il verde induce alla poesia.
Il paesino marino è un "gioco di volumetrie sotto la luce"; gli uomini si
muovono in questo puro gioco di soluzioni disposte in modo discreto,
morbido dal colore uniforme, rosato, tenue, antico. L'emozione è prodotta
da immagini e produce immagini. Teoria evocativa. Il momento centrale
dell'esperienza teorica-scientifica-filosofiaca ed estetica è evocativo,
lo si incontra lungo i sentieri della memoria. Progettare è evocare.
Immagini di R.
Dalisi dal volume "Progettare
senza pensare"(Electa Napoli, 1998)