Wolf Periodico di comunicazione, filosofia, politica | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il percorso
dei Media-Amici di
Giovanna Annunziata La
Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia, già impegnata
da anni in attività per l’assistenza e la promozione culturale e sociale
del bambino, costituisce nel 2002 l’Osservatorio Bambini
e Media organismo deputato allo studio sistematico del rapporto
tra i bambini ed i mezzi di comunicazione. L’approccio al tema è globale
- perché comprende tutti i media - e sistemico perché precisa
il progetto attraverso la metodica della ricerca-azione: da un
lato lo studio teorico di modelli didattici finalizzati all’inserimento
della media education nella formazione, dall’altro la sperimentazione
sul campo dei modelli stessi, realizzata attraverso la creazione di
una rete di scuole ed istituti educativi nei quali vengono costantemente
tarati i risultati della ricerca attraverso laboratori specifici attuati
da esperti e maestri di gioco formati dall’Osservatorio. Questo
circuito ininterrotto permette la divulgazione dei kit di gioco
messi a punto col contributo scientifico dell’Osservatorio di Comunicazione
Federico II dell’Università di Napoli e la continua verifica della
funzionalità ed efficacia di tali modelli attraverso la partecipazione
di bambini ed insegnanti alle attività, cioè attraverso il coinvolgimento
diretto dei protagonisti dell’azione.
Parte integrata dell’Osservatorio Bambini e Media grazie
ad un protocollo d’intesa che comprende anche il Consorzio ARPA, è l’Osservatorio
di Comunicazione Federico II dell’Università di Napoli che elabora
i progetti di ricerca in sede locale, controlla le attività dei gruppi,
analizza i dati, coordinando una ricerca e azione di valore formativo
e raccogliendo dati sul territorio. L’Osservatorio è stato fondato nel
1997 nel Dipartimento di Filosofia della Federico II, ha realizzato,
tra le numerose iniziative, tre giornate sulla pubblicità e tre convegni
sul gioco, pubblicando gli atti relativi (C. Gily, Frammenti di mondo,
Editoriale scientifica, Napoli 1999; id. Il diritto al gioco,
Palladio, Salerno 2000; G. Annunziata, Il diritto al gioco intelligente,
Graus Eurocomp, 2001). Coordina attività di sperimentazione scolastica
di media education grazie al collegamento con la Fondazione e
con SSL che realizzano i progetti ed insieme guida gruppi di studio
e di ricerca sui media. Ad esso partecipano professori delle facoltà
di Lettere, Sociologia, Architettura, Ingegneria, ma anche formatori
professionali e studenti. Il
lavoro sinergico dei due istituti ha dato vita, nel corso del 2003,
ad un progetto complessivo dal
titolo Le Città dei Mediamici,
il cui slogan è stato “Usare i media senza farsi usare”.
L’obiettivo è quello, attraverso
l’utilizzo sia di media tradizionali che di new media, di educare lo
spirito critico e formare l’immaginario dei nuovi tempi, capace di proporsi
originalmente e senza obbedienza alle mode, imposte dai media con nuova
penetrazione nel costume. Con riflessioni teoriche e sperimentazioni
educative, sono stati preparati una serie di eventi dotati
di visibilità, per dare occasione alla città ospitanti di riflettere
sul medium, di elaborare una posizione in proposito, di creare attive
occasioni di intervento, per riflettere sulle possibilità di lavoro
e di creazione che i nuovi media offrono. Per
pensare ad individuare un’ecologia dei media che permetta di muoversi
correttamente nell’ambiente virtuale in cui tutti viviamo, formato dai
messaggi del cinema, della televisione, della rete, e che si presenta
oggi altrettanto solido e vario di quello reale. Come questo infatti,
l’ambiente virtuale va soggetto a turbamenti dell’equilibrio ecologico,
o meglio noologico (da Nous, mente): il modo per badare a salvaguardare
questo ambiente è di agire con micro azioni, come la sperimentazione
educativa e la formazione in genere dello spirito critico del pubblico,
e con macro azioni, con iniziative socio politiche per controllare le
emittenti e migliorare i prodotti. Coinvolgendo il mondo della ricerca,
della scuola e della formazione, le imprese che producono i materiali
educativi e d’intrattenimento, le istituzioni locali nella realizzazione
di uno stesso evento. Consentendo una proficua interrelazione tra i
diversi soggetti collaboranti nello stesso medium, dando ad ognuno nuove
idee per sviluppi capaci di coinvolgere più forze nella stessa direzione. Ognuna delle tappe di
questo percorso, conclusosi a dicembre presso la Città della
Scienza di Napoli, ha specificato le competenze su un singolo medium
mostrandone le caratteristiche precipue e presentando proposte e metodologie
di azione tese a migliorare il rapporto dei bambini con esso, ad evidenziarne
gli aspetti positivi come le distorsioni derivanti da un uso scorretto
oppure eccessivo: a Napoli, a Galassia Gutemberg (libro)
Mediamici ha presentato alcuni dei volumi prodotti nel corso della ricerca
(C. Gily, In lusio, il gioco come formazione dell’immaginario,
Graus Eurocomp 2002; G. Strino L. Burgassi A. Santoro, C’era tre
volte il principe Gianni, Graus Eurocomp 2002); a Siano è stata
presente con i prodotti di un laboratorio di scrittura
creativa; a Giffoni (cinema)
con i prodotti di un laboratorio televisivo, partecipando con proprie
realizzazioni ad eventi già organizzati con successo da anni; a Castellammare
di Stabia (televisione), nella manifestazione
Castelli di sabbia e mare di antenne, Mediamici ha presentato
diversi elaborati prodotti nei laboratori dedicati alla televisione;
nell’evento Radio Days organizzato tra Sant’Angelo dei Lombardi
e Lioni (radio) e durante il quale è stata prodotta la Carta
di Lioni[1][1],
nei laboratori è stata sottolineata l’importanza di recuperare il valore
della voce e dell’intonazione in una società della comunicazione fondamentalmente
visiva; ad Airola e S. Agata
dei Goti si è affrontato il discorso sui videogiochi
focalizzando l’attenzione sui meccanismi di simulazione ed identificazione
affinché si impari a distinguere tra mondo reale e virtuale e sulla
necessità di correggere gli errori nella fruizione del mezzo; a Marcianise
(Caserta) si è parlato del telefono
quale medium ibrido che ingloba oggi le procedure espressive dei vari
media; a S. Giorgio la Molara, S. Giorgio del Sannio, S. Giorgio a Cremano
(Internet) nella manifestazione intitolata
S. Giorgio e il drago le attività svolte hanno riguardato le
enormi possibilità formative e divulgative offerte da Internet e sono
state significativamente presentate attraverso il collegamento in rete
di tutti i comuni coinvolti in videoconferenza; infine a Napoli, presso
la Città della Scienza, dal 15 al 19 dicembre 2003, si è tenuto
l’evento conclusivo del percorso: cinque giornate dedicate in parte
ad attività convegnistiche (che hanno visto alternarsi sul palco studiosi
di livello internazionale) ed in parte laboratoriali nelle quali gli
esperti dell’Osservatorio Bambini e Media hanno presentato ad
insegnanti e bambini workshop e laboratori su tutti i media, coinvolgendo
nel progetto le scuole e gli istituti presenti. In questa occasione,
inoltre, l’Osservatorio ha presentato tutti i lavori prodotti fino ad
oggi tra cui numerosi Cd-rom di giochi didattici realizzati sia
dagli esperti che dagli stessi ragazzi, un gioco-quiz sui media (Under
Media) ed il Manuale di Ludodidattica dei media
(curato dal direttore scientifico dell’Osservatorio Bambini e Media,
Prof.ssa Clementina Gily) nel quale sono contenute le linee guida della
sperimentazione e alcuni dei kit di gioco attraverso cui si è sperimentata
la ricerca. Il progetto nel suo insieme
non solo concorre a risolvere l’urgente problema della formazione delle
nuove generazioni ai media ma intende colmare le preoccupanti distanze
tra società e scuola invitando
quest’ultima ad affiancare alla didattica tradizionale i nuovi importanti
supporti offerti dalla multimedialità. “Due sono gli aspetti – come
scrive Clementina Gily - per cui la scuola deve tener conto della televisione
e dei media in genere: insegnare quel che il medium non insegna, cioè
educare a decodificare i messaggi latenti, quelli che sono volontariamente
nascosti e su cui non c’è il progetto di educare l’utente; e considerare
che con tali concorrenti la cultura classica, capace di fornire le armi
della critica, deve rinnovarsi in modo adeguato per poter vincere la
propria battaglia. La superiorità della cultura del libro è innegabile,
almeno oggi, per la profondità di contenuti e di acquisizione. Ma se
essa sarà praticata da piccolissime schiere di dotti in un mare di utenti
televisivi, il quadro assomiglierà ad un medio evo rinnovato. Anche
allora le vette culturali erano presenti e luminose, ma tanto rare da
essere ininfluenti sulla vita dei più.” Ø
Ø Il Calendario degli
eventi
[1] Gli obiettivi principali espressi dalla Carta sono volti a 1. promuovere una cultura dei media attraverso l’uso libero e collaborativi
degli stessi e della new technology in un contesto equilibrato
ed empatico, orientato alla collaborazione ed alla solidarietà reciproca
nel rispetto della Persone e delle Culture; 2. individuare gli spazi per garantire a tutti pari
opportunità nell’accesso e nell’utilizzo degli strumenti della comunicazione
per il superamento del digital divide, in attuazione dell’art.
3 della Costituzione, 2 comma; 3. formare nei minori competenze di dominio degli alfabeti e delle sintassi
delle tecnologie, di analisi e di produzione nel campo dei sistemi
simbolico culturali dei media e nella loro interconnessione. Nel documento ci si propone, inoltre, di
perseguire una periodica analisi della qualità dei media da realizzare attraverso un confronto continuo
tra specialisti del settore che può realizzarsi facilmente attraverso
una tavola rotonda virtuale sul tema: cominciare dall’interno a mostrare
le enormi opportunità offerte dalle tecnologie informatiche e telematiche
è un buon modo per stimolare gli altri a fare altrettanto. Nella Carta, poi, vengono presentate un serie di proposte come la creazione di un marchio di qualità
da accordare ad un prodotto che abbia i requisiti necessari definiti
in base ai parametri di selezione e ai criteri di qualità fissati
dall’Osservatorio; la costruzione di una banca dati nella quale
raccogliere i risultati delle ricerche relative agli effetti dei media
sui bambini e le loro attitudini e preferenze; infine la creazione
di circoli di monitoraggio che possano organizzare l’analisi
dei consumi in famiglia, raccogliendo sia osservazioni di tipo qualitativo
che dati per quantificare le ore dedicate a ciascun media ed alle
relative tipologie di programmi proposte.
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