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POTENZIALITA’ DI UN
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA di Vincenzo Giarritiello Quando la mia amica Monica Marchese mi propose
di coordinare un laboratorio di scrittura creativa per ragazzi presso
la sua libreria CION CION
BLU, a Pozzuoli, accettai con entusiasmo. Già in passato, collaborando con l’Associazione
Culturale “MEGARIS”, avevo vissuto un’esperienza del genere, ottenendo
risultati soddisfacenti, malgrado in quell’occasione mi trovassi al
cospetto di persone adulte; benché un nutrito curriculum garantisse
per me come scrittore, mio malgrado fui costretto a fronteggiare le
reticenze di quanti avrebbero gradito che a guidarli fosse stato un
nome illustre della cultura invece di uno scrittore giovane e pressoché
sconosciuto. Lavorare con gli adulti alla fine si rivelò
un’esperienza molto gratificante, ma operare con i bambini è stato
bellissimo e, soprattutto, molto istruttivo! Liberi da pregiudizi, sono ben disposti nei
confronti di chiunque voglia trasmettere loro quanto può servire per
la realizzazione dei loro sogni. Ma, attenzione, i bambini non sono
soltanto materia duttile che si lascia plasmare senza opporre resistenza.
Nello stesso tempo, senza rendersene conto, loro stessi vestono i
panni di insegnanti in quanto, oltre ad essere dell’inesauribili spugne
alle fonti della conoscenza, l’attenzione e l’interesse con cui seguono
l’educatore, spesso ponendogli domande imbarazzanti, inducono l’istruttore
a una profonda riflessione e a un continuo aggiornamento sull’argomento
da trattare per non farsi cogliere impreparato al momento della verità,
ossia quando la curiosità dei bambini vorrà essere appagata dai suoi
gesti e dalle sue parole. Se malauguratamente ciò accadesse, così
come sanno essere degli irreprensibili allievi, percependo l’inadeguatezza
di chi dovrebbe educarli, all’istante i bambini si trasformano da
angioletti, in folletti spietati e ingovernabili, mettendo in seria
difficoltà il malcapitato fino ad indurlo ad arrendersi! E’ stato un vero piacere osservare l’impegno
con cui i partecipanti al laboratorio hanno sviluppato gli elaborati
che, settimanalmente, veniva proposto loro di produrre; l’istintiva
capacità di immaginarsi situazioni di vita a loro aliene, riproponendole
su carta in maniera convincente, in alcuni casi davvero eccellente,
da veri scrittori, è stata un’inesauribile fonte di insegnamento che
difficilmente avrei trovato altrove e dimenticherò.
L’esperienza che ho maturato nei due mesi di
laboratorio, prima di tutto mi ha insegnato che è errato rivolgersi
ai bambini con la convinzione di trovarsi al cospetto di menti acerbe
cui comunicare in linguaggio limitato per essere intesi. Già il fatto
che un bambino decida di partecipare a un laboratorio di scrittura
creativa indica la sua voglia di sapere e quindi di crescere,
nonché una indubbia dimestichezza con la letteratura. Quasi
tutti i partecipanti, quando chiedevo loro cosa amassero leggere,
mi rispondevano in modo convincente tanto da farmi ritenere che, malgrado
la giovane età, erano già dei discreti lettori. Certo, le tematiche
delle loro letture erano quasi tutte di natura fantastica tipo Harry
Potter, ma ciò non ha impedito che durante gli incontri si leggessero
brani di autori che hanno fatto la storia della letteratura nazionale
e mondiale, come Cechov, Calvino, Tolstoy, Le Mille e Una Notte e altro… Se è giusto che i ragazzi leggano tutto ciò
che è scritto esclusivamente per loro, è anche ragionevole che fin
da piccoli, soprattutto lì dove è manifesto un vivo interesse per
la lettura, con leggerezza li si avvicini ad autori di spessore -
senza nulla togliere a chi scrive solo libri per ragazzi -, affinché
si abituino all’alternanza tra letture leggere e impegnate, ma soprattutto
imparino a leggere di tutto perché ciò è fondamentale per uno scrittore! Il laboratorio, nel senso letterale del termine,
è un luogo dove si compiono esperimenti. Il laboratorio di scrittura
creativa non è da meno: da
un lato è uno spazio in cui si concede a quanti nutrono la passione
della scrittura di potersi finalmente incontrare con altri della loro
età che condividono gli stessi interessi, (e già questo vuol dire
molto considerando che l’argomento e i soggetti in questione sono
spesso in conflitto tra loro); leggendosi i reciproci elaborati e
emettendo un giudizio critico; scambiandosi indicazioni e suggerimenti
per migliorare i reciproci lavori. In tal senso si apprezza la flessibilità
del laboratorio che, allargando la propria finalità, si scopre luogo
dove, oltre all’arte, si socializza affrontando argomenti non futili.
Inoltre il laboratorio consente alla tanto decantata, ma spesso male
utilizzata, fantasia dei bambini di non
disperdersi in mille cose, bensì d’essere canalizzata verso
la realizzazione di qualcosa di concreto qual è un racconto. Contrariamente a quanto molti ritengono, la
fantasia non è un mero luogo ove rifugiarsi per sfuggire alla durezza
della realtà. La fantasia è ENERGIA MENTALE allo stato puro e, come
tale, non deve essere dilapidata in un magma di situazioni controverse
che spesso si risolvono in bolle di sapone. Essendo energia, la fantasia
deve essere orientata e quindi educata alla concretizzazione di un
obbiettivo reale. Così come tutti i laboratori, anche il laboratorio
di scrittura creativa, oltre ad istruire i bambini all’arte della
scrittura, insegna loro a gestire al meglio la fantasia, imponendo
ad ogni incontro una diversa tematica su cui sviluppare un racconto,
costringendo i partecipanti a uno sforzo di pensiero per trarre dalla
propria mente le idee atte a produrre quel particolare tipo di lavoro.
In quest’ottica si comprende che il laboratorio non pone esclusivamente
le basi su cui dovrà poi formarsi l’artista ma si risolve in una situazione
dove, attraverso un’attività ludico-didattica, si pongono le fondamenta
per la formazione dell’uomo di domani! Il laboratorio di scrittura da me coordinato
tra ottobre e novembre 2003, si è chiuso con una serata in libreria
in cui i ragazzi hanno letto pubblicamente gli elaborati (l’occasione
li ha resi anche più solerti ed attenti) e ricevuto un diploma
(Maurizio Chiurazzi; Marida Costantino; Matteo Ferrante; Alessandro
e Lorenzo Giarritiello; Martina La Ragione; Beatrice Parisi). Affettuosamente ringrazio la mia amica Monica
Marchese la quale, promuovendo attività poco remunerative, mostra
d’esser convinta, come me, che la cultura sia l’unico veicolo che
possa traghettare nel tempo la società a un domani migliore. Ringrazio
i partecipanti al laboratorio ed i loro genitori, per la fiducia che
hanno in me riposto. A l’anno prossimo, se Dio vuole!
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