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Una riflessione sul Baricco di "Senza sangue" di Annamaria Abbamonte
Un destino improvvisamente crudele travolge lesistenza di una famiglia, nella località indefinita di un posto senza tempo. Ma Manuel Roca sapeva che prima o poi quegli uomini sulla Merchedes sarebbero arrivati, sapeva ed aspettava, un destino che prima o poi lo avrebbe trovato, terminando la sua ricerca. Aveva saputo nascondersi bene Manuel Roca, aveva costruito un nascondiglio perfetto per sé e per i suoi due figli, nella normalità e nella serenità di una casa e di una famiglia. Lattesa si conclude una mattina come tante, Nina non conosceva, nella sua ingenuità di bambina, la crudeltà che può corrompere gli uomini, e di cui sente solo il rumore e le voci, rannicchiata nella botola in cui il padre laveva fatta nascondere, senza muoversi e senza parlare come lui le aveva ordinato. Aspetta che il papà venga a dirle che può uscire, e resta così ferma anche quando sente i colpi di fucile, le urla di dolore, le voci sconosciute degli assassini di Manuel Roca. Resta ferma anche quando qualcuno alza il coperchio della botola, non sente nulla, incrocia solo due occhi che la guardano, e che non dimenticherà. Dopo un istante che sembra interminabile, in cui la botola viene richiusa, e le voci si allontanano fino a riportare nella casa il silenzio di poche ore prima, fino allo scoppio che la distrugge interamente, non cè più traccia di Nina, ma solo di una bambina che sale a cavallo e se ne va via con uno sconosciuto Una guerra è passata, una delle tante, non importa quale, conta che sia ancora presente nelle vite spezzate di chi l' ha combattuta o subita. Come Nina. Una saggia bimba ormai invecchiata che ci conduce al finale. Alla fine della prima parte del romanzo Nina riprende su di sé, lo stesso destino di vendetta che accompagnava gli assassini del padre, e porta con sé quella sete di vendetta per tutta la sua vita raminga, che ci racconta nella seconda parte del libro. E lincontro con Pedro Cantos a interrompere la spirale di vendetta che le attraversa la vita, e che rimane incompiuta proprio quando sta sul punto di chiudersi di nuovo. Negli occhi di Pedro Cantos Nina sa che ritroverà quegli occhi che lavevano fissata rannicchiata in quella botola, e che le avevano salvato la vita decidendo di non svelare la sua presenza. Sa che quegli occhi sono del suo salvatore, carnefice allo stesso tempo del padre e del fratello e per questo autore del suo stesso destino, ma sa anche che qualcosa di più forte del rancore e del dolore può impedirle di vendicare quelle morti. In quellincontro Nina ritorna bambina, una vecchia bambina, con ancora una speranza ed una possibilità di ricominciare una vita diversa, senza sangue. Perché PER QUANTO LA VITA SIA INCOMPRENSIBILE, PROBABILMENTE NOI LATTRAVERSIAMO CON LUNICO DESIDERIO DI RITORNARE ALLINFERNO CHE CI HA GENERATI, E DI ABITARVI, AL FIANCO DI CHI, UNA VOLTA DA QUELLINFERNO, CI HA SALVATO. ( ) NULLA E PIU FORTE DI QUELLISTINTO A TORNARE DOVE CI HANNO SPEZZATO, E A REPLICARE QUELLISTANTE PER ANNI. SOLO PENSANDO CHE CHI CI HA SALVATI UNA VOLTA LO POSSA FARE PER SEMPRE. IN UN LUNGO INFERNO IDENTICO A QUELLO DA CUI VENIAMO. MA DIMPROVVISO CLEMENTE. E SENZA SANGUE. Bastano parole semplici, ed un libro anche breve, per comunicare un grande messaggio compresso in ununica frase. Tra gli incastri di storie del nostro autore, un unico filo conduttore, che stà lì, alla fine dellultima pagina, nellultima frase, in attesa solo che il lettore arrivi a leggerlo. Stà lì e accompagna le storie nel corso della narrazione, tenendole insieme per poi fuoriuscire allimprovviso, alla fine, in una verità che ti lascia senza fiato. Dopo tre anni, Alessandro Baricco torna alla narrativa, alla perfezione narrativa del suo inconfondibile stile. Questo breve romanzo pubblicato da Rizzoli, esce dopo lintevento saggistico sulla globalizzazione di Next, uscito nella primavera scorsa, e lultima esperienza narrativa di City del 1999, ai quali lautore ha alternato lavori teatrali e giornalistici, accanto alla presenza in cattedra nella Scuola Holden di scrittura da lui fondata e diretta a Torino. In un ambientazione da western allitaliana Baricco proietta una storia senza tempo che già avevamo letto negli altri romanzi, sperimentando lennesima nuova tematica, filo conduttore delle storie e dei personaggi che, come di consueto vengono ad intrecciarsi di pagina in pagina. Ritornano i rimandi alla semplice tecnica narrativa di J. D. Salinger e del suo Il giovane Holden, testo caro allautore tanto da intitolargli la sua scuola di scrittura, soprattutto per lingenua e fresca voglia di raccontare storie, perché non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla (Novecento, 1994) e le finestre che si aprono tra una storia e laltra, che troviamo nel Cuore di tenebra di Conrad. Anche in questo romanzo, di sicuro successo Baricco è riuscito ad esprimere, con le sue storie, i suoi intrecci e le sue parole, una delle più profonde e inspiegabili verità della nostra vita: laspetto camaleontico del destino.
BIOGRFIA BREVE A. Baricco è nato a Torino nel 1958. Scrittore e musicologo, ha pubblicato due saggi di argomento musicale Lanima di Hegel e le mucche del Winsconsin (Garzanti 1993) e Il genio in fuga. Sul teatro musicale di Rossini (Il Melangolo 1988). Ha vinto il Premio Campiello con il romanzo desordio Castelli di rabbia (Rizzoli 1991) e il Premio Viareggio con Oceano mare (Rizzoli 1993). Sempre con Rizzoli ha pubblicato Seta nel 1996 e City nel 1999. Ha scritto due testi teatrali: Novecento e Davila Roa, e tre interventi giornalistici, di cui due raccolte dei suoi articoli sulla Stampa e su Repubblica, Barnum 1 e 2, e un saggio, Next, sulla globalizzazione. Cresciuto nel suo microcosmo di suoni e parole, e facendo ciò che più gli piace: raccontare storie, ha voluto sperimentare anche nuovi terreni al di là di quello letterario, Agli inizi degli anni Novanta, lo abbiamo seguito in televisione a raccontarci libri in Pickwick e esplorare e analizzare le potenzialità espressive delle scene liriche in Lamore è un dardo. e in teatro, con lo spettacolo- non spettacolo Totem, in collaborazione con Gabriele Vacis e il Teatro Settimo di Torino. A novembre lo vedremo impegnato a Roma con una settimana di reading di frammenti tratti da City, in occasione del RomaEuropaFestival.
SITI CONSIGLIATI: www.oceanomare.cjb.net digilander.libero.it www.scuolaholden.it
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