di
Michele
Gallo
Il
volume, del '94, ha analizzato la dicotomia politica Destra-Sinistra,
per chiarire le ragioni del dibattito sulla validità, oggi, di tale
contrapposizione.
"Le
ideologie non sono in realtà scomparse, ma sono più vive che
mai"; 'sinistra' e 'destra' non indicano soltanto ideologie, ma
sono "contrasti non solo d'idee ma anche d'interessi e di
valutazione sulla direzione da dare alla società" (p.33).
Non
è possibile in poco spazio ripercorrere tutta l'analisi che, con
magistrale lucidità, è effettuata del dibattito sulla questione:
dalla tesi della dissoluzione della dicotomia nella direzione di una
"aggregazione non in base a posizioni ma in base a problemi"
(p.34) si passa alla questione della complessità delle posizioni e
degli interessi che s'intrecciano ben oltre rigide distinzioni. C'è
poi l'esame di una posizione intermedia, di un 'centro'
"politico, che complica il tutto" (p.35 sgg).
Già
in queste prime considerazioni emerge il convincimento che gli spazi
(posizioni politiche) intermedi e l'intrecciarsi delle opposte
posizioni non annullano le distinzioni, così come il
"crepuscolo" non annulla "la differenza fra la notte e
il giorno". "La società in continua trasformazione e il
sorgere di nuovi problemi" (p.40) esige il sorgere di nuovi
movimenti o di nuove tendenze per affrontare i cambiamenti. A
complicare la discussione politica ci sono i riferimenti filosofici di
fondo, le posizioni metafisico religiose o totalitaristiche, e le
posizioni etiche che s'intrecciano inevitabilmente con la politica non
rendono certamente facili le distinzioni.
L'analisi
raggiunge il punto di vista più profondo con la considerazione per la
quale "i due termini di una diade si reggono l'uno con
l'altro" (p.44), cui segue una rapida ma incisiva rassegna
dell'alternarsi nella storia
di questo secolo del prevalere dell'una o dell'altra tendenza
politica. Si rileva poi la molteplicità di "molte destre" e
di "molte sinistre" (p.47) e la trasmigrazione di autori da
destra a sinistra, come nel caso di Nietzsche, Schmitt, Heidegger, ed
ancor prima Sorel (p.51 sgg.), con la distinzione di posizioni
moderate ed estremiste all'interno di ogni schieramento.
Nonostante
tutto, "la diade sopravvive": "i termini 'destra' e
'sinistra' continuano ad avere pieno corso nel linguaggio
politico" (p.63), e non solo nel linguaggio: il sistema
uninominale spinge decisamente per l'alternanza tra le due posizioni,
anche se, naturalmente, "il significato della diade non è
univoco e non è rimasto immutato nel tempo" (p.69).
L'ideale
dell'eguaglianza e il diverso atteggiamento nei suoi confronti diventa
poi emblematico per indicare il 'funzionamento' della coppia
Destra/Sinistra (pp.99 sgg.); importante è certamente il sottolineare
il "significato emotivo fortissimo" (p.115) del termine
(insieme a quello di 'libertà).
Ed
è proprio sul tema dell'eguaglianza che si precisa la tesi di Bobbio:
"la distinzione fra la destra e la sinistra... è
nettissima" (p.128); così come è chiara la sua posizione: il
rifiuto dell'estremismo a favore della moderazione.
Più
della posizione politica dell'Autore, importante è la lucidità
dell'analisi, del disincanto dello studioso che s'innalza ben oltre le
passioni e gli interessi che inquinano la discussione e rendono
impossibile ogni pacato confronto. La dicotomia Destra/Sinistra riceve
chiarezza in tutti i suoi complessi aspetti, in un'analisi breve ma
grandemente incisiva. E' in questo la forza ed il rilievo di questo
scritto.