Videoarteclip – Distorted Love

(https://www.youtube.com/watch?v=CstwqLZBJuo) i link qui presenti sono aggiornati rispetto a quelli nel PDF.

di Nicola Migliore
È facile pensare che l’amore di cui si parla sia, nelle sue forme letterali, un amore omosessuale tra due donne; ma considerando che anche il rapporto tra madre e figlia o tra parenti in generale può essere definito mosso dall’amore, è possibile anche ritenere che si tratti di uno “scontro” tra parenti (per un istante, vediamo anche un neonato piangente ad ulteriore dimostrazione di un conflitto familiare). Non essendoci dati certi per stabilire un’interpretazione corretta, possono essere quindi avanzate svariate ipotesi. Ritornando sulla donna “intrappolata” nello schermo, c’è da dire che anche questo modo di presentare una figura umana non costituisce una novità: basti solo pensare a come lo statunitense Bill Viola, altro grande protagonista della videoarte, presenta la figura umana, spesso isolata, inesorabilmente “nuda” davanti allo spettatore e quasi ridotta in uno spazio limitato, per capire come questo metodo seguito da Job non sia del tutto originale.Da La Puerta del Cielo  passiamo a a Distorted Love, probabilmente il video più significativo, tra quelli realizzati da Job, sul piano prettamente artistico. La “distorsione” di cui si parla già nel titolo la riscontriamo nel video attraverso interferenze magnetiche (come quando non riusciamo a sintonizzarci bene su una rete televisiva). L’utilizzo della distorsione magnetica non è nuova e anzi fu già utilizzata dallo statunitense di origine coreana Nam June Paik per le sue prime opere (che di fatto sono state le prime opere “ufficiali” della videoarte nel corso degli anni ’60) con un metodo semplice e curioso: l’artista, infatti, usava porre un magnete sopra un televisore acceso per creare immagini distorte. Ma il titolo non evoca solo una distorsione artistica, bensì un amore distorto, che tuttavia non viene definito al meglio dal video, che ruota intorno a due scene principali: da un lato abbiamo una donna che, immersa in un candido e lungo abito bianco, sembra scappare da qualcosa attraverso campi fioriti; dall’altro lato abbiamo un’altra donna, che però vediamo a malapena e che, inquadrata da una sorta di fascio di raggi appena accennati che dal centro si dipanano verso i lati dello schermo, sembra quasi intrappolata nel nostro schermo televisivo, perché la vediamo urlare, disperarsi in modo composto, appoggiare le mani ipoteticamente sul nostro schermo.

Il capitolo successivo, Je T’Aime ‘Till My Dying Day (https://www.youtube.com/watch?v=is8O41t13cw), porta ad una canzone (ed un videoclip) d’amore; un amore che viene giurato eterno. Nel titolo sembra esserci una piccola aporia, per via della commistione tra francese ed inglese, ma in realtà è una scelta voluta dall’artista Michael Cretu, ad evidenziare che l’inglese è il linguaggio universale attraverso il quale possiamo esprimere il nostro amore a chiunque nel mondo, mentre il francese è, per antonomasia, il linguaggio del sentimento, dell’amore, del romanticismo. L’amore imperversa nel videoclip attraverso specifiche simbologie. Lo vediamo apparire come un magico “collante” nei primissimi secondi, quando notiamo su uno sfondo vuoto una serie di pezzi, frammenti di qualcosa che si è rotto e che torna integro attraverso un processo a ritroso (grazie al quale siamo in grado di capire che si tratta di un piccolo ramo con dei fiori). Già qui si esprime al meglio il messaggio che l’amore è in grado di risolvere tutto, è in grado di unire e non di separare se vissuto con serietà e delicatezza, perché altrimenti si trasforma in un gioco estremamente fragile che può rompersi da un momento all’altro. Interessante anche evidenziare la scelta dei colori, che oscillano su tonalità azzurrine – grigiastre, ma soprattutto oscillano in continuazione tra positivo e negativo, creando un cortocircuito visivo altamente significativo, che induce a pensare agli opposti, allo ying e yang, all’uomo e alla donna.

Ancora una volta, dunque, ne ricaviamo che è il conflitto tra opposti a guidare la vita. Le altre immagini che vi troviamo non fanno altro che amplificare questi messaggi: una massa d’acqua ondeggiante e in movimento (flusso vitale); del ghiaccio simile ad iceberg che esplode proprio con gli acuti della canzone, a sottolineare la forza dell’amore; delle gocce che cadono in acqua. Ad intervallare queste immagini, troviamo delle mani (presumibilmente di bambino) che si toccano in modo molto affettuoso, ancora a sottolineare la delicatezza dell’amore. Insomma ogni cosa, nel video, enfatizza il ruolo dell’amore, le sue caratteristiche, la sua potenza vitale, il suo nascere da un rapporto per sua stessa natura conflittuale ma mai paradossale. Se si sente la necessità di dimostrare il proprio amore verso una persona, questo è il videoclip più adatto, che anche a livello artistico, come abbiamo detto, si presta ad elevati contenuti simbolici. 

P.S.: trattandosi di una lettura originale e personale dei video (non esistendo alcun riferimento biografico), l’autore desidera conoscere l’opinione dei lettori in merito alla chiave interpretativa utilizzata, ma anche riguardo possibili letture diverse da quella utilizzata. Per contattarlo, inviare una e-mail all’indirizzo nico.migliore@alice.it .

NC Migliore videoclip Distorted