Un papero Fantastico. A Cava de’ Tirreni la mostra QuattroVoltePaperino – nei giorni del suo compleanno

di Vincenzo Curion

È aperta fino al 16 giugno prossimo la mostra “Quattro volte Paperino” presso la Mediateca MARTE in Cava de’ Tirreni.

Il centro culturale, sito ai margini del Borgo Scacciaventi, di fronte alla Chiesa del Purgatorio, conserva l’originaria facciata della Chiesa di S. Giovanni Battista, edificata tra il 1640 e il 1650. Dopo un focus sui maestri dell’arte del Novecento cominciato con Chagall nel 2015, Mirò nel 2016, proseguito con Picasso nel 2017 e Andy Warhol nel 2018, dal 16 febbraio scorso gli spazi espositivi del primo piano dell’edificio, ospitano la mostra dedicata al collerico, pasticcione, indolente Papero, nato dalla penna di Walt Disney. L’attuale rassegna cavese, vuole così celebrare il fumetto come fenomeno culturale ampiamente conosciuto e condiviso a tutti i livelli.

Il papero in casacca da marinaio, come testimonia un sondaggio svoltosi in occasione del numero 3000, tra il lettori della testata Topolino rappresenta uno dei più amati e preferiti personaggi della Walt Disney. Dall’esordio nel cortometraggio “La gallinella saggia del 1934 (più volte girato in TV negli ultimi giorni) e, nello stesso anno, nei fumetti della serie Sinfonie allegre è stato un crescendo di popolarità e di preferenze per il papero antropomorfo, che era stato inizialmente pensato come un personaggio di passaggio. Il mito è cresciuto talmente tanto che ha spinto gli autori a separare le linee narrative di Topolino e di Paperino che, originariamente, erano nate intrecciate. Accanto a Topolino si è evoluto, nel ruolo di comprimario e spalla, il personaggio di Pippo.

Paperino ha proseguito invece, un filone tutto suo con strisce che si sviluppano a Paperopoli, luogo distante da Topolinia. La geografia dei luoghi ha permesso di differenziare anche le storie. A Topolinia, Topolino spesso collabora con la polizia nel ruolo di investigatore, creando con Pippo un dinamico duo genio-pasticcione. In questo modo ci sono aspetti di detective story in chiave buffa che, nelle storie di Paperino sono arrivate solo più tardi quando si è pensato di dare una doppia identità all’indolente marinaio sempre oppresso dai debiti e dalle richieste dell’avarissimo Zio Paperone. Proprio l’antitesi tra Zio Paperone e Paperino è al centro di numerosissime storie che vedono coinvolti, tra gli altri i nipoti Qui, Quo, Qua, come comprimari necessariamente assennati. Paperone sfrutta il cronico stato debitorio di Paperino per costringerlo a lavori massacranti nel deposito o per farlo partecipare a pericolose spedizioni alla ricerca di tesori in giro per il mondo. Durante queste avventure capita che Paperino suggerisca strategie e consigli allo zio che spesso si rivelano sbagliati (oppure sono mal ascoltati) causando ingenti danni a Paperone che incolpa perciò il nipote del fallimento dell’impresa e di solito la storia si conclude con l’inseguimento del nipote per “spiumarlo vivo”. Altre volte Paperone lo inganna promettendogli una parte del guadagno che poi non gli corrisponde grazie a clausole contrattuali o a frasi ambigue che lo sollevano dall’impegno.

In quest’ultimo caso il finale può capovolgersi con Paperino che insegue lo zio truffatore. Accanto a questo quintetto, altri personaggi familiari che popolano l’allegra città sono il fortunatissimo cugino Gastone Paperone, Nonna Papera, Paperina, il bislacco e più maldestro di lui Paperoga, il geniale Archimede.

Il successo che il pubblico ha saputo attribuire al personaggio, nel corso degli anni, è tale da farlo diventare testimonial di molte iniziative in varie parti del mondo e oggetto anche di un diffuso merchandising, oltre che protagonista di molti cortometraggi e di innumerevoli storie a fumetti realizzate sia negli Stati Uniti sia Paesi del mondo come il Brasile e l’Italia. Proprio in Italia, Paolino Paperino, questo il suo nome per i lettori italiani, ha vissuto storie che si sono anche arricchite di “comparsate” di celebri trasposizioni di personaggi del cinema e del mondo dello spettacolo. Come “Vincenzo Paperica”, bizzarro cronista papero con la passione per il mondo del cinema, versione “paperizzata” di Vincenzo Mollica, noto giornalista Rai.

Per la psicologia del personaggio è stato definito «l’antieroe per eccellenza, l’incarnazione dell’uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi, le sue nevrosi». Per andare in contro al gusto popolare, Paperino è descritto come perseguitato dalla sfortuna. Vive a Paperopoli in una villetta a due piani di proprietà del ricco zio Paperone con i tre nipotini Qui Quo Qua, affidatigli da sua sorella Della. Nel suo giardino, tra due alberi è appesa un’amaca che insieme al divano nel salotto, sono i luoghi deputati ai suoi sonnellini pomeridiani. Sempre pieno di debiti, guida una sgangherata automobile targata 313, che ha ottenuto durante un viaggio in Messico, da uno sciamano, in cambio di un asinello. In continua fuga da orde di creditori, non ha un impiego fisso anche se spesso svolge lavori precari o stravaganti. Ogni tanto compare in veste di giornalista al Papersera, il quotidiano di Paperopoli.

Paperino è però ritratto anche come un ottimo cuoco; sono famose le sue frittelle di cui lo zio Paperone riesce a sentire il profumo dal deposito. È in perenne rivalità con il cugino Gastone Paperone – Bambo nei primi numeri di Topolino-, che al contrario di lui è sfacciatamente fortunato. È fidanzato con Paperina, anche se questa spesso sembra cedere alle richieste di appuntamenti di Gastone, con il solo scopo di farlo ingelosire e scuoterlo dalla sua inerzia.

 Organizzata dell’associazione culturale C’è Cultura su Marte in collaborazione con la Fondazione Franco Fossati e il museo WOW Spazio Fumetto di Milano, in partnership con il CAVACON, e col patrocinio del Consiglio Regionale della Campania, della Provincia di Salerno del Comune di Cava de’ Tirreni, l’esposizione conta su albi, tavole e acetati originali, pannelli con le storie più significative, approfondimenti e memorabilia, che arrivano dall’archivio della fondazione milanese e da numerose collezioni.

Il percorso espositivo, in cinque sezioni, ricostruisce la carriera di Paperino, raccontando tutte le anime di questo personaggio così amato dal grande pubblico. Il visitatore ha così la possibilità di percorrere storicamente la maturazione e le trasformazioni del personaggio, sia dal punto di vista grafico, sia da quello delle storyboard.

Il papero collerico, pigro, ma anche generoso degli inizi che tutti conoscono, si tramuta, nel corso dell’esposizione, dapprima in Paperinik, ispirato a Diabolik, Diabolico Vendicatore dei torti subiti da Paperino, poi eroico difensore della città di Paperopoli, per poi diventare, nella linea narrativa PK, la versione supereroistica di Paperinik che strizza l’occhio alla Marvel Comics, la casa delle idee, casa editrice statunitense della Marvel Entertainment, gruppo sussidiario della Walt Disney Company, con i suoi innumerevoli supereroi.

Ulteriore evoluzione DoubleDuck, intrepido agente segreto, con storie dal gusto più vicino a quelle di 007 di Ian Fleming. Senza nulla togliere a personaggi di altri autori, lo stile delle storie ha sempre mantenuto una leggerezza ed una piacevolezza che affascina tutte le fasce di lettori. Dai bambini agli adulti attempati. Pur nella semplicità delle vicende, Paperinik per esempio si trova ad affrontare “minacce” assai concrete e quotidiane, dalle diete dimagranti all’inquinamento selvaggio, anche quando veste “i panni dell’eroe” si apprezza l’alta qualità delle storie e il pathos delle vicende.

La mostra, attraverso le avventure più famose di Paperino, omaggia la produzione italiana, fiore all’occhiello del fumetto Disney a livello mondiale. Proprio l’Italia ha avuto un ruolo importante fin dagli inizi. La testata “Topolino” esce a Natale 1932 con disegni di autori italiani. Poco tempo dopo iniziano ad arrivare le storie americane, pubblicate a breve distanza dall’uscita originale. Se il primo è il fiorentino Nerbini, è con Mondadori – complice anche l’amicizia fra Arnoldo Mondadori e Walt Disney – che il fenomeno editoriale assume una dimensione rilevante.

La prima innovazione di prodotto italiana è del 1949. La veste editoriale si trasforma e passa dal “lenzuolone” (grandi pagine, simili al “Corriere dei Piccoli”) al formato “pocket” che conosciamo oggi. Mondadori capisce rapidamente che per mantenere alta la qualità di queste riviste e vivo l’interesse dei lettori, va creata una squadra di disegnatori capaci di produrre storie a ritmi elevati. Nasce così la scuola italiana degli autori Disney, che dagli inizi con artisti come Guido Martina, Giuseppe Perego, Giovan Battista Carpi, Pier Lorenzo De Vita, Romano Scarpa e Luciano Bottaro arriva fino ai giorni nostri, con centinaia di autori coinvolti in una produzione di alta qualità esportata in ogni parte del mondo.

Elemento distintivo è che gli italiani fanno storie più lunghe rispetto a quelle americane – che sono spesso più brevi e piene di gag – giocano sull’ambientazione, sviluppano la narrazione e soprattutto fanno evolvere i profili dei personaggi.

Negli anni gli autori italiani hanno voluto raccontare un’altra storia e hanno dato vita a un Paperino, eroico, romantico, e avventuroso. Nascono così storie in cui Paperino fa il guerriero samurai, oppure il cow-boy; viene cioè allontanato dall’ambiente in cui era nato – Paperopoli – ma il tutto senza mutare il suo profilo psicologico, autentico dogma della casa madre. È in questo filone che si iscrivono le celebri “parodie Disney”, come per esempio “Guerra e pace” disegnata da Carpi, la “Historia Papera”, “I Promessi Paperi”, “Paperino Don Chisciotte”, “Sandopaper e la perla di Labuan”, trasposizioni disneyane.

La vera chicca della mostra saranno gli acetati originali disegnati da Romano Scarpa negli anni ottanta, utilizzati per la famosa Camminata Disney. Il cortometraggio dura poco più di cinque minuti e nasce come sigla d’apertura del programma televisivo di Rete 4 Topolino Show – Vai col Verde, una trasmissione nella quale veniva proiettato materiale disneyano, si organizzavano giochi con bambini presenti in studio e persino incontri con personalità del calibro di Marco Rota e Gaudenzio Capelli, allora direttore di Topolino. La sigla rimaneva però la parte più interessante, perché per la prima volta vedeva i personaggi Disney prendere vita in uno stile diverso dal solito, e con un cast che comprendeva figure che fino a quel momento non avevano mai avuto l’onore di apparire in animazione.

Durante tutto il periodo della mostra sono previsti eventi, incontri con autori e presentazioni, che permetteranno ai fan di approfondire la loro conoscenza di Paperino. In quest’ottica, il Cavacon Comics & Games ha annunciato che molteplici saranno le attività promosse dall’Associazione che andranno ad arricchire l’offerta di Quattro volte Paperino con incontri di games, masterclass sul fumetto ed eventi cosplay. La partnership si concluderà con l’edizione CAVACON 2019 per l’occasione a tema Disney, in programma dal 14 al 16 giugno, sempre al Marte, storica location dell’evento che dal 2010 anima Cava de’ Tirreni. Associati all’esposizione anche una serie di attività e laboratori didattici e ludici a cura dell’associazione L’Albero delle…Idee, pensate per bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni, volti ad introdurre studenti e appassionati in un mondo nel quale coesistono musica, immagine, cinema e fantasia. È previsto inoltre, l’allestimento di un laboratorio per i bimbi e le visite guidate teatralizzate per tutta la famiglia.

Bibliografia e sitografia

http://www.marteonline.com/mediamarte/quattro-volte-paperino/

http://www.marteonline.com/mediamarte/presentazione/la-struttura/

https://www.gingergeneration.it/n/paperino-festival-85-anni-357801-n.htm

http://scienze-como.uninsubria.it/bressanini/divulgazione/paperino-chimico.html

http://www.topolino.it/archivi/la-313/

https://www.britannica.com/topic/Donald-Duck

 

W Curion Un papero Fantastico