Il cittadino, quando dà il voto ad un partito, vota pure per un’ideologia che, spesso, viene tradita
di Adolfo Giuliani
I partiti, quando vincono le elezioni, devono rispettare il voto ricevuto dal cittadino e devono rimanere fedeli all’ideologia espressa durante la campagna elettorale. Infatti, se durante la legislatura un partito cambia ideologia o si allea con un partito di diversa ideologia, o un deputato “si vende” ad un altro partito e si sposta da un’altra parte, al cittadino non è consentito più riprendersi indietro il suo voto e, a mio avviso, viene tradito. Chi lo risarcisce del tradimento ricevuto? La stessa cosa succede quando un partito vince le elezioni, chi viene incaricato di formare la squadra di governo e deve assegnare i vari poteri di comando, è costretto a fare delle scelte all’interno del partito. Cosi incominciano le prime difficoltà e nascono i problemi delle poltrone: non potendo accontentare tutti, inevitabilmente quelli che restano senza poltrona sono delusi e scontenti e, di conseguenza, scalpitano, contestano, protestano e incominciano a demolire ciò che si è costruito, formando correnti e i gruppi contrari, ricattando e minacciando scissioni. In tali procedure scorrette, è sempre il consenso del cittadino ad essere mortificato. Io penso che durante la legislatura questo non dovrebbe avvenire, è una vergogna, nessuna scissione si dovrebbe minacciare, o verificare, perché questo a mio parere vorrebbe significare non solo tradimento al cittadino che ha dato il voto a quel partito, ma anche tradimento alla Nazione, per i danni economici e morali che un comportamento del genere arreca a Lei. Le divisioni, le correnti, le scissioni all’interno dei partiti, infatti, quanto meno possono determinare delle crisi per la Nazione con conseguente doppio danno per il cittadino. Un’altra vergogna sono i piccoli partiti che vogliono esserci sempre e spesso sono determinanti, a volte sono necessari uno o due voti per evitare una crisi di governo. I piccoli partiti sono un grosso problema per il Paese e sono quelli che fanno la voce grossa e creano un’infinità di guai a tutti, ai partiti che devono governare e al Paese, perché sono capaci di bloccare tutte le iniziative ed i lavori stessi del Parlamento. È questo l’ostacolo più difficile da superare perché sono proprio questi piccoli partiti che condizionano anche i grandi. I piccoli partiti sono tanti e fanno vero sciacallaggio politico: pur di avere voti, promettono cose impossibili da realizzare per il nostro Paese; alcuni sono esaltati e pericolosi, sono proprio loro che non consentono la realizzazione di una legge elettorale seria, vogliono esserci sempre, sono loro che fanno saltare tutto, anche quando si riesce a proporre qualcosa di positivo. La politica non ha più ideologia, ha perso la serietà di un tempo, per questo la gente, stanca, non vota più, ma ai politici questo non importa, tanto la percentuale si calcola solo in base ai votanti che, a volte, sono meno della metà dei cittadini… e questa si chiama ancora democrazia? I piccoli partiti hanno paura che finisca la cuccagna, fanno blocco, si uniscono e fanno un gran casino per non far fare niente che li possa danneggiare, hanno paura dello sbarramento, che li possa escludere, così raccolgono firme per fare i referendum e trovano ancora il cittadino che abbocca, con la complicità dei mass media che pure vivono di simili espedienti. In questo modo si assiste quotidianamente alla lotta per conservare la poltrona in Parlamento e per conservare un posto di lavoro ben retribuito a spese di tutti gli Italiani. Nella situazione descritta viene compromessa la dignità, la democrazia e l’economia di una Nazione. Ma di tutto questo ai politici non interessa niente, perché l’obiettivo più importante è fare soldi e stare seduti in poltrona per comandare a spese del cittadino. Ecco perché non si fa mai niente in Italia, sono proprio questi piccoli partitini, sostenuti da amici e parenti, che impediscono il progresso e bloccano, in nome di una presunta democrazia, la politica e la Nazione.
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