di Viviana Reda
L’inseguimento della pietra filosofale mi era già costato lunghi anni di lavoro ossessivo ed infruttuoso. L’ostinata ricerca di una metempsicosi che avrebbe trasformato i più lugubri e angosciosi incubi in una distesa di prati verdi di felicità sembrava essere giunta al suo punto più doloroso.
L’inesorabile alambicco meccanico d’un orologio a muro scandiva le accidiose ore del pomeriggio che, per una tragica necessità, continuavano ad inseguire quelle ancora più stanche della mattina. Le carte sul tavolo in perenne disordine indicavano stravolte i passaggi meticolosi della strada percorsa alludendo sgomente a cifre, formule e simboli che si illuminavano spegnendosi nel languore. Doveva esserci in quegli appunti un segno, anche accidentale, che indicasse il senso: esso sarebbe comparso all’improvviso, come per caso, dischiudendo la via alla parte pratica dell’esperimento, quella più terribile, che mi avrebbe finalmente condotto nel regno dell’insondabile, lì dove tutto avviene per allucinazione. Spesso ci ero andato molto vicino tanto vicino da sentirmi già travolto dalla forza potente del mistero dei sensi, e, cadendo in preda al delirio dello svenimento, mi era sembrato di scorgere i sentieri che conducono al Segreto del Mondo. Continue reading “La pietra filosofale”
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