di Massimo Luongo
Stanche,
Le gambe mi chiesero il riposo,
sfinite dal sostenere il peso
di questa mente ostinata
a pensare l’impensabile
e degli occhi distrutti
a vedere l’invisibile.
Stanco,
Trovai un albero infruttuoso
a ridosso del lungo passato,
là decisi di abbandonarmi
e nascondermi alla storia,
a me stesso, al mio Dio;
Ma presto mi raggiunse
un soffio di vento.
Stanco gli dissi:
-“Tu chi sei? Cosa puoi chiedermi?
Guardami, sono solo un artista”;
Rispose:-“Io sono ciò che sono
e resterò: ‘L’amore che ama’,
che ti chiede da sempre
d’imparare ad amare
per essere amato”.
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