Razzismo territoriale

di Redazione

Pare che sia più radicato di quello contro il ministro nero accusato di negritudine.

I tempi di Dalla sono stati rievocati dalla canzone Caruso allo stadio di Bologna, la turrita, la dotta. E fischiato. Milano, c’eravamo abituati. Ora che ci si mette anche Bologna, è dura.

Molto dicono i napoletani su quanto poco sia convenuta loro l’unità d’Italia, per cui sacrificarono, e Savoia risolse tanti suoi problemi annettendo il Regno di Napoli

tanto ambito da tutti e lo precipitò nella questione meridionale, fin allora inesistente, col felice aiuto dei suoi stessi emigrati. I grandi politici meridionali ambivano all’industria,  allora e per molta parte del 900 la vera ricchezza liberale, erano contro i latifondi dell’economia meridionale: dimenticavano perciò le ricchezze del Regno, che non erano solo monetarie: da poco si è parlato della reggia di Carditello, da tanto della Colonia di San Leucio, una volta si vantavano le ferrovie meridionali, tutte grandi ricchezze distrutte man mano che il Nord trovò più conforme ai propri interessi fare del Sud un mercato improduttivo di acquirenti per prodotti poco vendibili. È la storia economica che tutti sanno e che non entra nell’agenda della comunicazione. Domina invece la lagna del popolo infingardo: ma se appena esce dal Sud domina! È l’aria di Napoli? Ma è dolce e benefica, poco piena di smog e ricca di sole! Nessuno dà l’ovvia risposta: la povertà estrema rende difficile avviare imprese intelligenti, spinge ad espatriare per dimostrare capacità – che così non ricadono sul territorio. E proprio loro, gli emigrati, spesso diventano ingrati e denigratori, per quel che han perso.

Nonostante tutto, i napoletani continuano a lavorare, Napoli continua ad essere bella: ma questi cori dei bolognesi proprio non vanno bene. Addirittura, mentre al razzismo contro Balotelli si risponde con indignazione, a quello contro i napoletani si risponde inventando la parola “razzismo territoriale” come fosse meno grave. Lo è molto molto di più invece, è gravissimo, è l’offesa a chi si avvilisce ogni giorno per fare i propri interessi (il lavoro nero commissionato dal Nord, la vendita di industrie a chi le frammenta e se le vende, Montedison fu un paradigma efficace, eccetera). Il Sud deve indignarsi e protestare.

Ricordare a tutti che la motivazione profonda di questo razzismo è l’invidia dei tesori che Napoli continua ad avere – come quando Bossi si lamentava dei professori del Sud che bocciavano i suoi figli. E poi: questa benedetta volontà di resistere che si manifesta nella squadra di calcio!!

Il tesoro più grande dei napoletani è il suo popolo, povero, orgoglioso e soprattutto capace, troppo capace di dettare leggi e di parlare con giudizio. I malviventi ci sono, come ci sono i Vallanzasca e i Maniero, solo che non gli si fanno le telenovelle. Chi vive a Napoli sa che i cattivi sono pochi, arroganti ma pochi, capaci pure loro purtroppo, ma spesso anche aiutati dalle istituzioni. E comunque sono pochi, anche se come il sangue fanno molto colore e impediscono di vedere un popolo appassionato e gentile.

Fa bene Morandi a vergognarsi: la vera vergogna dell’Italia è la bocca dei leghisti. I Napoletani non hanno chiesto aiuto alla neve, ai fiumi ed alla nebbia, che li perda, infine. Ed è qui la grande superiorità di Napoli; l’importante è che Napoli smetta di pensare di essere un paese invaso, com’è da sempre; la smetta di abbozzare e chieda giustizia: vergogna, Milano, ed ora anche vergogna, Bologna.  Non costringete Napoli alla vendetta.

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