di Franco Villano
Sabato 16 febbraio, a Formia, nella sala Ribaud del Comune, si è svolto il quinto degli incontri previsti per la sesta stagione di attività dell’Associazione Confronti. Il relatore della serata, tra gli amici più affezionati e prestigiosi di Confronti, è stato il Prof. Nilo Cardillo, intellettuale di spicco che all’attività di docente come professore di Storia e Filosofia e poi di preside, ha sempre unito la ricerca e l’impegno sociale. La relazione, o per meglio dire, la lezione, che il professore ha offerto al numeroso ed attento pubblico, tra cui tantissimi insegnanti, ha avuto come tema: ”Platone e la sua Repubblica”. Il relatore, in due ore intense, ha letteralmente catturato l’attenzione dei presenti con un argomentare denso di contenuti e fluido nel suo articolarsi. Prima di inoltrarsi nella descrizione del capolavoro di Platone, Cardillo ha illustrato e descritto in modo chiaro e puntuale il contesto temporale e geografico, non solo greco, all’interno del quale è maturata l’opera del filosofo greco. Tra l’altro ha fatto riferimento all’Età Assiale, teorizzata dal filosofo Karl Jasper, quell’epoca della storia umana, intorno al 500 a.C., che ha visto una nuova coscienza incarnarsi nella vita umana, attraverso personalità eccezionali tra cui, oltre a Platone:
Confucio, Lao Tze, Buddha, Zarathustra, etc. Stabilito il canovaccio, il professore è entrato nel merito dello scritto, focalizzando la sua attenzione e riflessione su quelle parti, quei temi, che più di altri, riuscissero a rendere compiutamente il senso del tema di fondo, ovverosia: il rapporto tra la politica con l’etica, l’ontologia e l’epistemologia. Un tema che potremmo definire atemporale, vista il suo costante e continuo riattualizzarsi nella storia dell’uomo. Una riflessione, che in coloro che erano presenti, ha inevitabilmente portato a fare delle considerazioni, sulla crisi che vive l’oggi della politica, sia a livello nazionale che internazionale. Una vera e propria anomia, anche se, a ben guardare, in tanti ambiti, uomini e donne, consapevoli dell’insidioso crinale sul quale si sta muovendo la nostra epoca, si stanno adoperando affinché quei valori, così fortemente enunciati ne La Repubblica, possano tornare ad essere, in pienezza, il timone che governa la nostra navigazione nelle difficili e tempestose acque del presente. Augurandoci di poterla avere, ancora a lungo, tra i nostri punti di riferimento, la vogliamo ancora una volta ringraziare per ciò che ci ha voluto donare e per la passione con la quale ci porge temi di grande complessità. A suggello di questa breve sintesi, vorremmo ricordare un episodio accaduto appena alla fine della conferenza: ad un signore, che pieno di ammirazione e con viso radioso si è avvicinato con passo deciso al tavolo del relatore. Abbiamo chiesto se aveva qualche osservazione o domanda da fare, e lui, rispondendoci, ci ha “semplicemente” detto: no, non devo aggiungere niente, volevo dunque solo salutare il professore: sa, siamo stati compagni di banco per tre anni, quando andavamo a scuola!
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