di Federico Giandolfi
Appare nel numero 388 di Lettura, supplemento del Corriere della Sera di Domenica 5 maggio, un articolo di Donatella Di Cesare sul Fallimento del Futuro. Suggestiva e lucida riflessione, con una pletora di domande inevase e tanta sincera passione, ma una vitalità rassegnata. La difficoltà di immaginare il futuro e l’impotenza che prevale, la assenza della speranza nel mondo altro, l’apocalisse ecologica della Umanità e del Pianeta che si profila in piena modernità laica e scientifica, la mancanza di risonanze teologiche, la sopravvivenza in un tempo senza domani, il panico diffuso del terrore, la storia senza un fine ma con una fine. L’identità digitalizzata a futura memoria e la crioconservazione come congelamento del presente. Soprattutto, nel testo aleggia un senso di morte collettiva, imminente e ineluttabile. L’incertezza irresolubile del futuro diviene metafora del mistero della morte individuale. E’ come un navigare sott’acqua senza poter emergere e vedere il cielo. L’autrice paventa la scomparsa della fiducia che migliori le sorti umane e incida sugli avvenimenti, l’impossibilità di vedere la propria vita come contributo all’edificazione di un altro mondo.
Mi permetto esporre il punto di vista di chi ha raggiunto una certa età e vorrebbe fare le cose giuste nel tempo a disposizione, cosciente che le cose fatte e non fatte nella propria vita personale hanno contribuito allo stato di cose. Mi chiedo qual è il rapporto tra la moralità, tra l’ordinamento morale a cui facciamo riferimento come umani e l’ordinamento fisico del mondo. L’odierna visione del mondo, per ciò che riguarda il mondo dei sensi a noi esterno, si basa sulle scienze naturali, le scienze sociali e le tecnologie. Per la vita psichica si rifà alle antiche confessioni religiose o a nuove forme riepilogate dell’Oriente. Il mondo fisico si vuole vedere proveniente da una nebbia primordiale da cui si è condensato tutto, e in cui tutto ritornerà come vasta scoria. Questa l’immagine esteriore del divenire fisico. In questo scenario non c’è nessun posto per la moralità, le condotte, l’ordine morale del mondo abitato. Comunque nell’essere umano nascano ideali morali, ci sarebbe un grande cimitero di ideali in quella scoria finale. Essi saranno spariti? C’è un ponte tra l’ordinamento fisico e quello morale? Possiamo creare un mondo altro, giusto, solidale, fatto di altruismo, compassione, perdono? E possiamo incidere sulla Natura?
L’essere umano porta con sé l’Io, e perciò possiamo applicare a lui una educazione, perciò possiamo fare di lui qualcosa d’altro da quello che era in origine per sua disposizione. Dobbiamo avere chiaro che l’essere umano accoglie in sé nuovi elementi di evoluzione e si arricchisce di continuo, e così facendo arricchisce il Mondo. Se prendessi una pianta di basilico, dovrei distinguere due stati, uno di involuzione, in cui il semino contiene racchiusa, involuta, l’essenza del basilico. Crescendo, essa passa allo stato di evoluzione; e poi di nuovo tutto l’essere del basilico si racchiude dentro il nuovo futuro seme.
Ma vi è una grande differenza tra l’essere umano e la pianta. La pianta attraversa sempre involuzione ed evoluzione, ogni nuova pianta è una replica della vecchia. Ma cosa avviene nell’essere umano? In lui dobbiamo considerare un terzo elemento che vi si aggiunge. Durante la vita tra nascita e morte l’essere umano è in condizione di accogliere nuove possibilità evolutive, di arricchirsi. L’evoluzione dell’essere umano sulla Terra non è una ripetizione dello stato precedente, ma contiene in potenza un continuo innalzamento della sua esistenza. Da dove proviene ciò che si accoglie? Sono esperienze dell’anima che si danno per mezzo di relazioni nuove con i fatti che la vita ci presenta. La vita si divide in due parti che si interpenetrano continuamente, ci sono esperienze condizionate da cause precedenti, e poi ci sono esperienze libere che entrano per la prima volta nel nostro orizzonte.
Facciamo alcuni esempi. Immagino di passeggiare a Via Caracciolo. Sarebbe meno bello il mare se io fossi assente? Per niente. Io sto godendo della sua bellezza mediante delle riflessioni generate da me, che sono elementi aggiunti al panorama e completamente indifferenti per esso. Ma questo è indifferente per me? No, è invece molto importante, perché camminare al lato del mare e sperimentare la sua bellezza può fare di me qualcosa di diverso nell’anima di ciò che ero stamattina. Quello che vivo significa per me l’inizio di un arricchimento che può continuare a crescere. La passeggiata può generare una profonda impressione nella mia anima e divenire una esperienza aggiunta. Qualcosa che nasce dal niente: sono annesso al panorama, aggregato alla situazione che si è data, come elemento vivo che si è collegato di forma incondizionata, liberamente. Perché potrei stare facendo un’altra cosa, passeggiare distratto, parlare al telefono senza neanche accorgermi del mare. Questa creazione dal nulla arricchisce me e il Cosmo con un grano di sabbia che prima neanche esisteva.
Un altro esempio, il repentino sorriso di un bambino, che mi sorprende al punto di indurmi impercettibilmente a sorridere e stabilire una relazione che mi arricchisce e mi mette di buon umore, disposto oggi a accogliere di più quello che mi attende. Ne serberò il ricordo, oggi sorriderò nuovamente. Qualcosa è nato in me che si propaga. La Educazione, intesa in senso lato, è una continua fucina per apprendere a creare nessi e relazioni con gli innumerevoli aspetti della vita. E poi la compassione, la carità, il perdono, altrettante opportunità per sconvolgere l’ordine cristallizzato delle cose e di infondere vita e calore nella dedizione al mondo.
Certamente siamo ancora condizionati da cause esterne, fino ad un certo grado. Perciò, le esperienze libere penetrano lentamente in noi e nella nostra evoluzione. Dal mondo che ci circonda, arriva il contenuto dei pensieri, dal lato della nostra interiorità irradia la forza misteriosa della volontà che si immette in quei pensieri. La volontà nella vita di pensiero è caratteristica per noi: il modo in cui colleghiamo e sciogliamo i pensieri, il modo in cui giudichiamo ed elaboriamo è nostro sforzo personale. Ai pensieri che ci arrivano da fuori si aggiunge una nostra qualità, proprio grazie alla volontà che emerge dalla nostra anima. Ciò è qualcosa che si stacca allora da noi, le nostre azioni pur piccole si staccano e divengono avvenimenti universali, l’amore le accompagna. D’altra parte, anche quando viviamo nell’azione il pensiero è attivo, in ogni atto volitivo vive un elemento di pensiero. Ecco: la vita è un fecondo alternare tra pensieri permeati di volontà e volontà accompagnata da pensieri.
Possiamo aggiungere del nuovo all’evoluzione perché possiamo creare dal nulla, prima attraverso il pensiero vero e adeguato, poi sviluppando piacere e dispiacere a contatto del bello e del sublime, e poi attraverso il modo in cui ci si sente spinti ad agire sotto l’influsso delle situazioni. Nel nostro giudizio morale, soprattutto, sta l’elemento per cui procediamo oltre noi stessi. Ciò che l’io crea nel mondo non perisce. I risultati del pensiero, del giudizio estetico, del giudizio morale li introduciamo oggi nel presente e formano una corrente continua che avanza e non cessa. Nella moralità sorge una nuova Natura? Io credo di sì. Ma posso solo accennarvi qui.
Ho pronunciato la parola creazione dal nulla, e se sono in condizione di creare, con tutta la responsabilità che ciò comporta, è perché il mondo in cui mi trovo è un mondo continuamente creato e dove la Creazione è all’ordine del giorno. Ed è anche certo che posso commettere errori nel pensiero e lasciarli seminati, oppure introdurre nel mondo quello che è brutto e sporco, invece di creare il bello. E posso fare il male, lasciare di fare il bene per egoismo. Ciò è sotto gli occhi di tutti. In questa Creazione posso introdurre l’errore, il brutto e il male. Ciò non viene percepito perché ci consideriamo isolati e destinati a scoria che non lascia traccia morale. Ma invece stiamo continuamente creando qualcosa per mezzo delle relazioni; i nostri pensieri, sentimenti ed azioni riverberano continuamente.
Ironia della sorte, Il Corriere della Sera pubblica anche il supplemento Buone Notizie, che con i suoi esempi di nuove solidarietà ed accoglienze ci offre opportunità di meditare sul molto che si può ideare, sul bello che si può celebrare e sul tanto da fare per influire sul futuro. Basta darvi uno sguardo perché tanti dubbi si dissipino e subentrino germi di vita. Altruismo, compassione, sobrietà, sincerità, solidarietà, accoglienza, devozione al mondo esterno, e tanti altri. Dove sono le sorgenti della vita e quindi del futuro? Sono in quello che suscita gli ideali morali, quelli che agiscono con la forza della gioia, dell’altruismo. Se oggi ci accendiamo per ideali morali suscitiamo dei momenti di creazione universale.
GF Giandolfi Nella moralità sorge una Nuova Natura. Saggio di filosofia naturale
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