di Michele Roccotelli
2 maggio 2019. Mons. Adolfo Russo ha accolto al Museo Diocesano gli artisti invitati a partecipare alla seconda mostra del Sacro (curata da L. Mascia). Gli artisti parlano con le loro opere, è vero, ma oggi spesso ognuno parla nella sua lingua. Per capire meglio il senso delle espressioni è bene anche incontrarli nel linguaggio e discutere insieme. Il senso comune oggi è molto polemico, spesso litigioso; chi va alle mostre d’arte, spesso polemiche, subito entra in polemica con gli autori… Ma discutere d’arte, invece, è cercare nascoste armonie. Per creare un ’discorso in immagini’ comune, perciò, che indichi la via con qualche organicità di senso, è bene ragionare insieme sul tema, il senso del sacro, guidati da voci e mondo della cultura novecentesca, che ha cambiato alquanto la tradizione in proposito. Il 2 maggio hanno guidato la riflessione e la seguente discussione Mons. Adolfo Russo e Massimo Iiritano, presidente nazionale di Amica Sofia e studioso di Gioacchino da Fiore. Organizza l’evento C .Gily Reda. Tutti gli artisti, specie se non son potuti intervenire, sono stati invitati a pubblicare una loro opinione in giornale wolf, partendo dal primo catalogo della Mostra sul Senso del Sacro, 2018 (De Rosa ed.). Inizia Michele Roccotelli, presente lo scorso anno col quadro che illustra l’articolo. Ha descritto la sua intenzione per il 2019: ma si può anche giudicare il catalogo 2018, che ha mostrato in foto l’ipotesi degli organizzatori: del sacro, oggi si ha un’idea estremamente diversa: l’entropia rischia di far perdere il senso stesso del temine. Quest’anno il sottotitolo è Fragilità e Incompiutezza dell’Umano.
L’immagine inventata ha sempre una sua verità.
Giordano Bruno
San Michele e il Maligno
Il mio dipinto tenta di spiegare l’inspiegabile, siccome proviene da un fondo di verità. San Michele è la forza che combatte il maligno, è il supereroe moderno che lotta contro il male. Ma la cosa che più deve colpire è il sovvertimento dell’ordine spazio-temporale, la costante e ridondante sottolineatura del colore materico, secondo la quale la mia arte non segue i rigori della ragione, ma piuttosto un ordine capovolto. Deve cioè provocare il senso di meravigliosa sorpresa, un gioco di luoghi, tempi e forme che non può più rimandarci alle suggestioni della grande pittura fantastica, ma alla Sacra concezione dello spirito.
Ecco allora il comparire di un angelo su uno sfondo irrompente, solenne perché fortemente aspro. È un ritorno allo stato di natura di un destino senza appello, mentre l’elemento fantastico appare quasi annullato dalla sua stessa discrezione, il senso del mistero è la forza dell’angelo che è al di sopra del male e sovrasta con la bellezza della forma la bruttura del dolore.
L’espressione dell’angelo ragazzo sfugge ad ogni rigidità statuaria perché contagiato dal colore che è natura circostante di ardita vitalità. In questo caso prende vita e parla il linguaggio dei vivi e lo rivolge all’anima perché in questa paradossale serenità risiede il prodigio. L’angelo è Dio che suscita sacro stupore in chi l’osserva, ma rende materiale ciò che sembrerebbe per la sua stessa natura, impossibile.
C’è nell’intimo di ogni essere umano dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l’esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che ci si aspetta invincibilmente, che gli faccia del bene e non del male. È questo prima di tutto che è SACRO in ogni essere umano. Il bene è l’unica fonte del Sacro…
Simone Weil, filosofa innamorata del pensiero Sacro, combattente per la giustizia e il rispetto della dignità umana, appassionata dell’idea di Dio.
W Roccotelli Michele Roccotelli – la Mostra del Sacro. 2 maggio 2019
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