Meryl o Margaret – La Streep si trasforma nella Lady di ferro

di Salvatore Bevilacqua
E’ quasi un anno che al cinema è uscito il film “The Iron Lady – Una donna che ha fatto la storia”, (prodotto da Film4, Goldcrest Pictures, Pathé, UK Film Council e distribuito dalla BIM) dove una magistrale Meryl Streep veste i panni della prima donna del mondo occidentale a ricoprire il ruolo di Primo Ministro, stiamo parlando di Margaret Thatcher, o forse è meglio chiamarla la “Lady di Ferro” soprannome giustissimo per una donna che ha segnato un decennio, infatti dal 1979 al 1990, la Gran Bretagna è stata guidata da questa donna conservatrice, amata dalla destra inglese e contestata in maniera durissima dalla sinistra, per le sue riforme sul mercato libero, per la sua intransigenza e la sua forte personalità.

Il film “The Iron Lady”, nonostante parli della Thatcher, non è un film politico, anzi la regista Phyllida Lyod, approfitta della bravura di Meryl Streep che per il ruolo ha vinto la tanto attesa terza statuetta dell’Oscar e mette in evidenza il lato umano di questa donna che oggi si trova a convivere con la demenza senile, è proprio grazie alla sua malattia che il film dà la possibilità allo spettatore di far rivivere tramite i suoi ricordi, i momenti più duri e più belli della sua carriera politica e della sua storia d’amore con il marito Denis interpretato da un simpatico e bravo Jim Broadbent, infatti sarà proprio il ricordo del marito morto da tempo a riportare alla luce la brillante carriera politica, come la conquista del potere nel 1979, alla vittoria contro l’Argentina nella guerra delle Isole Falkland, diventando uno dei personaggi più potenti e controversi dell’Inghilterra.

Il film ha vinto due Oscar, uno come migliore attrice e l’altro come migliore trucco, infatti basta vedere come sia la Thatcher anziana, sia quella giovane, interpretate entrambe dalla Streep siano di una somiglianza imbarazzante con la vera Lady di Ferro, somiglianza che viene ancor maggiormente marcata quando nella versione originale Meryl Streep parla con la stessa cadenza, la stessa velocità e soprattutto con la stessa identica voce di Margaret Thatcher, purtroppo questo tipo di somiglianza così forte viene a perdersi nella versione italiana, nonostante la grande bravura della doppiatrice ufficiale di Meryl Streep, Maria Pia Di Meo.

Meryl Streep in occasione dell’uscita del film, in diverse interviste ha dichiarato: “Questo non è un documentario, abbiamo piuttosto voluto raccontare la storia di una donna che ha vissuto a fondo la sua vita. Il film ha un piccolo budget, lavoravamo 12 ore al giorno senza pause. Mi sono sentita come una contorsionista e sognavo sempre grandi massaggi. Però mi sono sentita anche molto me stessa”.

Quindi possiamo dire come questo film voglia mettere in evidenza la storia di una donna che venne dal nulla per sfondare le barriere di genere e di classe, per farsi ascoltare in un mondo dominato dagli uomini. E’ un film sul potere e il prezzo che viene pagato per il potere, una storia che è allo stesso tempo unica ed universale.

Il film si chiude con la Thatcher anziana che dice addio al marito e la mattina seguente dopo aver sorseggiato il suo tè si appresta a lavarne la tazzina, un’immagine che si ricollega ad una battuta di una Margaret ventenne che accettando la proposta di matrimonio del marito Denis afferma: “Non sarò mai una moglie che finirà i suoi giorni lavando tazzine” lasciando la possibilità allo spettatore di fare una riflessione: la lotta, i trionfi, i tradimenti a cosa hanno portato?

GF Bevilacqua MERYL O MARGARET