di Redazione
Un progetto luminoso come sempre questo di De Simone a Capodimonte – un concerto sinfonico corale con musiche di Mozart, ‘700, De Leva, ‘800, De Simone, ‘900, lanciate da quattro pianoforti nel parco, con scenografia che non si riesce ad immaginare nella bellezza: sarà questa l’opera del Maestro, che già l’aveva lanciata senza successo nei Giardini di Boboli, bellissimi certo… ma Capodimonte è uno scenario gigantesco e sovrano, Europeo, di quelli che solo Napoli può regalare. Anche per via ovviamente dei suoi panorami e del suo passato di Regno ambito.
Con la collaborazione della Regione, con l’opera di un numero stragrande di operatori e musicisti e cantanti e partecipanti, con l’accoglienza superiore alle parti di Bellenger, Napoli avrà un evento grandioso, che vale per esaltarla in tutto il mese di luglio, dal punto di vista dell’Arte.
Sia detto con buona pace dell’autrice politica del mix, Elsa Evangelista, direttore artistico del Luglio: che compone il glorioso tassello con duecento musicisti, il concerto di Chiara Polese, Enrico Terrone, Stefano Gargiulo. Yves Henry, aiutata dalle autorità regionali Patrizia Boldoni e Rosanna Romano. Loro il compito di proseguire questo discorso con Riccardo Muti ad introdurre in settembre la grande esposizione del C’era una volta, con la collaborazione del San Carlo e dei costumi di scena.
Solo Roberto De Simone, ha detto Bellenger al “Mattino”, poteva legare Mozart, De Leva e Salvatore di Giacomo” nel suo modo che “stabilisce un rapporto tra musica popolare e colta che a Napoli non si possono dividere”. Il testo di Di Giacomo, tradotto in italiano da Pasolini, ha ispirato a De Simone la nuova messa in scena, ricca di ulteriori citazioni.
Di Giacomo, dice De Simone, aveva composto un brano richiesto per la visita della regina Margherita, cui non si presentò. Non che fosse un borbonico, ma già come l’amico Benedetto Croce ed altri, già prevedeva il declino della città, attestato dal fatto che già negli anni ’20 i reali offrivano gran parte del Palazzo vanvitelliano alle visite turistiche, tanto abbandono avevano i poteri locali – l’Impero almeno dava a Napoli un viceré responsabile dei danni!! A Napoli toccò invece l’onore d’essere città natale del Re di maggio, il più breve e più esule della storia di Napoli.
Capodimonte, conclude De Simone, rivivrà l’incanto delle corti borboniche, di una monarchia residente in città ed amata perciò molto oltre i suoi meriti.
Quattro orchestre saranno sistemate in vari angoli del Belvedere per realizzare l’effetto stereo immaginato già nel 1777 da Mozart nella sua Serenade n. 8 K286 in re maggiore.
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