di Vincenzo Curion |
Si è svolto il 10 giugno scorso, presso la Basilica di San Giovanni Maggiore in Napoli, il convegno patrocinato dall’Ordine degli Ingegneri e dalla Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università degli studi di Napoli “Federico II”, dal titolo Etica e Mondo Digitale in trasformazione.
L’evento, sviluppato in coordinamento con la scuola di Dottorato in Ingegneria Industriale e la Fondazione Ordine Ingegneri di Napoli, rientra tra le iniziative organizzate nell’ambito dell’Accordo Quadro di Collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, relativo allo sviluppo di attività di alta formazione, formazione continua e formazione permanente su tematiche inerenti il settore dell’ingegneria.
Il seminario è stata l’occasione di confronto sui temi dell’etica nella professione, in particolare nel settore dell’Information And Communication Technology, che per pervasività è sempre più coinvolto in tutti gli aspetti quotidiani della vita, non solo delle organizzazioni ma anche dei singoli individui.
I professionisti intervenuti, sia dal mondo dell’impresa, sia dalla professione, sia dal mondo della ricerca e dell’Università oltre che dell’associazionismo, hanno dato vita ad una tavola rotonda in cui il tema dell’etica – la ricerca delle scelte giuste da compiere per il perseguimento del proprio e dell’altrui benessere- è stata il focus di diverse riflessioni su diversi processi, a cominciare da quelli produttivi, passando per quelli formativi e della scuola, toccando quelli del sostegno e dell’assistenza, per poi giungere a quelli della ricerca e della sperimentazione.
Le diverse anime del poliedrico mondo dell’ICT hanno convenuto sulla necessità di parlare di temi etici e di introdurre una riflessione di questo tipo nel settore dell’informazione, sia per dare riposta ad una necessità rappresentata, sia perché spinti dalla volontà di valorizzare una cultura umanistica che può sicuramente arricchire la professionalità dei tecnici di settore, tant’è che da tempo temi analoghi sono oggetto di formazione professionale in fiorenti realtà produttive sia localizzate in Italia sia soprattutto all’estero.
L’incontro fa parte di un ciclo di interventi, ma è il primo nel suo genere pensato per i professionisti del terzo settore dell’albo dell’ordine.
“L’idea di un seminario che trattasse i temi dell’etica nel settore ICT, ci è venuta quando assistendo ad altri seminari analoghi ma orientati agli altri settori dell’albo degli ingegneri, ci siamo resi conto che come professionisti dell’ICT avevamo bisogno di riflettere in modo etico sulle nostre problematiche, sulle quotidiane scelte da compiere sia dal lato producer sia dal lato consumer” hanno detto i relatori.
Questa idea, nata in seno alle due commissioni Informatica e Reti e Sistemi dell’Ordine, estesasi alle altre commissioni e cresciuta grazie alla collaborazione dell’Università “Federico II”, ha inteso offrire momenti e spunti di riflessione su tutta la filiera produttiva e di consumo dell’ICT, un settore produttivo spesso male interpretato: percepito come fluido e dove spesso ci si improvvisa. Al contrario, hanno ribadito i relatori, il settore dell’Informazione è di pari dignità dei più consolidati settori edile e industriale e come per i “fratelli maggiori”, così anche gli operatori del terzo settore ordini stico sono chiamati ad interrogarsi sulla bontà delle loro scelte che non devono e non possono essere guidate solo dal profitto ma anche da considerazioni di altra natura sulla qualità delle ricadute.
Pensare in termini di etica digitale,” significa portare al centro della produzione e dell’erogazione dei servizi e dei beni ICT l’utente finale che ha sempre più un rapporto h24 con la tecnologia informatica”, ha affermato uno dei relatori. Una produzione etica è una produzione che è attenta alle risorse materiali e immateriali che adopera, al benessere degli utenti, di cui favorisce l’inclusione scolastica e lavorativa, permettendo di efficientare i processi in seno alle organizzazioni. Non solo. Dal momento che l’etica è un discorso che ha come base l’Uomo razionale, la felicità che essa ricerca è fatta consistere nella vita secondo ragione. Un’ipotesi che lega il tema etico oltre che alla produzione tecnologica anche a quello della finanza e dell’economia dove si teorizza da sempre un comportamento perfettamente razionale dell’Uomo-consumatore.
I lavori dell’assemblea, mossi da una riflessione iniziale sulla rete Internet, che ad oggi rappresenta la più imponente ed estesa tecnologia mai concepita dall’Uomo e che sta permettendo di sviluppare un’intelligenza distribuita di tipo mondiale, grazie ai flussi informativi continuamente veicolati, è culminata con una riflessione sulla ricerca e su come anche nel settore dell’Informazione e della Meccatronica, una sua specifica branca, debba esservi attenzione all’individuo, come ultimo destinatario della tecnologia. “Parlare di etica significa rimarcare o ridare, laddove si fosse persa, attenzione alla persona sia quando si lavora con grandi numeri come in Internet, sia quando si progetta e si realizza una tecnologia ad hoc per uno specifico individuo”. La riflessione sviluppata ha fatto emergere che in termini tecnologici, occorre continuare a pensare, anche più attentamente rispetto ad altri settori, alla tecnologia al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio della tecnologia.
Purtroppo, è emerso nel dibattito, nel caso del settore dell’informazione il caposaldo della tecnologia come servizio all’Uomo è spesso sacrificato in nome di altri interessi come il profitto e “la necessità sociale”. Un esempio tra gli altri quello degli smartphone da cui non ci si separa quasi mai durante la giornata. Ad essi sono spesso affidati non soltanto le “telefonate” ma anche compiti importanti, come il monitorare il proprio conto corrente, scattare foto, gestire i propri profili sui social network o perfino controllare da remoto parte della propria casa, del proprio impianto di sorveglianza e perché no, trasferire i propri dati sanitari al proprio ospedale di riferimento.
Chi opera per la realizzazione delle applicazioni, in particolare quelle d’intrattenimento non sempre agisce in modo trasparente e con rispetto nei confronti degli utenti finali. In questo modo, pur accettando che “la tecnologia dell’informazione sia sostegno di un lifestyle, quest’ultimo ha solo un apparente costo gratuito come le onnipresenti app, ma in realtà l’utilizzatore paga un conto molto salato in termini di privacy sacrificata, di eccessive notizie, di geo localizzazione, di profilazione e di pubblicità sempre più mirata sui propri consumi. Questo, hanno sottolineato i relatori, può essere un serio pericolo alla qualità della vita di ognuno di noi. Senza contare che, molto spesso, nonostante l’impegno delle multinazionali e di grosse compagnie, fatti più o meno recenti e più o meno noti, hanno mostrato che compiere scelte etiche può essere davvero difficile. Basti pensare ai risvolti della vicenda Wikileaks con migliaia di comunicazioni da e per l’America che sono state tracciate con evidenti pesanti ingerenze nella privacy di europei in nome della tutela della sicurezza nazionale statunitense. Il percorso tracciato dai relatori ha anche toccato gli aspetti del cyber bullismo e della violenza di genere, che sempre più spesso vede nel cyberspazio un amplificatore occulto delle azioni dell’aggressore.
In conclusione “Come conoscitori della tecnologia dell’Informazione e delle sue potenzialità, riusciamo a vedere i rischi e i pericoli che si celano in essa. Per contrastarli sarebbe anacronistico se consigliassimo di rinunciarci poiché il suo apporto alla vita di ognuno è destinato a crescere esponenzialmente” hanno considerato i relatori. “Quello che possiamo suggerire, nel rispetto di un discorso etico, sia agli addetti ai lavori sia agli utenti finali, è invece di approcciare la tecnologia con consapevolezza dei rischi, puntando a conoscerla a fondo e cooperando per gestirne la complessità e la mutevolezza”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.