di Clementina Gily, Editoriale
La Magna Cartha del Web quando verrà darà una giusta misura a tante cose che oggi sono affidate a rapporti di forza e ad azioni di pirateria; ma intanto una legislazione attenta della televisione c’è – e l’esempio dovrebbe far pensare. Il rischio massimo è che la legislazione sui media riguardi i rapporti di potere, economici, legali, senza attenzione ai contenuti. Mentre tutti i media hanno una capacità formativa persino superiore alle istituzioni scolastiche ed universitarie: un fatto, non lo si può ignorare. La nazione italiana ha sceso alcuni gradini, nella cultura, negli ultimi cinquant’anni, come ne ha saliti altri, in diretto rapporto con la cultura dei media. È importante che ciò diventi un approfondimento necessario, per meditare opportuni correttivi, in parte già chiari e persino sperimentati nelle nuove didattiche della scuola, nelle riflessioni teoriche della scienza e letteratura delle comunicazioni di massa.
Prima via per approfondire e migliorare, è conoscere: i testi paratattici ed analogici delle scritture dei media, le loro retoriche e tecnologie sono difficili da decrittare – contrariamente ai discorsi in parole, oggetto delle alfabetizzazioni scolastiche. Occorre guidare alla lettura e scrittura di questi testi. Il problema è che introdurre tutte le materie che sarebbero necessarie porterebbe il tempo della scuola a diventare maggiore del tempo di vita: ma la didattica sa trovare alternative, nemmeno la letteratura si potrebbe insegnare se si volesse dir tutto. Basta la programmazione per centrare gli argomenti essenziali che costruiscono l’ottica di una disciplina creando misurate occasioni di approfondimento, le unità didattiche. Basterebbe perciò iniziare ad inserire unità didattiche dedicate a ciò per iniziare il discorso su solide basi.
Ecco perché in Brasile opera da tempo la televisione che nel 2003 fu presentata alla 4° Cumbre Mundial de los Medios para Niños y Adolescentes
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per costruire una televisione mirata alla scuola ed alla formazione, offrendo la più semplice possibilità di educazione dei soggetti che incorrono nella mortalità scolastica, la più efficace ed economica
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per realizzare programmi che educhino docenti ed allievi a meditare la diversa grammatica e sintassi di un testo pluricodificato e del suo laboratorio di scrittura
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per misurare i programmi didattici alla loro comunicatività, così da rendere facile l’apprendimento con la spontanea comunicatività del testo, che attrae invece di respingere l’attenzione volatile dei meno colti
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per raccogliere ed incrementare la produzione free proveniente dalle scuole e da soggetti privati a bassa tecnologia, talvolta ricca di idee bisognose di migliore sviluppo per sviluppare in pieno le proprie potenzialità
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Per sollecitare le competenze artistiche degli allievi e organizzare produzioni che nell’attenzione alle immagini ed alla composizione filmata susciti motivazione negli studenti del 2000 interessandoli alle discipline parlando il loro linguaggio, le letterature e news dei giovani si scrivono in linguaggi che l’immagine rende comunicativi.
Multirio fu decisa dal sindaco di Rio de Janeiro Cesar Maia nel 1993, iniziò a lavorare nel 1995, nel 1997 era operativa; ciò grazie al lavoro subito iniziato della rivista “Nosotros de la Escuela” di preparazione degli assi della programmazione formativa. Uno specifico settore produttivo si dedica poi a questo, Parole ed espressioni del curriculum nascosto, che ha raccolto dati di ascolto ed elaborato dibattiti sulla multi educazione, sulla pedagogia speciale, sui curriculum, sull’alfabetizzazione ai media, su molti temi di attualità. Parole chiave si occupa di esaminare la città di Rio nella sua storia e nella fotografia dei luoghi, precisando i siti delle istituzioni educative scolastiche e non. Elenchiamo 20 dei settori produttivi:
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Interviste con scrittori, poeti, filosofi, per parlare di vari prodotti culturali e figure storiche
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Cronicas de mi escuela, con narrazioni che partono dagli studenti e dai docenti, con postproduzione Multirio
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Cuadro electronico, inchieste e discussioni socio culturali
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Drammaturgia, sui valori e sugli spazi della rappresentazione matematica del mondo
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Arte per grandi e piccoli con laboratori
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Musica
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Documento musical
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Creatividad
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Colores y formas
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Cantos de Rio
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El museo mutante
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En los cuadros
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Ecce homo
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Educazione e lavoro
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Siglo XXI
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Las religiones del mundo
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Mi casa, con storie dei bambini a casa nella vita quotidiana
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Multieducation, sulle tante educazioni utili a formare il cittadino, giardinaggio e alimentazione compresi
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El origen de las especies
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Los niños preguntan
E via dicendo… I settori approfondiscono tutti i temi disciplinari, dalla lingua portoghese alla pedagogia e didattica con esperti e docenti esordienti, alla storia, geografia, scienze… tutto quello su cui si può fare un documentario. Documentari di ogni genere sono inoltre ripresi dai più noti canali commerciali, altri free lance sono raccolti dagli invii delle scuole e dai soggetti a vario titolo contattati: nella sede del convegno furono proiettati ottimi documentari dalle aree depresse del mondo, splendida dimostrazione della originalità dei temi quando gli autori sono nati in quelle nazioni – e tutti erano già dotati di competenza tecnica spesso d’avanguardia.
Questi testi possono sostituire temi disciplinari, l’attività docente a scuola può concentrarsi sull’individualizzazione e personalizzazione della docenza per formare la competenza disciplinare. Le attività scolastiche sono coinvolte nel racconto delle loro stesse sperimentazioni e laboratori disciplinari e di arti varie – documentando il vissuto extracurricolare che di solito va semplicemente perduto; le informazioni sulla città di Rio de Janeiro e sulle attività istituzionali sono la fonte economica che consente la realizzazione, ma è anche un’ottima esplorazione dell’ambiente che fornisce anche il miglior spazio di comunicazione pubblica che si possa pensare.
Multirio è destinata anche al pubblico delle favelas, è un canale gratuito e diffuso, promosso da istituzioni educative che consigliano i programmi legati dal curriculum nascosto per dare l’approfondimento (documentario) la discussione (seminari a scuola ripresi in tv, aperti a collaborazione via mail) e persino la prova on line, per chi con semplicità vuole accumulare crediti in vista di un riconoscimento ufficiale delle competenze acquisite, con prova finale a scuola. Dal punto di vista del combattere l’analfabetismo e l’analfabetismo di ritorno, il sistema sembra perfetto.
Utilizzare poi i programmi di Midiativa per operare sulla lotta alla dispersione scolastica, presenta evidenti vantaggi, visto che si aggiunge al programma il rapporto diretto dello studente. Testi vivaci e interattivi consentono la partecipazione al dibattito, si intersecano con prove in itinere on line che smorzano la tensione dell’ansia e consentono l’autocontrollo. È la metodologia efficace per chi si sente troppo distante dal mondo della scuola, sensazione che oggi è di molti, i giovani vivono nel mondo interconnesso che a scuola entra a fatica.
La cultura del libro va vivificata: il Mondo 3 delle Biblioteche (K. R. Popper) è la base di tutta la cultura scientifica, sostiene anche i saperi della rete e della comunicazione multimediale, la scuola ne insegna la competenza di saperi disciplinari che orienta nell’infinito della rete. Ciò però non vuol dire che si possa seguitare ad usare un linguaggio libresco, oggi che è superato dai linguaggi multimediali; il comunicatore professionale, il docente, non può ignorarlo. Come l’inglese, non è una scelta libera, è il medium di molte informazioni. Il linguaggio dei media anche più dell’inglese caratterizza l’apprendimento, la scuola deve imparare a tradurre i suoi saperi nel nuovo mondo: operazione più semplice di quel che si crede.
L’esperienza di Multirio lo dimostra: ad ognuno dei 20 nomi citati, e dei tanti altri che sono nel catalogo distribuito al tempo (cfr. l’aggiornamento in rete), corrisponde uno staff che si preoccupa di scegliere, programmare, collegare, parlare con le scuole; l’asse cittadino consente un lavoro capillare e ben fatto: è facile pensare che ad uno o ad un altro dei tanti settori citati ognuno saprebbe dare un contributo, e saprebbe organizzare in classe un prodotto da suggerire alla televisione come esempio di una direzione proficua.
Partecipare all’elaborazione del prodotto stabilisce in classe un lavoro di team in cui la gerarchia resta forte – come in tutti i team – ed è forte l’importanza di lavorare bene nel settore e insieme: in più, la motivazione s’ingigantisce, per lo spirito di gruppo ma anche per la volontà di partecipazione alla cultura multimediale, ridà quel che manca a chi si sente straniato da competenze solo concettuali, oggi più astratte che mai per l’ambiente di vita elettronico che caratterizza la cultura.
La parte più interessante del progetto è forse di mettere a disposizione un canale di comunicazione riconosciuto e diffuso, che grazie agli investimenti pubblici gode di organismi di controllo che creano le giuste prospettive di apprendimento. D’altronde, consente alle produzioni scolastiche povere di mezzi di ripresa e di competenze che le rendano adatte al grande pubblico, di trovare cornici adatte in cui dimostrare la loro ricchezza sperimentale di idee, non di grafica.
Ancora: una simile televisione potrebbe trasformare l’Auditel in una cosa seria: Murdoch nel 2008 lo definì un dogma per la sua inattendibilità, visto che il gruppo dirigente risultava costituito nei suoi tre terzi da membri Rai, Mediaset ed UPA (unione degli inserzionisti pubblicitari) e presieduto da Giulio Malgara, berlusconiano: un circuito del tutto autoreferenziale. Non solo una Multirio nostrana potrebbe collaborare a costruire programmi di qualità che moltiplichino l’offerta dimostrando che il pubblico non è tutto per veline e grandi fratelli; ma con le sue azioni di sondaggio (su studenti, docenti, genitori) potrebbe valutare la consistenza dei pubblici televisivi: i programmi di MediaEducation prevedono conversazioni su argomenti dei media, e ad esempio sul Grande Fratello registrarono il parere concorde di essere avvincente nelle serate di stanca, ma pessimo nei contenuti, più crudi e vuoti della realtà che si vive. Altroché spettacolo! forse la caratteristica vincente è quella della nota lettura di Umberto Eco del personaggio Mike Bongiorno: tanto banale da far pensare a tutti alla familiarità, alla simpatia per un amico spesso un po’ frastornato e superficiale, che nessuno teme possa dire qualcosa di più intelligente di quel che potremmo dire lo spettatore. L’eroe della familiarizzazione tv, insomma.