La Pedagogia della Bellezza: Il virtuale e la favola

Il Piccolo Principe al Convitto in Piazza Dante

di Ferdinando Muscariello

elePPSaper rispondere al mondo dei media è oggi un oggetto necessario per la didattica. Come webmaster del sito OSCOM, riassumerò in breve – in conclusione – alcune delle direzioni didattiche di media education, che è possibile scaricare in e-learning, frutto di una sperimentazione collaudata nei risultati. Come tutor del corso della Pedagogia della Bellezza ho seguito i lavori dei ragazzi che sulle tracce del Piccolo Principe avevano intrapreso percorsi avventurosi, anche, come dirò la prossima volta, nel regno del 3D e delle stampanti 3D. percorsi in cui si deve imparare a tener di conto le proprie ricchezze, coll’allegria.

Nel pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all’uno e all’altro pigli la fantasia di risvegliarsi, allora si stira e sospinge da principio timidamente sotto il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo. Se si tratta di un ramoscello di ravanello o di rosaio, si può lasciarlo spuntare come vuole. Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si è riconosciuta. C’erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi del baobab. Il suolo se ne era infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzarsene. Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici. E se il pianeta è troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.

“È una questione di disciplina, mi diceva più tardi il piccolo principe. “Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente e strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. È un lavoro molto noioso, ma facile”.

E un giorno mi consigliò di fare un ben disegno, per fare entrare bene questa idea nella testa dei bambini del mio paese. “Se un giorno viaggeranno”, mi diceva, “questo consiglio gli potrà servire. Qualche volta è senza inconvenienti rimettere a più tardi il proprio lavoro. Ma se si tratta dei baobab è sempre una catastrofe. Ho conosciuto un pianeta abitato da un pigro. Aveva trascurato tre arbusti…”  Sull’indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta. Non mi piace prendere il tono del moralista. Ma il pericolo dei baobab è così poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse su un asteroide, così gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione. E dico: “Bambini! Fate attenzione ai baobab!”.

E per avvertire i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso, senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno. La lezione che davo, giustificava la fatica. Voi mi domanderete forse: perché non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi come quello dei baobab? La risposta è molto semplice: ho cercato di farne uno, ma non ci sono riuscito.

Quando ho disegnato i baobab ero animato dal sentimento dell’urgenza.

Coi bambini si è così inventata una storia per iniziare un percorso tra reale e virtuale, anche senza rincorrere i Pokemon:

Il Piccolo Principe e la spada

Nel Medio Evo, precisamente nel Castel Nuovo; il Piccolo Principe era atterrato con il suo asteroide sulla Terra. Nel castello avevano trovato l’asteroide, ma senza il Piccolo Principe. Gli abitanti del Castel Nuovo non lo conoscevano, perciò Carlo II d’Angiò decise di sciogliere il meteorite e farne una spada, che mise in una stanza segreta. Non sapeva, però a chi dare quella spada e disse a tutto il popolo –Darò questa spada al più coraggioso dei miei servi. – Dopo quelle parole scoppiò una rissa perché tutti volevano quella pregiata spada –Io la avrò! – un altro disse- No la voglio io. – Mentre tutto questo accadeva il Piccolo Principe era sotto la città sotterranea del castello. Mentre di sopra i Francesi avevano invaso Napoli scoppiò una guerra, gli arcieri con frecce: infuocate, velenose. I francesi attaccarono con tanta furia e il Piccolo Principe uscì dai sotterranei e trovò la guerra. Dovette decidere con chi allearsi. Prima vide i cavalieri del Castel Nuovo ed erano molto bravi, ma i Francesi erano molto aggressivi e territoriali. Allora prese una spada e combatté fino alla fine e vinse la battaglia.  Il re era fiero e come braccio destro gli regalò la spada.

Andiamo alla scoperta di Napoli con Dino e il Piccolo Principe

Gli alunni del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” disegnano e raccontano con due personaggi i monumenti di Napoli. I disegni scannerizzati insieme al testo diventano piccoli documentari sul territorio: Maschio Angioino e il Museo Paleontologico (si passa per Palazzo Venezia, vicino a quello Filomarino abitato da Benedetto Croce).

CASTEL NUOVO, IL MASCHIO ANGIOINO

Ciao io sono il Piccolo Principe e sono qui, sul pianeta Terra, per farvi fare una piccola gita al Castel Nuovo.
Questo è il Castel Nuovo, venne costruito da Pierre De Chale, su volere di Carlo I.
Venne poi ricostruito da Guillen Sargorera. Il Castel Nuovo divenne un grande centro culturale, dove venne costruito all’ingresso un magnifico arco. Questo è l’Arco di Trionfo che richiama gli antichi archi Romani. Prima il Castel Nuovo si affacciava sul mare. Da questa parte troviamo una delle cinque torri, sono costruite con delle basi oblique per far scivolare i nemici, quando provavano a salire. Prima era usato come castello da difesa, adesso invece è un museo.

La gita finisce qua, ci vediamo alla prossima gita.

L’INVASIONE DEI DINOSAURI

Un dinosauro disperato si trovava sulla Terra e non aveva più cibo da mangiare. I suoi nemici lo presero al volo, e lo torturarono continuamente e lo rinchiusero nel castello detto del MASCHIO ANGIOINO, il dinosauro venne chiamato Mesut. Quel giorno stesso scese sulla Terra grazie ad un asteroide, il piccolo principe amico di Mesut, che l’ho venne a salvarlo. Insieme andarono al palazzo Venezia per un po’e si riposarono. E salvarono il mondo.

W FORMAZIONE Muscariello La Pedagogia della Bellezza – Il virtuale e la favola.