di Clementina Gily, Editoriale
Per festeggiare la venuta del Papa a Napoli, un evento memorabile che la città ricorderà e speriamo terrà da conto ella sua continua lotta contro se stessa ignorando sempre e con costanza – da secoli – il comune vantaggio che viene a tutti se la città è ricca e solidale, Wolf pubblica la lettera di Mustafà Akyol nell’”Hurryet Daily News” di qualche tempo fa, che sottolinea la volontà di pace che è del vero cristiano come di ogni uomo di buona volontà, e che inizia con un bellissimo:
Caro Papa Francesco,
Mentre stavo scrivendo quest’articolo, l’aereo che La trasportava stava per atterrare ad Ankara. Come cittadino turco e come musulmano Le volevo solo augurare il benvenuto, e condividere con Lei alcune riflessioni sulla Turchia, l’Islam, e, se non Le dispiace, anche sulla Sua visita.
Come tutti sappiamo, il mondo musulmano non sta attraversando una delle sue fasi migliori. Anzi, ne sta vivendo una delle peggiori. Il sottosviluppo dei paesi musulmani, in quasi tutti i settori della vita, è fortemente accentuato dai fanatici che uccidono o opprimono la gente in nome dell’Islam. Essi non minacciano solo i cristiani o gli occidentali, ma anche molti di noi.
Eppure il mondo dovrebbe capire perché esistono questi fanatici. Il pensiero laico fa spesso fatica a cogliere la natura della sfida, e quindi spesso arriva alla conclusione che “la religione è il problema”. Eppure la storia stessa della Sua istituzione, la Santa Sede, mostra quanto siano errate tali semplicistiche opinioni. Ci sono stati momenti in cui la Chiesa Cattolica, un po’ come i militanti islamici di oggi, ha lanciato le guerre sante contro gli “infedeli” e ha punito gli “eretici” in modi brutali. Ma la stessa Chiesa Cattolica oggi apre mense per i poveri e fornisce assistenza sanitaria ai bambini. La storia stessa della vostra Fede, in altre parole, dimostra che la religione può essere una forza sia per il bene che per il male.
Pertanto, oggi,la grande domanda per l’Islam è come fare per sconfiggere, o trasformare, i fanatici musulmani, e ristabilire l’Islam come una forte realtà al servizio della pace, della libertà e della compassione. A questo punto, l’esperienza della vostra Fede, e l’evoluzione della Sua Dottrina, può essere una rivelazione per i miei fratelli musulmani. Ciò che è stato raggiunto nel Concilio Vaticano II nel 1960 è stato encomiabile, come i vostri ammirevoli sforzi per estendere l’attenzione e l’accoglienza della Chiesa a gruppi precedentemente esclusi, come i gay e gli atei. Sarà fondamentale per i musulmani (e forse anche per i cristiani più conservatori) capire che queste aperture Lei le ha fatte non per allontanarsi dall’Amore di Dio ma, al contrario, per estenderlo in ambiti mai toccati precedentemente. È per questo che io sono grato a Voi per la vostra disponibilità ad approfondire il “dialogo” con i musulmani. Si proceda così e si continui ad essere aperti ai credenti dell’Islam.
Per quanto riguarda la Turchia, il paese che si accinge a visitare, vi è molto da dire. Una buona notizia è che non abbiamo tanti problemi con gli estremisti musulmani, soprattutto al confronto con il caos presente al di là delle nostre frontiere meridionali, vedi Siria e Iraq. Ma abbiamo molti problemi a causa di un particolare zelo che sant’Agostino saggiamente definì molti secoli fa: “Libido dominandi,” o la brama di potere. La Turchia è aspramente divisa oggi tra un governo che arde di questa brama, e oppositori – molti dei quali agirebbero non diversamente se fossero al potere. Ciò fa che i turchi siano così tanto occupati a denigrarsi l’un l’altro da non vedere più ciò che accade intorno a loro e ciò vale, in una certa misura, anche per la Sua visita molto importante e preziosa.
Tuttavia, abbia la certezza che Lei qui sta aprendo le menti, soprattutto con la Sua modestia esemplare. I media hanno sottolineato, giustamente, che Lei si è rifiutato di soggiornare in lussuosi hotel a cinque stelle e di effettuare gli spostamenti in costose limousine. Questo è una bella lezione, soprattutto in un momento in cui il nostro presidente ha appena speso un miliardo di dollari per il suo nuovo colossale palazzo presidenziale e il suo fantasioso jet. Grazie per averci ricordato che la grandezza non sta nella stravaganza, ma piuttosto nell’umiltà. “Gli ultimi saranno i primi,” dopo tutto, come un saggio Nazareno, che entrambi amiamo, una volta ha detto, “e i primi saranno gli ultimi.”
Con tutti i migliori saluti, un fratello monoteista.
W editoriale 4,5-15 L’annuncio del Giubileo e la visita a Napoli