di Clementina Gily |
Povera Jo Cox, così appassionata e anche così mamma c’erano anche i suoi figli sulle barche contro la BREXIT sul Tamigi, per manifestare la consapevolezza che l’unione degli stati europei sia l’unica risposta possibile al mondo dove dominano solo i grandissimi.
L’UE nacque da ciò e dalla volontà di salvarsi dalla guerra continua che l’Europa non riusciva a dimenticare dalla storia dell’ultimo mezzo millennio – se si vuole considerare pacifica la stagione dell’Impero Romano. Sanare il passato è apparso la necessità di andare oltre il continuo becchettarsi dei poteri locali per preparare una futura unità di qualche potere: resta piccola l’Europa, rispetto agli altri stati, ma ha un surplus di cultura scientifica ed umanistica che ricade sul prodotto economico e può consentirle di gestire un equilibrato ruolo nel mondo. Sono motivi oggi superati?
Uscendone, è ovvio che gli stati diventano delle grandi Città di San Marino, nel mondo d’oggi, il Principato di Monaco, Andorra…: certo, ci si può vivere bene e molto bene, ma non si conta nulla nel mondo. È la scelta che sinora l’Europa non ha mai fatto, crede nell’economia ma anche nel suo ruolo culturale, crede nella sua libertà.
È questa la scelta, detta in poche e chiare parole – basta dirlo e sostenerlo con chiarezza, così che ognuno faccia la sua scelta. Anche nel suo male però dovrebbe allora farlo chi vota contro: ciò significa che dobbiamo però imparare in fretta il cinese, il russo (forse) e l’indiano oltre l’inglese; significa che le donne acquistino intanto un velo, se non chador; che le nostre abitudini debbano cedere ai costumi altrui. Addio libertà e diritti civili. Così la scelta ha i suoi due corni.
Tra cui ovviamente ci sarebbe la mediazione – ma questo è sostenuto solo da chi crede nell’Europa, come Jo Cox, scegliendo un atteggiamento soft verso l’immigrazione, oggi che tra l’altro le nazioni europee afflitte dalla denatalità potrebbero trasformare in risorsa, invece che nel il cancro della speranza, se evitassero l’atteggiamento prono alle culture diverse e poco attente a meditare la propria.
La risposta degli avversari come si vede dal già detto poteva essere razionale – ma si sa che così nessuno avrebbe ascoltato. Quindi, forza con le parole violente e con le immagini peggiori, con le condanne decise e violente. L’azione di un folle ha trovato così nella sua depressione l’idea di un atto eroico, patriottico, del tipo anarchico dello scorso secolo. Non so se l’assassino fosse persona colta, spesso lo era l’anarchico dell’800: comunque, l’azione è la stessa: ora molto più facile perché nella politica democratica non si deve per forza mirare al re o a Mussolini.
Twitter, il linguaggio troppo franco per non dire sgarbato e a volte brutale delle chat, ha destituito nel linguaggio la sua funzione moderna, mediazione e informazione, argomentazione e convinzione – per tornare alle origini, lo sloog-rein (grido di guerra celtico, da cui viene slogan) che raduna il branco per caricarlo all’assalto. Bastardi alla battaglia – cito il coach Conte cambiando il termine ‘gloria’ usato da lui, perché purtroppo per le menti non limpide tra gloria e battaglia spesso non c’è troppa distanza. Anche i calciatori e certo gli hoolingans spesso fraintendono. Il linguaggio conferma la definizione di Benjamin, è una ‘parola proiettile’ – un’arma impropria.
E quindi o si crea uno strumento nuovo oltre il linguaggio per ricominciare a pensare, oppure lo si riporta al suo essere comunicazione responsabile, filosofica e culturale in genere e si trova il modo di condannare questi suoi usi delittuosi: qui ha portato l’incapacità bisecolare del liberalismo di ragionare sul diritto di parola come dogma.
Il pensiero laico è nato per combattere i dogmi ma ne ha creato altri – il diritto di parola ad esempio e l’habeas corpus (base del diritto al giudizio responsabile). I dogmi non vanno mai bene anche se i principi sono giusti, lo ha dimostrato la storia dei fondamentalismi – non si possono abolire queste fedi sostanziali del liberalismo, ma bisogna poi perdere un po’ di tempo ragionando costruttivamente, capendo quel che succede quando si consente quel che ormai si consente a tutta l’informazione: mentire a tutto spiano ed esercitare il quarto potere oltre ogni limite del giusto.
Wolf non fa altro che battersi per il recupero dell’argomentazione, per ritornare a ragionare ed a capire il mondo e la gente: ma la presenza ora addirittura di un morto gentile e appassionato aggiunge la necessità di non ignorare il mondo di oggi ed i suoi problemi – che sono anche problemi di linguaggio, che è il mondo dell’uomo.
W editoriale 11-16 Jo Cox. Prima evidente vittima del linguaggio violento
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