di Franco Lista |
La scomparsa di Giuseppe Antonello Leone segna un gran vuoto non solo nell’arte italiana. Il maestro, infatti, nei lunghi anni della sua vita, dedicati principalmente all’arte, alla formazione artistica dei giovani e alla poesia, ha condotto numerose ricerche che spesso precorrono quelle di altri importanti artisti. Un solo, significativo esempio è il cosiddetto décollage, tecnica artistica la cui iniziale sperimentazione è attribuita a Mimmo Rotella e ad altri artisti stranieri. A ben guardare, alcuni décollage di Leone sono stati realizzati con largo anticipo, così come è accaduto per altre tecniche e modalità artistiche, tra le quali quella che lui definiva risignificazione: una tecnica d’invenzione che gli consentiva di dar nuova vita ai rifiuti e agli scarti dell’uomo e della natura.
Sono solo pochissime citazioni di quell’immenso patrimonio di ricerche e sperimentazioni creative del maestro, sorrette dalla piena conoscenza di tutte le tecniche artistiche; cosa questa che appartiene solo a pochissimi artisti e rappresenta, in qualche modo, il tratto singolare e introvabile di Giuseppe Antonello Leone.
Di origine irpina, Antonello si formò all’Accademia di belle arti di Napoli, con illustri docenti che spesso citava; ma il suo ricordo, in più occasioni, andava a Settimio Lauriello, un pittore futurista, pressoché sconosciuto ma di sicuro talento e, soprattutto, un ottimo formatore che spingeva gli allievi a produrre in modo creativo.
Forse da questa prima esperienza gli derivava quella passione per la formazione artistica che lo ha visto dirigere con vigore, competenza e dedizione diversi Istituti d’arte, da Potenza a Napoli, passando per Cascano di Sessa Aurunca e San Leucio, creando delle vere e proprie comunità di artisti-docenti. Penso che questo non comune impegno nel trasmettere passione e abilità artistiche abbiano altruisticamente sottratto un tempo notevole alla sua attività di artista e di poeta; ma Leone era così: generoso, moralmente onesto, disinteressato ai guadagni del sistema mercantile dell’arte. Il suo obiettivo, espresso ultimamente nella partecipazione ai progetti di didattica della bellezza, era costantemente teso all’educazione attraverso l’arte e alla formazione estetica soprattutto dei giovani.
Mi è caro ricordare, in proposito, la stretta collaborazione tra noi, per “Scuola Viva” della SEI di Torino, dove nei nostri scritti argomentavamo una nuova educazione artistica che fosse materia prima per la piena formazione dell’uomo.
Questo breve e scarno ricordo di Giuseppe Antonello Leone, limitato a poche notazioni, spero di poterlo ampliare, intraprendendo un vero e proprio viaggio (con i miei ricordi e le sue poderose tracce) sulla vita e sull’opera, ricca e appassionante, dell’amico e maestro della cui scomparsa sono profondamente rattristato.
Giugno 2016
W EDITORIALE 12-16 Lista In memoria – GIUSEPPE ANTONELLO LEONE (1917-2016)
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