di C. Gily Reda
Gli artisti e il sacro: Leonardo e i suoi Codici, il Trattato sulla pittura, contano quanto la Gioconda.
Tutti gli artisti meditano e scrivono figure o parole, poesie, immagini… è il loro contributo alla civilizzazione.
Artisti sì, ma prima uomini; e tutti gli uomini sono artisti, di Arte Artigianato e Artefatti
Sostenere senso e segni della formazione estetica è la ragion d’essere di questo giornale, organo di stampa dell’OSCOM. Chiarire concetti come quello di sacro, in cui è il nucleo della vita creativa di ogni uomo, è suo compito privilegiato.
Sacra è la meraviglia che artisti e filosofi richiamano sempre per spiegare come mai l’arte, ArtArtArt, si fermi su cose così comuni rivelandone significati occulti: l’esempio eclatante è quello della mela, in Caravaggio e in Magritte. Il banale, dice l’estetologo, diventa protagonista della storia del pensare, che è anche dipingere e scolpire.
È il mondo dell’uomo che sempre trasforma il banale, la confusione, in eccezionale con lo stupore che lega i sensi, i nessi, e fa del Chaos ordine e sistema di espressione – il divino, il sacro dice come.
Il sacro si mostra nei suoi segni, perciò chiamare gli artisti alla mostra delle opere è parte essenziale del percorso: gli artisti tutti, che sono anche quelli che praticano l’Arte di Ragionare in figura e in parole… Allora, bisogna anche dialogare alle volte. Perché l’arte del dialogo è quella che ci smuove dal già fatto e ci avvia al futuro. Occorre confrontarsi.
Di fronte alla foto di una pecora, un volto di Cristo, una marina… si dice bello, ma non si analizza la via che ha condotto all’opera; per lo più si giudica la tecnica, l’appartenenza di scuola, l’originalità, meno si pensa a cosa vuol dire… ma la domanda aleggia ovunque. Da poco più di un decennio OSCOM propone l’iconologia per tentare la lettura che passi dall’ecfrastica all’iconografia e infine al giudizio finale (è solo il primo giudizio) che consenta di capire l’opera e procedere. Difficile? Già nei termini? Si è vero, perciò Erwin Panofsky, inventore dell’iconologia sulla scia di Warburg, è poco noto. Ma con queste parole sa descrivere come si forma il giudizio dell’arte, rara è solo la terminologia: dire BELLO significa chiedersi: Come si configura? Perché? Che valore ha per me? Cioè praticare quei tre momenti detti con parole che dettano la metodologia professionale del critico d’arte: descrivere, ricostruire la storia, giudicare. E poi studiare quel che non è subito chiaro: alla fine delle tre domande si chiude il primo anello che dice la sensibilità presente, suggerisce l’approfondimento fruttuoso, spontaneo. Ma è solo il primo dei tanti anelli che chi poi si appassiona all’arte incasellerà nella sua conoscenza dell’arte.
Il 2 maggio perciò al Museo Diocesano, Largo Donnaregina Napoli, si è tenuto il primo incontro di approfondimento degli artisti che intendono partecipare alla mostra Il senso del Sacro, oggi alla sua seconda edizione: in settembre, nell’ambito delle festività di San Gennaro, si terrà questa mostra, religiosa e laica, perché ognuno è chiamato a liberamente interpretare il termine a suo modo. Con ciò, chi si occupa di Arte di Ragionare, conta di avere altre suggestioni per meditare l’argomento, che il ‘900 ha tanto trattato, in mille direzioni, da renderlo un concetto entropico: svuotato cioè di senso perché il sacro si attribuisce a tutto. Come la libertà.
Hanno partecipato numerosi artisti, per ascoltare lo sponsor della manifestazione, se con questo termine irriverente si può definire il Vicario alla Cultura della Diocesi, don Adolfo Russo, Direttore del Museo Diocesano. Sono intervenuti gli organizzatori della giornata, Gily Reda, Franco Lista e Luciana Mascia, per ricostruire il percorso di partecipazione, lasciando stavolta la parole ad un esperto del tema, Massimo Iiritano, che già partecipò al seminario all’IISF nel 2016, i cui atti sono stati pubblicati da Albatros nel 2017. Esperto di Gioacchino da Fiore (vedi la recensione in WOLF), laureatosi su Kierkegaard con l’estetologa Anna Quinzio e perciò entrato poi in familiarità con Sergio Quinzio, su cui ha pubblicato teologia dell’ora nona (recensito anche questo); Iiritano è anche Presidente nazionale di Amica Sofia, abituato quindi a parlare ai bambini e in genere ai non esperti: Iiritano ha potuto dare brevi osservazioni da tutti accolte con interesse sul tema così difficile che è al centro però delle anime di tutti, religiosi e non religiosi.
Secondo Rudolf Otto, il sacro si presenta come ‘il terribile’, secondo Bateson come ‘la sacra unità’, secondo gli antropologi come l’intera letteratura dei culti primitivi e civili delle società dell’uomo. Tanto per delineare una mappa utile per iniziare ad orientarsi nel tema. Intanto, il volume citato del convegno all’IISF dal 15 maggio 2019 sarà disponibile sul mio sito, www.clementinagily.it, ed in cartaceo si acquista su Amazon.
Inoltre, pubblicheremo le opinioni sul sacro che gli artisti vorranno inviare a Wolf, come in questo numero l’intervento di Feruglio.
Ricordo che sono molti gli articoli di WOLF nell’occasione del seminario all’IISF e poi della mostra 2018 sul sacro a San Domenico Maggiore, e poi del suo proseguimento alla Fondazione Pellegrini, grazie all’Ispettore Pongione. In tutte queste occasioni, molti ragazzi delle scuole impegnati in Alternanza con OSCOM, hanno visitato la mostra esperimento un giudizio estemporaneo su un’opera da loro scelta come la più adatta al tema scelto: giudizi estemporaneo che però dimostrano l’assento che spinse OSCOM a dare corpo alle sperimentazioni di formazione estetica.
I ragazzi, e anche i bambini, sanno bene cos’è il bello e lo definiscono molto bene, anche senza preparazione filosofia – e lo definiscono nel senso di quel bello-vero-bene che fu l’antico ideale del Sommo Bene, per Platone. Ed è questo davvero la definizione giusta dell’ecfrastica, cioè della semplice descrizione di quel che si vede, dell’arte. Per giungere all’invisibile, ci sono poi gli altri due gradi di approfondimento del primo circolo… e poi quanti circoli sapremo ancora affrontare per cogliere sempre qualcosa di nuovo…
W Editoriale IL SENSO DEL SACRO 2019 – Fragilità e incompiutezza dell’umano
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.