di Federico Giandolfi
Al Castel Nuovo di Napoli sono state scoperte evidenze storiche che portano ai Misteri del Sacro Graal, oggetto del Convegno “Il Graal tra Storia, Mito e Psicologia” in cui sono intervenuti Vittorio del Tufo, Adolfo Ferraro, Clementina Gily (il testo in www.clementinagily.it | Eventi) e Salvatore Forte insieme ai ricercatori dell’Associazione Itinerari Video Interattivi. Una grata e rara occasione nella metropoli dalle mille vite e attanagliata da innumerevoli problemi! Napoli si rivela ancora una volta città centrale europea, partecipe ed erede della tradizione esoterica cristiana. Nel corso del Convegno, i Misteri del Graal, alla luce delle nuove scoperte partenopee, sono stati esaminati da vari punti di vista, la storia esterna, la filosofia, la psicologia e la documentazione in situ.
Questi Misteri di epoche lontane e geograficamente diffusi sono comprensibili e attuali, se ci rivolgiamo coscientemente e in piena libertà al mondo spirituale ai quali essi inequivocabilmente ci dirigono, e in primo luogo al Mistero del Calvario. Una breve introduzione ci chiarirà il tema.
Tutti possiamo pronunciare la parola “tavolo” o “sedia”, ma la parola “Io” non la possiamo udire diretta a noi da altri, la possiamo pronunciare solo ciascuno di noi. Quello che troviamo in noi come il sé interno è l’essere di cui diciamo “Io”. E questo fatto ci abilita a trovare la distinzione tra questo essere e le cose del mondo circondante. Ora, quello che percepiamo con i sensi, prima o poi decade e muore, tutto nel mondo esterno è soggetto alla transitorietà. L’accesso ai mondi spirituali ci è però permesso attraverso il risveglio, o rinascita, o iniziazione, per cui da questo Io inferiore nasce un altro Io, l’Io superiore, come il bambino nasce dalla madre. Attraverso gli esercizi spirituali volti all’iniziazione, i discepoli dei Misteri raggiungono il momento in cui guardano il proprio Io inferiore dal punto di vista dell‘Io superiore. E dicono a sé stessi: l’essere che ho conosciuto finora appartiene al mondo esterno e va via con esso al momento della morte. Ma questo secondo Io è unito all’Eterno, così come l’Io inferiore è unito al transitorio.
I discepoli Rosa Croce, detti anche Cristiani di San Giovanni, nel secolo XIV sapevano ciò, e soprattutto sapevano che la nascita dell’Io superiore è in connessione con il Mistero del Calvario. E leggevano nel Vangelo di Luca che la genealogia di Gesù rimonta ad Adamo e di lì a Dio, e argomentavano che l’Umanità nata dallo Spirito discese una volta dalle altezze spirituali per abitare in un corpo umano. Nel passato, il Regno spirituale si era densificato fino a divenire il transitorio mondo terrestre. In Gesù di Nazareth contemplavano il Principio che dapprima si era occultato nella razza umana e che ora riappariva come Divinità. I Rosa Croce sapevano che per ogni essere umano è possibile un grande evento, la nascita dell’Io superiore. Perché si definivano Cristiani di San Giovanni? Soprattutto per le parole iniziali del Vangelo di Giovanni e in particolare sulla “Parola fatta carne”. Là si indica definitivamente che l’Essere incarnato in Gesù di Nazareth è l’Essere da cui tutte le cose provengono, che è lo Spirito vivente, la Parola vivente, lo stesso Logos, mentre negli altri Vangeli si nota qualche difficoltà nell’afferrare la vera Natura del Cristo.
Quindi, l’Individualità che è portatrice del Cristo è vista come l’Evento principale e unico nella evoluzione dell’Umanità. Allora, secondo i Rosa Croce, ci deve essere qualche connessione tra il Cristo Gesù e l’essenza più sacra dell’essere umano incarnato. Per i Rosa Croce nell’anima umana ci deve essere qualcosa che porta direttamente agli eventi della Palestina culminati nel Mistero del Calvario. La Divinità nascosta in ciascuno diviene preminentemente manifesta nel Cristo Gesù, il quale rappresenta l’Io Superiore dell’Umanità, archetipo e paradigma.
I Cristiani di San Giovanni, il cui simbolo era la Rosa che sorge dalla Croce, dicevano: Proprio quello che è rinato come Mistero dell’Io Superiore cosmico, è rimasto intatto in noi, noi lo preserviamo. Questa continuità è simbolicamente indicata nella leggenda della Coppa del Sacro Graal, dalla quale bevve Gesù Cristo nell’Ultima Cena e in cui fu raccolto il sangue che sgorgò dalle sue ferite. I Rosa Croce divennero a suo tempo i guardiani del Tempio a ciò dedicato, simbolo della devozione alla propria essenza del Divino che rinasce; ne tramandarono il significato e difesero l’iniziazione dello Spirito nella lotta secolare con i Gesuiti.
Quindi quello che era con Dio nel Principio è nato di nuovo in Colui che ha sofferto, è morto sul Calvario e che è risorto. Questa continuità durante tutto i tempi del Principio divino e la sua rinascita, è ciò che Giovanni Evangelista ha voluto dirci. Ed era noto a quelli che proclamavano questa verità: ciò che era al Principio è stato preservato. Nel Principio era il Mistero dell’Io superiore ed esso è stato simbolicamente preservato nel Graal, e con il Graal è rimasto legato. E nel Graal vive l’Io unito con l’Eterno, così come l’Io inferiore è unito all’effimero e al mortale. Colui che conosce il segreto del Sacro Graal conosce che dal legno della Croce germoglia sempre una nuova vita, l’Io immortale, simbolizzato dalle rose sul legno nero della Croce. La verità che germoglia non è però servita bella e pronta su un piatto, ma deve essere acquisita mediante l’intenso sforzo e la abnegata dedicazione.
L’iniziazione Rosa Croce è quindi basata sulla preservazione attenta e cosciente del principio del Cristo. Nella iniziazione Rosacroce osserviamo al più alto grado quell’impulso cristiano che ha duplice espressione: l’elemento Figlio, l’azione del Cristo che va giù profondamente sul sub cosciente; l’elemento Spirito che raggiunge e illumina tutto quello che cade nell’orizzonte della nostra coscienza, tutto ciò che è conoscibile. Il metodo Rosa Croce mostra che la conoscenza comune senza pregiudizi è compatibile con la più elevata conoscenza dei fatti spirituali, raggiungibile attraverso l’esercizio della immaginazione, ispirazione e intuizione. E attraverso questo cammino coloro che si sono allontanati dalla fede cristiana perché irretiti dalla seduzione che la scienze naturali esercitano, possono apprendere il Cristianesimo per la prima volta.
La corrente rosacruciana vuole dischiudere il cammino presente dell’iniziazione cristiana corrispondente all’attuale epoca storica, la cui culminazione del l’incontro col Cristo quale massimo rappresentante dell’” Io sono”, avendo inglobato gli impulsi del Graal, e unendosi alle correnti spirituali metamorfosate del manicheismo e dei Templari.
La verità è una sola, ma può essere raggiunta seguendo diversi cammini, così come alla base della montagna vi sono vari sentieri che conducono tutti alla vetta.
W Giandolfi I misteri del Graal – la rinascita dell’Io Superiore
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.