di Redazione
Givone è uno dei più noti studiosi italiani di estetica. “Questa città ha tante virtualità inespresse da far venire alla luce”
Sergio Givone, neoassessore alla cultura della giunta Renzi, è uno dei più noti filosofi italiani. Fiorentino di adozione (è nato a Buronzo, in provincia di Vercelli, l’11 giugno del 1944) è sposato con Cristina Lorimer e ha tre figli. Dopo la laurea a Torino con Luigi Pareyson, ha insegnato a Perugia, Torino e Firenze, dove è ordinario di estetica alla Facoltà di Lettere e Filosofia, mentre nel 1982-83 e nel 1987-88 è stato Humboldt-Stipendiat presso l’Università di Heidelberg. Particolarmente importanti sono considerate le sue opere su Dostoevskij, riletto dal punto di vista del nichilismo europeo. Una riflessione da cui prende le mosse anche la sua indagine sulla storia del nulla, cui ha dedicato, e sulle sue implicazioni in un nuovo pensiero tragico. Givone è autore anche di testi letterari, dove è evidente, oltre all’impronta filosofica, l’influsso della letteratura russa. Collaboratore di Repubblica, è stato pro rettore dell’Ateneo fiorentino. “In un mondo in cui non esistono bacchette magiche” è stato il suo primo commento “per fare l’assessore alla cultura a Firenze serve, invece, proprio la bacchetta magica. Nel senso che questa è una città con tante virtualità inespresse, da far venire alla luce. Come? Non è soltanto questione di soldi, quanto piuttosto di ‘toccarè il punto giusto e ridestare forze che già esistono, ma dormono e vanno ‘risvegliate'”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.