di Adolfo Giuliani
Come si fa a credere ancora nella giustizia, quando diventa così difficile averla? È diventato quasi un danno, per il cittadino onesto, chiedere giustizia! Spesso non sa nemmeno a chi rivolgersi, è spaventato per la mancanza di fiducia che ha nelle istituzioni e nel procedimento legale. I tempi di attesa sono lunghi, anche per un procedimento semplice, a volte trascorrono anni di sedute processuali; è già questo un motivo di sconforto, poi ci sono i costi elevati previsti per le procedure, poi le spese per gli avvocati, che non sono poche, poi si aggiunge l’esito incerto, anche quando si ha ragione, o per incompetenza del giudice o degli avvocati o per altri motivi: è un vero calvario. E’ vero che viviamo in un momento di confusione e di incertezze, anche di poca onestà in tutti i campi, ma se si aggiunge la mancanza di professionalità degli addetti ai lavori, il quadro della desolazione è perfetto.
Certo, non si può vivere così, con la preoccupazione che, se ci accade qualcosa, è difficile difenderci, anche quando tutto dovrebbe essere chiaro e scontato e la legge uguale per tutti.
I tempi della giustizia dovrebbero essere più brevi, tali da consentire al cittadino che ha ragione la risoluzione del suo problema, con chiarezza ed onestà, ma spesso si verifica, in caso di esito favorevole, la beffa della compensazione delle spese, oltre al danno della lunga attesa. La giustizia attuale favorisce gli imbroglioni e più si è imbroglioni e più si ha la speranza di farla franca. Ci sono anche avvocati imbroglioni e giudici corrotti. Io penso che anche i ritardi siano in mala fede, perché in questo modo si dà la possibilità a chi ha torto e a chi compie reati di farla franca, come si dice a Napoli per far finire sempre tutto “a tarallucci e vino”, cioè con un lieto fine, come se non fosse successo niente e questo nemmeno va bene, perché in questo caso a rimetterci è sempre la persona onesta. Ecco perché si commettono reati con più facilità: è agevolato chi commette un reato o chi arreca un’offesa o chi procura un danno in quanto, nell’attuale esercizio della giustizia in Italia, ha maggiori possibilità di farla franca. Se si ruba molto, poi, addirittura è più facile farsi assolvere in caso di denuncia, perché si possono pagare tanti avvocati di spicco e, con un’eventuale complicità di giudici corrotti o incompetenti, alla fine, anche se mi ripeto, finisce veramente tutto a tarallucci e vino. È un’espressione che chiarisce bene il punto: non sempre la giustizia fa il suo corso correttamente, spesso il colpevole viene condannato in primo grado, ma viene assolto in assise o in cassazione, oppure il suo reato, col passare degli anni, cade addirittura in prescrizione, in un modo o nell’altro la vittima di un reato difficilmente ottiene giustizia. Senza parlare dei testimoni, sempre chiamati in causa, anche quando non sono necessari; se non ci sono realmente, bisogna procurarseli o comprarli. Non è possibile dichiarare di non averli perché, in tal caso, ci sono buone probabilità di perdere una causa anche se si ha ragione, in pratica bisogna assumere testimoni falsi per dimostrare la verità dei fatti. Sarebbe il caso di abolire i testimoni, dal momento che, spesso, sono falsi, da ambo le parti in causa.
Io penso che la magistratura in tutto questo abbia le sue colpe: il suo è un potere forte, con grandi vantaggi, decisionali ed economici e, di conseguenza, dovrebbe essere costituita da professionisti estremamente seri, onesti ed incorruttibili. Nella sua autonomia, la magistratura in Italia potrebbe essere causa di “malagiustizia”, in virtù del suo potere senza particolare controllo, in grado di fare grandi danni, oltre che di pilotare la politica e l’economia del paese.
In questo momento tempestoso e drammatico per la giustizia, raramente si vede un po’ di luce, che viene subito spenta. Tuttavia, l’esempio di quegli uomini che hanno sacrificato la loro vita per la difesa della legge, deve indurci ad avere ancora fiducia ed a sperare che, nel nome della Giustizia, un innocente possa essere assolto ed un colpevole condannato.
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