di Francesco Villano |
Tra la serata e la nottata dei primi due giorni di luglio, a Dacca in Bangladesh, si è avuta l’ennesima mattanza operata da affiliati allo Stato Islamico. Stavolta il nostro Paese ha pagato un alto prezzo con la bestiale uccisione di 9 nostri connazionali. L’orrore per quelle morti, come quelle dei quasi contemporanei attentati in Turchia e in Iraq, ha ancora una volta scosso in profondità le nostre vite. Purtroppo devo dire, con grande amarezza, che, generalmente, all’ondata emotiva di sdegno e dolore non fa seguito un bel niente o quasi! C’è attualmente un disordine mondiale, conseguenza di molteplici cause (ambientali, demografiche, economiche, finanziarie, etc.), che tra l’altro vede recenti e antichi nodi della Storia (politici, religiosi, culturali) venire al pettine con una tale virulenza da destabilizzare sempre più molte aree e società del nostro pianeta. Papa Francesco ha parlato di terza guerra mondiale a pezzi. Un disordine mondiale che vede molti attori giocare partite, alcune molto ma molto sporche, per ritagliarsi spazi e sfere di influenze future. Costi quel che costi! E’ qui, per toccare solo qualche ambito, che bisogna rintracciare il perché dell’altalenante contrasto alle armate e alla natura stessa dello Stato Islamico; il perché dell’agire incontrastato di uno Stato come l’Arabia Saudita (ma non solo: Qatar, Kuwait e Emirati Arabi Uniti stanno, a vario titolo, nella stessa barca!), alleato dell’Occidente e degli Stati Uniti in particolare (tra l’altro finanzia con dei fondi privati circa il 20% della campagna elettorale di Hillary Clinton), che alcuni hanno definito come uno Stato Islamico ante litteram e che da alcuni decenni, esportando in tutto il mondo islamico la sua visione dell’islam, fondamentalista e retrograda, ma rivestita da petrodollari, ha di fatto spianato la strada al jihadismo terrorista. E’ vergognoso e impastato di ignavia, omertà e gravissima complicità l’atteggiamento di coloro che, in particolare i governi dei Paesi occidentali, facendo finta di non vedere e senza alcun pudore continuano ad avere rapporti (tra l’altro i sauditi sono dei privilegiati acquirenti delle nostre fabbriche di armi) con i veri mandanti ideologici, diretti o indiretti che sia sul piano fattuale, del terrorismo in versione islamica. A meno che, dietro questo accenno di scenario, non ci siano alleanze e scopi indicibili e inconfessabili, anche se a “scherzare” col fuoco ci si brucia!
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