di Redazione
La fotografia di una pineta caprese in bianco e nero apre al Madre fino a settembre la mostra che unisce i 41 anni di cinema d’autore, di Mario Martone, in percorso unitario. Il bosco apre sul futuro, che completerà il trittico sulla storia, con Come eravamo e Il giovane favoloso, ragionando sulla ribellione in cui Capri rappresentò un sogno di libertà nel tempo circolare in cui la rivoluzione è parte del moto. Un’intuizione che si richiama a Beuys ed alla sua riflessione sul terremoto.
L’opera totale dura nove ore e mezzo, tutta intera una giornata di apertura del Museo Madre – raccogliendo quell’idea di Wagner e Nietzsche dell’opera totale come recupero di una integralità dell’opera d’arte, cui risponde e che manifesta l’integrale partecipazione della gente all’opera, echeggiando i tempi antichi in cui il teatro ospitava chi era già nell’opera con il coro.
Nella seconda sala (G. L. Riccio) 4 pareti, 4 megaschermi, con 36 poltroncine girevoli al centro ospitano spettatori con le cuffie che alternano la loro scelta. Questa opera resterà come patrimonio stabile del Museo Madre di Napoli. «Ognuno può scegliere il video e l’audio da seguire, costruendo un personale montaggio, mentre, in sottofondo, percepisce appena il suono di una risacca».
La terza sala, infine, mostra la necessità del nesso, che è segnalata dal montaggio in unico respiro di 41 anni di lavoro. Ciò si fa collegando per crasi immagini e spiegazioni – i frammenti che con le immagini ricostruiscono il nesso della storia.
L’esposizione è aperta fino a settembre e farà parte degli itinerari del Napoli Teatro Festival Italia.
W Eventi Redazione Cinema al Museo Madre – Martone in opera totale
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