di M. Angrisani
In occasione del 20° Anniversario dell’istituzione della cittadinanza europea, introdotta con il Trattato di Maastricht nel 1993, e in vista delle elezioni del Parlamento Europeo (PE) del maggio 2014, risulta indispensabile “fotografare” lo stato dell’arte dei diritti e doveri del cittadino europeo, partendo dalle fonti. Le disposizioni contenute nel Trattato sull’Unione Europea (TUE) e nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) forniscono il dettaglio dei diritti dei quali i cittadini europei sono destinatari, tra i quali rilevano: il diritto di spostarsi e vivere liberamente in un altro Stato Membro (SM); il diritto all’elettorato attivo e passivo nelle elezioni europee e locali; il diritto di presentare petizioni al PE o ricorrere al Mediatore; la garanzia di assistenza diplomatica e consolare da parte di uno SM diverso dal proprio; il riconoscimento delle qualifiche accademico-professionali; i diritti dei passeggeri e dei consumatori.
Considerando le modifiche apportate del Trattato di Lisbona nel senso di un rafforzamento dei poteri legislativi del PE, in co-azione con il Consiglio, appare evidente quanto la scelta che i cittadini europei saranno chiamati ad effettuare alle prossime elezioni sia delicata e di elevata responsabilità. D’altro canto, il ruolo stesso dei Parlamentari europei deve essere ponderato nella prospettiva di professionalità di alto profilo, in possesso di competenze specifiche quali la conoscenza di più lingue, la capacità di interagire con colleghi appartenenti a culture e paesi diversi e, in generale, di una Weltanschauung europea. Importante, a tal fine, si dimostra anche il ruolo della comunicazione e dell’informazione concernenti il significato e il contenuto dei diritti e doveri del cittadino europeo, nonché le funzioni che i suoi rappresentanti in seno al PE dovranno espletare, in considerazione delle potenzialità di una più intensa interazione (e coesione) tra i Membri.