Categoria: Europe Direct : EPE Wolf

L’Europafest (2)

di Carmen Stellato


 

2. Cercare di capire cos’è l’Europafest senza aver però prima spiegato cos’è e come nasce il FEZ-Berlin potrebbe risultare di difficile comprensione e pertanto è giusto fare un passo indietro e analizzare il contesto in cui si cala l’evento.

Il Freizeit- und Erholungszentrum nacque nel 1951 con il nome Pionierrepublik. In realtà nel 1911 la città di Berlino acquistò l’intero terreno dell’attuale parco Wuhlheide per farne proprio un parco pubblico: nel 1928 fu inaugurata una piscina all’aperto.

Alla fine della seconda guerra mondiale furono avanzate delle proposte per la costruzione di un parco per i giovani di Berlino. Fu così che nella zona del Wuhlheide, nel quartiere Köpenick, furono bonificati 120 ettari grazie al lavoro di più di 1.000 operai e più di 30.000 volontari. Furono costruiti anche un teatro all’aperto per 20.000 spettatori, un campo da gioco con 6.000 posti, una pista da pattinaggio, un orto botanico, campi da tennis, un lago (Badesee) e un campo di pallavolo e basket. Nel 1950 fu inaugurato col nome Pionierrepublik in occasione del I Incontro della Gioventù (Deutschlandtreffen der Jugend); il 27 Luglio1951 il Pionierrepublik fu affidato ai giovani ragazzi e ragazze berlinesi con il nome di Pionierpark dal sindaco Friedrich Ebert. Nel mese successivo il parco fu utilizzato dai giovani e dagli studenti giunti in città in occasione del III Festival Mondiale della Gioventù (Weltfestspiele der Jugend).

Un evento importante fu la consegna, nel 1956, della Pioniereisenbahn, ossia una stazione ferroviaria, un regalo dei 300.000 ferrovieri della Repubblica Democratica Tedesca (ossia la DDR – Deutsche Demokratische Republik – o Germania dell’Est) in occasione dell’ottantesimo compleanno del Presidente Wilhelm Pieck, ai bambini di Berlino. Il tratto ferroviario era lungo, prima del suo ampliamento avvenuto agli inizi degli anni Novanta, 6,9 Km. Parecchie stazioni, 4 cabine, un’impresa di manutenzione dei macchinari e delle locomotive e 11 segnali appartenevano a questa ferrovia gestita da bambini e ragazzi. Tutto ciò diede l’opportunità a molti bambini e giovani ragazzi di ottenere un posto di lavoro nel settore dei trasporti dopo la formazione scolastica.

Nel 1973 il governo della DDR, che continuava ad essere politicamente ed economicamente ben vista, decise di costruire, dopo il “Palast der Republik”, la cui edificazione era ancora in pieno corso, una “Zentrales Haus für Junge Pioniere”, una sorta di edificio centrale. Sia al suo interno che con il suo aspetto esteriore, esso avrebbe dovuto essere una costruzione di grande importanza a livello figurativo, con la quale l’immagine della DDR, quale Paese con forte interesse ai bambini, potesse essere trasmessa a livello nazionale ed internazionale. In questa “Pionierhaus”, che offriva innumerevoli attività da tempo libero, dovevano essere i bambini i protagonisti principali i quali dovevano essere guidati, aiutati e sostenuti nelle attività educative e formative praticate nel tempo libero; in questo modo essa veniva a configurarsi come un’istituzione extra-scolastica che si occupava dell’educazione di bambini e giovani, sulla base dell’ideologia socialista. Ben presto il nome “Zentralhaus der Jungen Pioniere” fu sostituito da “Palast der Jungen Pioniere” e poi abbreviato in “Pionierpalast”: l’iniziale parco per il popolo era diventato un palazzo per bambini e ragazzi.

In occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione della Pionierorganisation (13 Dicembre 1973) fu ufficialmente annunciata la costruzione della “Zentrales Haus der Jungen Pioniere”. La direzione generale fu affidata al Prof. Dr. Ing. Erhard Gießke che in quel periodo era responsabile della costruzione di importanti edifici pubblici mentre al Prof. Dr. Star della scuola di architettura di Weimar fu affidato il compito di costituire un gruppo di lavoro per la elaborazione di uno studio sulla costruzione dell’edificio. Questo studio pose, in realtà, le basi per l’indizione di un concorso con il quale sarebbe stato scelto il progetto migliore. Ogni gruppo avrebbe dovuto presentare dettagliatamente il piano edilizio, i costi, l’organizzazione degli spazi e del personale, ecc..

Per quanto riguarda la sede della nuova struttura vi erano tre proposte:

  1. l’area dove si trovava il Pionierpark, in Wuhlheide, nel quartiere Berlin-Köpenick;
  2. l’area nei pressi di Tierpark (dove attualmente si trova il Tierpark-Hotel);
  3. un’area al centro di Berlino Est, tra la Roten Rathaus (Municipio della città di Berlino) e il Marstall (un importante edificio storico).

Dopo lunghe riflessioni si decise per l’area del Wuhlheide, innanzitutto per il contesto paesaggistico. Inoltre dal 1950 vi era il Pionierpark con i suoi impianti dedicati al tempo libero (il teatro all’aperto, la stazione ferroviaria, il lago, i gruppi di lavoro a scopi educativi, ecc.) e che aveva reso l’intera area una vera e propria zona per il tempo libero per bambini e ragazzi. Essa offriva, tra l’altro, molte possibilità di ampliamento e di completamento; garantiva ampia libertà di costruzione senza dover fare i conti con altre costruzioni o edifici e nello stesso tempo non richiedeva interventi di demolizione o spostamenti di impianti. Nel Dicembre 1974 fu istituita una commissione per discutere di tre progetti appartenenti al Prof. Dr. Trauzettel, Prof. Dr. Star e Dr. Ing. Stahn. L’analisi dei tre progetti avrebbe tenuto conto di diversi aspetti: se il piano di costruzione era adatto al luogo prescelto, se erano state trovate soluzioni spaziale-funzionali che rispettassero gli obiettivi del progetto, se le proposte dal punto di vista architettonico erano in armonia anche con la componente tecnico-edilizia, e se rientravano nei limiti economici a disposizione. Non per ultimo l’edificio doveva essere visibile e impressionante, essere in grado di trasmettere un’atmosfera invitante, calore e amore per la natura oltre ad allegria ed ottimismo1. La commissione decise per il progetto proposto dal gruppo di lavoro guidato dal Dr. Ing. Stahn, il quale propose che l’edificio si sarebbe adattato al paesaggio in maniera ottimale se fosse stato costruito in legno e vetro. Nel 1975 fu costituito il gruppo di lavoro per procedere alla costruzione dell’edificio e nel 1976 cominciarono i lavori.

Il 3 Ottobre 1979, dopo tre anni di lavori, alla vigilia del trentesimo anniversario della fondazione della DDR, fu inaugurato il Pionierpalast e all’edificio fu dato il nome “Ernst Thälmann2”.

In quanto istituzione extra-scolastica fondamentale della DDR, il Pionierpalast doveva assolvere alle seguenti funzioni:

  • sviluppo, sperimentazione e diffusione di nuove forme e metodi per l’organizzazione di un’interessante e variegata vita dei giovani Pioniere e della FDJ3 e di un lavoro creativo in gruppi di lavoro, club, circoli e corsi;
  • studio e analisi delle esperienze e dei progressi nel lavoro extra-scolastico nella DDR e nei Paesi socialisti confinanti; raccolta, preparazione e consegna dei materiali necessari;
  • collaborazione tra i pedagoghi e gli educatori e realizzazione di occasioni di confronto e scambi di esperienze;
  • preparazione e realizzazione delle manifestazioni principali della FDJ e della Pionierorganisation e collaborazione nella conduzione e direzione di azioni e iniziative.

Il concetto che era alla base del lavoro del Pionierpalast, e quindi dei giovani coinvolti, era riassunto nei seguenti punti:

  • i giovani del Pionierpalast sono strettamente legati alla crescita e al divenire e alla prospettiva socialista della loro patria, attraverso un lavoro vivace e interessante; essi partecipano attivamente alle iniziative della FDJ e della Pionierorganisation per lo sviluppo di Berlino come capitale socialista; si occupano delle grandi opere dell’Unione Sovietica e dei Paesi alleati in battaglia per il mantenimento e il rafforzamento della pace;
  • i giovani del Pionierpalast hanno a loro disposizione una moltitudine di possibilità per entrare in possesso di conoscenze sulle diverse organizzazioni socialiste giovanili e per acquisire le capacità e le abilità per un lavoro sempre più autonomo all’interno dell’organizzazione. In questo senso erano previsti incontri periodici con esponenti del partito o veterani o con i fondatori della FDJ, ecc.;
  • i giovani del Pionierpalast hanno numerose possiblità di imparare dalle scienze naturali e tecniche, di ottenere incarichi socialmnte utili, di indagare, analizzare e riflettere. Essi capiscono che la scienza e la tecnica nel Socialismo sono utilizzati nell’interesse del popolo e nel Capitalismo viene fatto abuso di essi sfruttando i lavoratori. A tal proposito fu creata una scuola dove si tenevano incontri e discussioni sulla scienza e sulla tecnica e cerano gruppi di lavoro sull’elettronica, l’edilizia, la biologia, l’economia;
  • i giovani del Pionierpalast hanno molte possibilità di svolgere attività artistiche e creative, di documentarsi e conoscere l’arte, la cultura e il patrimonio culturale del proletariato. A tal fine venivano organizzati concerti di musica, incontri per la lettura di libri, concorsi di fotografia, spettacoli teatrali e gruppi di lavoro di pittura e grafica, lavorazione della ceramica e della plastica, fotografia e film, letteratura, ecc.;
  • i giovani del Pionierpalast hanno numerose possibilità di praticare sport, partecipare a competizioni sportive e gare di resistenza, mettendosi alla prova e testando il coraggio, l’audacia, la tenacia e la disciplina4.

Il Pionierpalast, in accordo con il dipartimento dell’istruzione pubblica della municipalità della città di Berlino e la direzione della FDJ del quartiere di Berlino, svolgeva i suoi compiti e le sue funzioni educative e formative tenendo conto delle direttive imposte dal Ministero dell’istruzione pubblica la direzione generale della FDJ. A tutti i collaboratori pedagoghi del Pionierpalast veniva ripetutamente ricordato che ai sensi dell’educazione internazionale e patriottica essi dovevano contribuire a rafforzare l’amore e il legame dei bambini e dei ragazzi alla DDR e alla capitale. Così il gruppo di lavoro sulle arti figurative, ad esempio, aveva il compito di raffigurare e rappresentare con gli strumenti dell’arte la vita nella capitale della DDR, l’amore per la pace, la solidarietà, la sicurezza per i bambini e i ragazzi e l’amore per la natura. A questo scopo i giovani incontravano tra l’altro soldati della National Volksarmee (NVA), ovvero l’Armata Popolare Nazionale o lavoratori edili del quartiere Marzahn di Berlino, uno dei più grandi nuovi centri edificati della DDR. Come anche nel gruppo di lavoro “Giovani economisti” si tenevano incontri con esperti del settore su questioni quali l’utilizzo razionale dell’energia e come evitare e ridurre gli sprechi5.

Dunque se è vero che lo scopo principale di tutta l’organizzazione era l’educazione e la formazione dei bambini in una struttura extra-scolastica e con metodi alternativi e creativi, è anche vero che tutto doveva essere finalizzato a rafforzare il legame tra i giovani e la DDR, dagli aspetti della vita quotidiana alle questioni più importanti.

Poche settimane dopo l’inaugurazione del Pionierpalast fu fatta una proposta al Ministero dell’istruzione pubblica, ovvero che fosse stato richiesta ai giovani una somma da pagare (per i materiali utilizzati nei gruppi di lavoro, o per l’accesso agli eventi e alla piscina) ma la proposta fu respinta: al Pionierpalast tutto doveva essere gratuito6.

 

 

 

1 Förster I., op. cit.

2 Ernst Thälmann è stato un politico. Operaio e attivista tedesco. Segretario generale del Partito Comunista di Germania, fu uno dei più importanti capi del movimento operaio tedesco degli anni Venti e Trenta.

3 La Freie Deutsche Jugend (FDJ) era la più grande e importante organizzazione giovanile durante il governo della DDR, e apparteneva al Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (SED), ovvero il Partito Socialista Unificato di Germaniamin. Essa era composta da giovani di entrambi i sessi, di età compresa tra i 14 e i 25 anni, ed aveva l’obiettivo politico ed ideologico di influenzare ogni aspetto della vita dei giovani della DDR, formandoli al comportamento socialista. Nel 195, a causa della sua vicinanza ideologica al comunismo, il governo di Konrad Adenauer mise al bando la FDJ nella Repubblica Federale Tedesca.

4 Förster I., op. cit.

5 Förster I., op. cit.

6 Förster I., op. cit.

Semplificazione, sinergia, ottimizzazione, prossimità istituzionale La Politica di coesione secondo il Parlamento Europeo

di Mariano Bonavolontà

La Politica di coesione è, probabilmente, l’elemento programmatico comunitario che rende più tangibile la particolarissima dinamica istituzionale che lega l’Unione europea ai suoi Stati ed alle sue Regioni. Spesso si parla di Europa delle Regioni, per intendere anche questo meccanismo di continuo dialogo, seguendo una metafora mentale molto particolare, quella di un’unica, grande nazione suddivisa in regioni interne, legate in un’indissolubile liaison con il Centro.

Da un punto di vista teorico – istituzionale, questa razionalità della rete, come può essere definita, sottosta a numerosi processi organizzativi dell’Unione europea, sia dal punto di vista dell’organizzazione reticolare dei suoi strumenti politici e finanziari (ed in questa accezione, la Politica di Coesione può essere considerata anche come l’esempio più paradigmatico), sia a livello di organizzazione delle sue istituzioni (in questo caso, basti pensare alla fitta rete di Rappresentanze ed alla Rete Europe Direct). In altri termini, l’Unione europea ha dimostrato, anche e soprattutto con la Politica di Coesione, di carpire appieno le istanze del potere delle reti e del potere del sistema e delle masse critiche.

Scheletro di intervento comunitario nella vita delle regioni e dei cittadini, la Politica di Coesione raggruppa diverse tipologie di fondi, secondo metodologie e tecnicismi che, per la loro naturale e necessaria capillarità, a volte possono risultare arcani ma, lungi dall’essere un arcana imperii di machiavellica memoria, è proprio grazie a questo continuo lavorio di cesellatura e di tessitura dell’intricata trama di fondi che l’Unione garantisce un intervento pervasivo e permeante all’interno delle diverse realtà regionali.

La Politica di Coesione, così come molte altre frange finanziarie strategiche dell’UE, è dinanzi ad un forte shift, dato che la programmazione attuale, 2007/2013, si chiuderà tra poche decine di giorni e la nuova programmazione, la 2014/2020, sarà attiva dall’anno prossimo ed i cambiamenti nella sua architettura interna avranno un’influenza pervasiva nelle istituzioni nazionali, regionali e, dunque, sui cittadini ed è per questo che il Parlamento europeo ha dimostrato estrema attenzione per l’argomento “Politica di Coesione”.

Il 20 novembre 2013, come annuncia il comunicato stampa relativo[1], il Parlamento europeo ha approvato la nuova Politica di Coesione per il periodo 2014/2020, lasso temporale di centrale rilevanza, dopo un lungo negoziato con il Consiglio. L’influsso del Parlamento europeo è stato di rilevante: l’istituzione parlamentare europea, tra le diverse ratio che hanno sostenuto la sua azione, ha perseguito molteplici obiettivi, tra cui la volontà di ottenere finanziamenti per le regioni dell’Unione, per investire in progetti di sviluppo e giungere ad una maggiore equità e ad uno snellimento delle procedure burocratiche. Quest’ultimo aspetto, agli occhi del Parlamento europeo, è apparso più che necessario, considerata anche l’attuale crisi economica, per cui “Gli Stati membri e le regioni potranno concentrarsi maggiormente sull’impatto dei programmi e dei progetti e preoccuparsi meno dei tecnicismi amministrativi”, come ha dichiarato la presidente della commissione per lo sviluppo regionale e capo negoziatore del Parlamento sulla politica di coesione, Danuta Hübner (PPE, PL).

Tra le altre caratteristiche della nuova Politica di Coesione spiccano la necessità di sviluppare una massa critica nella concentrazione strategica degli sforzi calibrati su Europa 2020 e la creazione di regole comuni, facendo ruotare attorno ad un “Quadro Strategico Comune” i cinque grandi fondi. Tra questi ultimi, il Parlamento ha posto significativamente l’accento sul Fondo Sociale Europeo (FSE), che può essere considerato come uno dei fondi “cardinali” nonché, probabilmente, uno dei più “antichi” nella programmazione comunitaria. Sempre il comunicato spiega infatti che il FSE è stato inteso anche come strumento strategico per combattere la povertà e la disoccupazione ed i deputati hanno dunque ricalcato la necessità di garantire almeno il 20% delle risorse del FSE in ogni Stato membro destinate a queste due tematiche; in aggiunta, sul fronte dei giovani e del lavoro, almeno 3 miliardi di euro dei finanziamenti del FSE sarà destinato all’iniziativa per l’occupazione giovanile.

Simbolicamente, la Politica di Coesione può essere intesa anche come strumento di vicinanza dell’Unione europea nei confronti degli Stati membri, sino ai livelli istituzionali su scala più locale; grazie a questa impalcatura, l’Unione, da sempre, riesce ad irrorare con una moltitudine di rivoli, i diversi territori del grande apparato comunitario, calibrando risorse, priorità e strategie sulle diverse necessità locali.

Con la Politica di Coesione, l’Unione europea è ancor più vicina, dunque, ai suoi cittadini ed alle loro istituzioni di prossimità e questa sembra essere stata una delle ragioni che hanno spronato il Parlamento a giungere ad un tale impegno che potrà ulteriormente essere avvalorato dalla partecipazione dei cittadini alle nuove elezioni che si terranno nel maggio 2014, perché solo facendosi rappresentare nel cuore dell’Europa, anche il più (geograficamente) lontano cittadino potrà beneficiare di una sua rappresentanza e della salvaguardia delle sue priorità.