Anno: 2019

Intervista ad Antonello Leone sul Futurismo

di Maurizio Vitiello

Maurizio Vitiello: Quali studi hai completato e in quali anni?

Giuseppe Antonello Leone: Nell’anno 1933-34 mi diplomai “Maestro d’Arte” presso la Scuola d’arte per la Ceramica di Avellino, con Direttore Emanuele de Palma.

Nel 1935-36 conseguii il diploma superiore di Maestro d’Arte per la Ceramica presso l’Istituto Statale d’Arte “Filippo Palizzi” a Napoli.

Direttore Lionello Balestrieri, insegnanti Pietro Barillà, Eugenio Viti, Ettore Di Giorgio (e come condiscepolo Michele Berardelli, futurista di Cosenza).

Nel 1939-40 mi diplomai in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (voti e media: 10), per cui mi fu assegnata la borsa di perfezionamento intitolata a Domenico Morelli.

Nell’anno scolastico 1940-41 esercitai tale perfezionamento presso lo studio dell’Accademia del Maestro Pietro Gaudenzi (assistente: Eugenio Scorzelli).

Ricordo Mino Maccari, per l’incisione, e Costanza Lorenzetti, per la Storia dell’Arte.

Stesso anno, frequentai la Scuola di Decorazione con Emilio Notte e Alessandro Monteleone (assistente: Antonio Rega).

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Un’immagine, mille storie. Good Kill

di Vincenzo Curion

Il cinema di guerra è un filone molto variegato e complesso, dove non sempre il taglio dato al racconto premia. Raccontare la guerra non è per nulla semplice, perché narrando si assume su di sé il gravoso compito di giustificare ogni caduto dall’una e dall’altra parte, ingenerando, nell’opinione pubblica, sentimenti pro e contro le scelte portate avanti dai governi e dai capi di Stato. Per secoli, narrare guerre ha significato confrontarsi con la polvere dei campi di battaglia, il sangue dei feriti, i pianti e la disperazione di parenti e amici delle vittime che erano sopravvissuti alla morte dei loro cari. Ha significato testimoniare il coraggio di chi si sacrifica nella battaglia, provando a trasferire, a chilometri di distanza, quel colore e quell’energia che si condensano in vivide incancellabili scene. Continue reading “Un’immagine, mille storie. Good Kill”