Mese: Maggio 2019

Rino Vellecco, il libro fotografico sullo studio di Giuseppe Antonello Leone

di C. Gily Reda

Quando un fotografo frequenta pittori ed artisti, esercitando la sua propria arte può riuscire a disegnarne il profilo con le immagini. È il caso di questa graphic story, i può dire, che bene descrive il volto di un artista come il Leone di Napoli (titolo del libro di Philippe Daverio). Rino Vellecco ha saputo sfruttare l’icasticità dell’immagine ferma, che si sottrae al gioco perverso dell’Image mouvement (Gilles Deleuze) che si attua nel filmato: così simile al quotidiano da conservarne l’istantaneità. La causa di quel camminare senza capire per l’eccesso di cose e suggestioni, che collassano l’attenzione nella semplice presenza. Blow up, il film di Antonioni, oggi già antico, fece capire l’importanza dell’istantanea, che fissa il panorama completo e consente al viandante affannato di fermare il tempo e godere una pausa nel flusso della vita. Quando la fotografia conquistò l’istante, nell’800, con le parole di Baudelaire iniziò l’autocoscienza del nuovo mondo del corpo e della velocità, allora agli albori. Continue reading “Rino Vellecco, il libro fotografico sullo studio di Giuseppe Antonello Leone”

Sulla scienza e l’educazione scolastica

di Franco Blezza, DSFPEQ, Università “G. d’Annunzio”, Chieti

I – Un sapere e una metodologia della ricerca

Riprendiamo in questo saggio una parte delle riflessioni che costituivano la parte sostanziale delle nostre ricerche negli anni ’80, prima della svolta in senso sociale e professionale. Tuttavia, le ricerche sulla scienza come conoscenza e come metodologia della ricerca ci hanno molto aiutato anche nelle ricerche successive.

C’è molta letteratura in materia, culminata con un volume ormai introvabile della fine di quel decennio , con una riflessione qualche anno dopo in altra opera di difficile reperibilità . Entrambe queste opere, peraltro, si sono attenute alla dominante scolastica che caratterizzava il Magistero del tempo dove eravamo ricercatori, sia pure senza limitarsi ad alcuni gradi di scuola e coinvolgendo in via essenziale le scuole superiori, e ovviamente allargando il discorso a materie d’insegnamento, che a quel tempo non erano ancora etichettate con la dizione riduttiva di “discipline”, non in linea con le tradizioni di quella particolare Facoltà sciolta oltre un quarto di secolo fa.

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