Mese: Luglio 2016

Pompei tra fascino e mistero continua a raccontare: ritrovata una tomba sannitica di 2400 anni fa

di Anna Irene Cesarano
Pompei: tomba sannitica
Pompei: tomba sannitica

Pompei, alla ricerca di un tempo perduto che fa sentire tutto il suo fascino, oggi continua a raccontare la sua storia per poterne regalare i segreti al mondo. Mondo che rimane attonito apprendendo le notizie degli ultimi giorni, cercando di carpirne ogni nuova scoperta che contiene in sé il respiro di quel tempo. “La città sepolta” restituisce dopo secoli di scavi, ancora uomini che un tempo ha fagocitato nell’ira del Vesuvio. Come i resti ritrovati dei cinque giovani che invano tentarono di sfuggire alla catastrofica eruzione del 79 d.C. I cinque fuggiaschi infatti, presumibilmente si erano rifugiati all’interno della bottega, nella zona periferica di Porta Ercolano, nell’ingenua speranza di cambiare le proprie sorti, accanto a loro ritrovate anche tre monete d’oro, un pendente di collana e alcuni vasi da mensa. Ma ancora una volta il caso va in soccorso della fortuna, facendo ritrovare una tomba sannitica del IV a.C., pare infatti che gli studiosi francesi stessero lavorando ad un progetto riguardante l’attività artigiana nell’antica Pompei, che si svolgeva proprio in quella zona periferica di Porta Ercolano. Così come si evince dalle parole del direttore della soprintendenza di Pompei Massimo Osanna: “Questa scoperta è frutto di un lavoro di squadra della Soprintendenza con l’École Française de Rome col Centre Jean Berard di Napoli. Si tratta di un lavoro interdisciplinare e di respiro internazionale, come è volontà di questa Soprintendenza, in cui sono stati coinvolti antropologi e scienziati oltre ad archeologi. Con questi scavi si sta gettando luce su un periodo finora oscuro di Pompei, che stiamo ricostruendo tassello per tassello. Si pensava che fosse tutto già scoperto, ma ci stiamo sempre più convincendo che non è così. Sono state ritrovate – spiega Osanna – importanti testimonianze di ciò che avvenne nel 79 d.C. In una bottega si possono vedere degli scheletri appartenenti ad abitanti che presumibilmente fuggivano dalla furia del Vesuvio e che si sono rifugiati nell’edificio. Accanto a loro abbiamo rinvenuto tre monete d’oro dell’epoca di Vespasiano e un pendente di collana. Poi ancora un forno, utilizzato probabilmente per la fabbricazione di oggetti in bronzo, e una cava utilizzata per l’estrazione di materiale per costruzioni”. Circa nove mesi fa nella stessa area era stata ritrovata una tomba simile femminile di una donna adulta di circa 42 anni, mentre quella ritrovata in questi giorni apparteneva ad un uomo adulto, con più di 20 anni alto e robusto, si presuppone uno dei primi sanniti arrivati a Pompei. La sepoltura a cassa integra, conteneva un corredo funerario ben visibile di sei vasi a vernice nera che il tempo non ha intaccato, legati al culto del vino, che pare fosse permesso anche alle donne nella cultura sannita. Questo ritrovamento costituisce un’inestimabile testimonianza funeraria di età preromanica, che aggiunge un tassello ai rari reperti ritrovati risalenti a questo periodo. Nella tomba e nell’area circostante sono state rinvenute tracce di saccheggi avvenuti dopo l’eruzione del 79 d.C. ad opera degli scavatori clandestini (Fossores) che si imbatterono nell’avventura di cercare tesori nascosti e sepolti dalla cenere. Gli studiosi e gli esperti continueranno nei giorni a venire il lavoro certosino di ricerca, nell’area delle botteghe vicine, cercando la risposta in quei reperti a molti interrogativi circa l’organizzazione, le usanze, i costumi funerari degli antichi sanniti concentrati nell’area periferica di Porta Ercolano.

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Max Weber: una lezione attuale, cent’anni fa

di Anna Irene Cesarano
Max Weber nel 1894
Max Weber nel 1894

Max Weber, L’etica economica delle religioni mondiali, 1916 – un libro che ha cento anni ma forse va riletto. Ecco una breve scheda informativa.

Max Weber (1864-1920) nasce in una famiglia borghese appartenente al mondo della cultura e della politica. Nel 1890 inizia la sua attività politica nel partito cristiano sociale, fu in contatto con il c.d “circolo dei socialisti di cattedra” e svolse una ricerca sulle condizioni di vita dei contadini della Prussia orientale, confrontò la proprietà agricola con quella capitalistica. Nel 1918 tornò all’insegnamento all’Università di Monaco di Baviera ed aderì al partito repubblicano collaborando alla stesura della costituzione della Repubblica di Weimar. Morì nel 1920. Partecipò alla discussione sul metodo delle scienze storico sociali con Dilthey (distinzione di scienze della natura e scienze dello spirito), Windelband (scienze nomotetiche ed idiografiche) e Rickert (occorre una scala di valori universali per poter scegliere).

Il metodo delle scienze sociali – La relazione con i valori e i giudizi di valore – Il tipo ideale

Max Weber riprende il discorso della storia per segnare un’altra via: senza una selezione dall’infinità, la conoscenza è semplicemente impossibile. La realtà oggettiva è un caos, senza una scala di valori non si interpretano gli eventi: ma i valori non sono universali ma storici, sociali, individuali Ciò è essenziale per la conoscenza, uno stesso evento può essere considerato da più punti di vista diversi. La “cultura” permette di selezionare aspetti di realtà per attribuire significati. Le scienze storico-sociali hanno leggi ipotetiche, chiariscono ma non esauriscono il fenomeno, anche perché nel settore le leggi troppo generali perdono di valore. Le scienze storico-sociali trattano di fenomeni culturali nelle loro configurazioni storiche ed individuali specifiche, uniche ed irripetibili: è necessario immedesimarsi, rivivere identificando il rapporto scopi mezzi (razionalità rispetto allo scopo). Perciò la scienza non dà indicazioni politiche e di valore, che sono di origine soggettiva. Può aiutare a capire le conseguenze, compiere scelte riguarda il soggetto agente. La scienza segue perciò un criterio di avalutatività: può giudicare l’efficienza rispetto alle mete ma la scelta esula dalla scienza. Perciò spesso è influenzata dalle religioni positive. Ciò gli consente una posizione critica nei confronti del positivismo e del materialismo storico: la realtà storico-sociale infinita non è esauribile da un unico punto di vista. La concezione materialistica della storia come studio è un metodo prezioso, come pretesa dogmatica va rifiutato.  Così però andrebbe perduta quella forza attiva che voleva esserne il tratto distintivo essenziale. Quali possibilità ha la scienza sociale di essere oggettiva? Per Weber l’oggettività è garantita dal metodo, ogni fenomeno storico-sociale è determinato da una serie di concause, ma va individuato il fattore specifico, costruire sulla sua base un modello che consenta l’interpretazione, il “tipo ideale”: uno strumento euristico che conduce chi lo accetta a conclusioni e garantisce l’oggettività della ricerca scientifica. Il tipo ideale è l’estrapolazione dalla realtà storico-sociale di un tratto che viene accentuato concettualmente per formare un modello. È un’utopia perché nella sua purezza non può essere reale, ma serve come schema di riferimento per illustrarne gli elementi significativi: artigianato, capitalismo, cristianesimo, chiesa, setta e stato sono gli esempi del “tipo ideale”. Così nasce nel 1905 L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1905). Il capitalismo è un “calcolo razionale al fine di un guadagno sempre rinnovato”. Elementi caratteristici sono:

  1. l’attività deve essere organizzata ai fini del guadagno;
  2. separazione tra amministrazione dell’attività e quella domestica;
  3. devono essere tenuti razionalmente libri contabili;
  4. lavoro formalmente libero (= libera concorrenza), nel senso che ogni imposizione, privilegi e proibizioni non consentirebbero la piena razionalizzazione dell’impresa rispetto al guadagno e la necessaria organizzazione sociale che il capitalismo richiede. E’ questo che determina il formarsi delle classi sociali contrapposte dei capitalisti e dei proletari come fenomeno anch’esso storicamente specifico.

Lo “spirito del capitalismo” sta nei presupposti culturali, in questo caso l’etica protestante e il puritanesimo. La predestinazione insegna che l’uomo ha il suo destino, ricchezza e povertà ne sono segno: conservare la ricchezza è l’unico segno esteriore del successo, donde l’uso del denaro per il rinvestimento come vocazione.

Nel 1926 Weber affronta L’etica economica delle religioni mondiali (con studi su Confucianesimo, Taoismo, Induismo, Buddismo e Giudaismo antico) che poi seguiterà preparando l’incompiuta opera ultima, Economia e Società.

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