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La riedizione della Storia del liberalismo europeo di Guido de Ruggiero di Clementina Gily
Per chiarire cosa sia il liberalismo, non c’è strada migliore che riproporre la Storia del liberalismo europeo di Guido de Ruggiero: Laterza ha avuto una ottima idea nel ripubblicare oggi, in edizione economica, con prefazione di Rosario Romeo, questa opera insuperata per la compattezza dello stile e la singolarità della visione. Può sembrare strano, perché l’opera è del 1925, l’anno delle leggi speciali. Pubblicata in seconda edizione nel 1942, costò al suo autore la galera. Alessandro Galante Garrone anni fa ci ha raccontato al telefono che Agosti gli regalava una copia della Storia del liberalismo definendolo in dedica un “ libro che illumina della luce del passato la nostra migliore speranza per l’avvenire”. Che trova la strada del passato, insomma, per guidarci al futuro, per pensare in modo davvero nuovo.
E davvero il liberalismo di De Ruggiero somiglia molto più al nostro, perenne, che a quello storico allora sostenuto dai partiti liberali. Un liberalismo che ha il senso della giustizia: e che cos'é infatti la libertà, se non si pone prima l'eguaglianza nel diritto delle persone? Hobhouse, che De Ruggiero consigliava ai lettori, faceva l'esempio del rapporto uomo donna - in che senso lei mi sceglie liberamente, se mi si sente inferiore e dipendente? Se non è eguale, anche la scelta che fa non è davvero libera: la libertà di due persone non eguali è una presa in giro. Chi ama, chi ha amato, ben coglie la raffinatezza di questa impostazione. Bene intende come sia sottile ed insieme cogente il rapporto di eguaglianza e libertà colto in un momento di così intima riflessione, in una sorta di monologo interiore [1]. Questo modo di impostare il problema rendeva il liberalismo di De Ruggiero molto più vicino a quello perenne che al PLI; si alleò coi liberalsocialismi dei Calogero, Capitini, Rosselli invece che coi liberali. De Ruggiero argomenta a suo modo, nel modo che andiamo a ricostruire. Come particolare ed originale era stata la reazione degli anni '20, quando, vedendo vacillare i regimi liberali, prima fa un viaggi in Inghilterra e studia a fondo il pensiero liberale, e poi ne costruisce la storia: De Ruggiero così nomina un soggetto politico formandone il corpo concreto, un nome lungo mille pagine: sforzandosi di rafforzarne l'esistenza. Il pensiero politico di De Ruggiero ha avuto date di pubblicazione cruciali e sfavorevoli: l'inizio del regime illiberale prima, la contrapposizione in blocchi poi soffocava la discussione. Speriamo oggi possa una temperie migliore. Ma oggi come allora, vanno ricordate le parole di Ernesto De Martino, dal giuramento dei liberalsocialisti: “Vi sono forze potenti a fronteggiare, e solo un’opposizione dal profondo e appassionata può vincerle: una opposizione che matura come un capolavoro di poesia” .[2] Guido de Ruggiero oggi è tutto da riscoprire. Come politico attivo ha compiuto sforzi intelligenti quanto sfortunati - da liberal - democratico - labourista, che si affacciava nella storia in tempi del tutto inadatti: il 1920, il 1944... Tempi d'azione, contrari alla riflessione ed alla pacatezza. Storico eminente della storia della filosofia e della politica, giornalista molto amato, ma anche pensatore genuino, De Ruggiero è molto meno noto del giusto. Colpa di Croce e Gentile, che oscurarono i loro vicini ed allievi? Colpa del generale abbandono delle teorie e della storia di quel periodo storico? Colpa della loro pochezza? Quest'ultima è l'unica domanda cui ci sentiamo di rispondere con decisione: De Ruggiero non è un autore trascurabile oggi come non lo è stato al suo tempo. Conoscerlo, ci aiuta non solo a scrivere la nostra storia, ma anche a precisare la nostra stessa identità di pensiero. Un popolo, come una persona, non si inventa dal niente. La sua conformazione però conosciamo solo se gli storici ci raccontano di quando in quando la tradizione prossima, la storia di ieri. Se il passato non ci insegna a vivere, ci consente di ritrovarci. Ugo Spirito diceva che ci ricostruiamo ogni giorno; ritrovare una vecchia foto è come ripescare un'infanzia che non avevamo più - una memoria perduta è nulla, è qualcosa che nemmeno abbiamo vissuto. Ed è più facile sbagliare: solo in questo senso, la storia insegna qualcosa. [1] Ed è certo il fulcro del discorso. Francesco DE MARTINO commemorava su "Il Mattino" il quarantennale dello scioglimento il 6.6.87, così si esprimeva: “La libertà viene considerata a un tempo mezzo e fine, strettamente compenetrata con la giustizia, perché senza mutare l’oppressione economica nemmeno la libertà è possibile” . [2] Sono parole del 1941. V.p. X in AAVV, Quella Bari del 1943. Le lotte politico culturali a Bari e in Puglia all'indomani della caduta del fascismo. Inserto speciale della rivista "Ipotesi", n.22, luglio agosto 1993.
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