…nelle tenebre della tua sosta tu
non hai modo di dar misura di cose
temporali; né sai quanto tempo, se misurabile,
sarà mai trascorso, nel qual tempo la bestia potrà
esser trascorsa dalla nascita alla decadenza.
G.Manganelli
Spengo la luce.
L’incubo s’appresta
di una veglia sterminata.
Mi fingo baro da bara
pazzo per motivare l’assurdo.
Provo a tirare i fili
di tenebra…
Smarrita la lucerna,
Insonnia si ridesta.
Migrare al sonno
a nessuna lacrima è concesso.
L’orrore si scempia di strazio
scorato e sfinimento.
Nell’eremo, l’arresto delle ore
sfila in corteo fra le ombre.
Vicolo cieco m’affanno
a cercare un buco nella notte.
II
Giorni muoiono all’alba.
Soli sorgono a picco sul Mai.
Sorgo anch’io… non so donde.
Paio anteriore a tutto.
Tempo non so quanto
ne è passato…
nello stallo del freddo
mi feci statua… figura
ora più fatiscente
più fatua
Rugiada mi veste di rovina