Digressione fortuita sul point de vue

 

I punti di vista sull’isola possono essere miraggi ingannevoli di forme. Non si farà disorientare il già stanco lettore dalle infinite digressioni, pur anco necessarie, a cui si apre l’architesto. Ma egli ammetterà la necessità di quest’ulteirore  possibilità. Ogni punto apre sempre una finestra, esente dalla concreto afferrarsi dell’atto. Un fatto che si configura dal detto.

Per non disperdere la parentesi nell’oscurità subito giungo alla registrazione del frammento che illustra come l’umano errare, che sempre sembra fortunoso, pur sempre può crearsi un Caso cui far riferimento. Così parlò un naufrago d’altri tempi che per primo riconobbe la singola fascinosa circostanza che crea il punto. Circostanza che ponendosi come unità definisce anche l’assenza dei suoi rettilinei contorni:

“Nulla accade nel mondo che sia assolutamente regolare e non si può neppure immaginare nulla di simile. Supponiamo che qualcuno segni a caso sulla carta una quantità di punti: dico che è possibile trovare una linea geometrica la cui nozione sia costante e uniforme secondo una regola determinata e tale che passi per tutti questi punti proprio nell’ordine in cui la mano li ha tracciati. E se qualcuno traccia una linea continua, ora retta ora circolare, ora d’altra natura è possibile trovare una nozione o regola o equazione comune a tutti i punti di questa linea, in virtù della quale tutti i mutamenti stessi della linea risultino spiegati.”

 

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