Anatombia
Il turbinio violento della folle crudeltà della distruzione aveva travolto di nuovo il Tutto. La casa era volata via come le persone: frammenti di braccia e di sangue sparsi un po’ ovunque. Qua e là fotografie di gente lontana nel tempo, massacrata anch’essa ma ormai probabilmente approdata in lidi più sicuri. La furia violenta li aveva lasciati indenni, nella vita, stuprati solo nella memoria ossessiva e morbosa che scrosta l’anima stessa da ogni cosa. Intorno, disgraziatamente, erano tutti morti. La cosa ridicola era il loro lento riattarsi alla vita. Già si vedevano le cellule affannarsi a ricostruire gli organi in modi scomposti tutti tesi alla ri-presentazione dell’originale. “Quante forme ha la morte…”pensava il Dio del mondo. Quanta fame. In quella s’insinuò la serpe d’un pensiero…che forse quell’estrema dissoluzione volesse nascondere qualcosa quasi coscientemente, di proposito quel disfacimento voleva forse spazzare via ogni senso faticosamente costruito in anni di…passioni…sofferenze…costr…rizioni e rinu…n..ce…casi della vita.L’aver voluto credere nell’Anatombia come Arte Necrofila dell’Agnizione Topografica della Morte Biologica In Atto (o della comprensione del cadavere vivente, come i più ignoranti dicevano ) appariva ora come ora nella sua vera luce di volgare artefatto. Il Dio del Mondo ne appariva molto contrariato. Inutile senza dubbio, e oltretutto indefinito e impreciso. Le regioni sulla cartina anatomica erano ancora imprecise, grigie e gialle nei confini sbiaditi scomparivano le linee ed i confini…“Che fallimento questa creazione,” pensava Dio tra sé e sé.
Si perdeva così tra i labirinti confusi di questa folle Creazione ideata chissà perché…s’affannava a ricercarne una causa…una qualsiasi…trovare un’occu…p…azione….un…o..sc.o..po…una scusa…per darsi uno statuto più specifico di divinità. Il martirio purtroppo era già stato assegnato ai santi…e lui che non ce lo aveva fin dall’inizio, lui che in fondo l’aveva preteso (quasi rubato…al destino) sentiva lentamente che pur questo senso grande e immenso del Cristo lo stava abbandonando…si dileguava…Così pensando si rese conto quasi d’improvviso di realizzare un ulteriore Anatombia, quella delle cause, dei fini… “Ahi Ahi!”pensò guardando i libri di Tommaso scaraventati dalla finestra “non è certo una gran novità questa bella impostazione scolastica” E di nuovo come tanti secoli prima sentì quella vertigine alla testa e poi allo stomaco, una voce densa e umida salire lentamente nel timpano e poi disperdersi grave nel labirinto. “Tommaso….” Pensò ad alta voce come a scacciare il timore della sua stessa eco, quella che proveniva non da sé ma dal suo Dietro. Era come se egli fosse seduto su qualcun altro molto più bravo ed intelligente di lui che sicuramente trovava risposte alle sue domande, esprimeva lucidamente i suoi farfugliamenti, faceva glossolalie dei suoi farneticanti balbetii..un Altro –Dio quello vero, di cui lui era solo un residuo…una miriade di frammenti di specchi diversi che avrebbero forse trovato ragione se, anche solo una volta si fosse palesato quell’Io o Dio che era Dietro- di- sé. Il sole abbacinava …il Dio smise di pensare …guardò e vide il suo culo tondo fargli da specchio.
Il mistero doveva essere altrove.
Era solo il primo meriggio, il caos ancora tanto e tutto doveva essere rimesso in ordine. “Oh dio!” pensò imprecandosi.
Nel frattempo le nuvole passavano sui soli e sulle stelle…lente e poi veloci…il tempo con loro andava…un tempo eterno, eterno per ogni roccia, per ogni sentiero, per ogni orizzonte, il tempo passava e nessuno notava il Dio sperso sui suoi pensieri. Il tempo passò così tanto che bisognò risolversi d’adempiere a quei compiti cui un dio ogni tanto deve attenersi: si preparò dunque ad un piccolo giudizio universale.
Come una vera e grande seduta dell’ormai defunta Inquisizione, messa in scena di là da venire, ci si apparecchiava intorno ad un tavolo insieme ai Reali ( i titoli erano assegnati più per caso che per necessità) che dicevano volta per volta il livello di santità che il mondo preso in esame aveva raggiunto. Grandi giornate…il dio era davvero un dio perfetto e incorruttibile, dal grande occhio, dalla grande statura, dal grande cuore…pronto per mettere alla prova il suo esercizio d’onnipotenza…
Ma tanto piccoli e tanto più inutili di lui erano queste messe in scena ed i suoi attori che poi subito s’avviliva…pensava sconfortato che essere messi nel comitato delle Simulazioni non era un gran privilegio. Il famoso CDS era l’unico centro di simulazioni universalmente riconosciute, rete capillare di messe in prova e messe al bando –sempre consigliabili, qualora sia data la possibilità di sottrarsi ad un tale congegno perfetto. Questo grottesco stato era un mondo alternativo di replicanti che duplicano in fumo tutto ciò che nella vita è arrosto, una macchina infernale ma al tempo stesso prestigiosa di teatranti d’accatto, con tutta la loro “divinità”. Il Dio scosse la testa e insieme il Tutto che, a posta per farlo cadere, si tendeva ricco di ostacoli per il raggiungimento di una fine. Il dis-astro aveva chiaramente cancellato ogni barlume di visibilità: ogni passo sembrava dover incorrere in un relitto finito lì pel Caso. Sicchè dopo un passo, cui seguì subito l’inciampo, decise di restare immobile.
Il dio pensò d’intessere una tela fitta di tutte queste esitazioni, un grande arazzo in cui ogni arabesco fosse un ansia e la sua frustrazione la seguisse d’appresso e così le gioie, le domande disattese e quant’altro nell’arco di un secondo fosse in grado di pensare.
“Nel Grande Giudizio Finale sarò implacabile!” pensò e lo scrisse su uno dei pochi muri rimasti in piedi dopo il dis-astro, ma si fermò subito dopo per aggiungere tre piccoli puntini sospensivi nel vuoto, tre piccoli puntini allusivi speranzosi di vedere il giorno, forse già trascorso, in cui metter fine a quelle inutili messe in scena.
…
Da qualche secolo oramai s’era svegliato e guardava intorno a sé con una certa apprensione. Le ultime divine notizie davano per certe alcune nuove teorie incise nei cartigli che gli archeologi avevano appena ritrovato. E le notizie provenienti dal Moto Causativo degli Eventi del Passato da sempre sono elementi preziosi anche per le divinità. Sin da quando la nuova fisica aveva espresso la teoria del moto causativo, tutto il futuro delle divinità vecchie e nuove era sembrato scricchiolare sulle sue stesse fondamenta. Non più il futuro carico di sorprese e speranze avrebbe potuto conferire lo statuto più alto di credibilità ad ogni dio, bensì un Evento del passato (o più eventi, su questo le teste d’uovo del palazzo –bunker della scienza intergalattica non si erano ancora messe d’accordo ) che agiva da propulsore (qualche romantico la chiamava Disperazione Fossile, ma senza successo, pare, tra i più esimi colleghi) da propulsore, dicevo, del movimento del Tutto. Questo Evento aveva generato il Moto Causativo, movimento centrifugo e centripeto insieme , ma l’aveva espulso come per… sottrazione.. e continuava ora a farlo de-generare. Una piccola sigla arrivò a definire il carattere profondamente scientifico della scoperta che ovviamente portò enorme scompiglio tra fantasmi ed essenze, ma soprattutto tra le divinità. E =√MC² . Questo voleva dire che l’Evento viene meno dalla radice (ovvero dalla sottrazione) del Moto Causativo moltiplicato dal suo doppio movimento. Le divinità erano rimaste alcuni secoli ad attendere che una nuova e più moderna teoria arrivasse a scongiurare la prima. Ma questo non avvenne e così si assistette ad un periodi di profonda vergogna da cui nessuna divinità potè sottrarsi. Ciascuno dovette acquistare una maschera, fortunati quelli cui gli avi ne avevano conservate di meravigliose, per cercare di adeguarsi a ciò che la scienza lasciava loro. Frammenti di divinità dello spazio cosmico vennero alla vita volendosi già-state. Fu in quel periodo che fiorirono le Accademie più splendenti allestite per celebrare il Nuovo Avvento delle divinità. Anche il CDS era nato in quel periodo. Il dio era quindi seduto a leggere le voci più aggiornate sullo studio della divinità. Il fatto d’essere preso in esame senza essere in fondo mai perso in considerazione era una cosa inaccettabile…melanconicamente pensò all’Anatombia e a tutto ciò che era ad- venire.
E in un momento si disperse.