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CLAUDIO MONTEVERDI

Biografia:

Monteverdì aveva quasi quarant'anni, allorché compose la sua prima opera. Nato nel 1567 a Cremona, dal 1590 visse alla corte del Gonzaga a Mantova, dapprima come suonatore di viola, quindi in qualità di maestro di cappella del duca. SI era fatto un nome nel mondo musicale grazie a una serie di Ilbrì di madrlgail; e aveva accompagnato il suo principe ogni qualvolta costui desiderava avere con se in viaggio il suo primo musico. Nel 1600 Vincenzo Gonzaga si recò a Firenze, per prender parte al festeggiamenti organizzati in occasione delle nozze tra Maria de' Medici ed Enrico IV di Francia. II principe, amante della musica, proveniente dalla piccola Mantova, ne fu interamente soddisfatto; e fu proprio la rappresentazione di quella nuova forma di teatro musicale, della favola in musica, a colpirlo in modo duraturo Con un enorme dispendio sostenuto a scopo pubblicitario, il poeta Ottavio Rlnuccini e il compositore Jacopo Peri avevano portato sulla scena quell'Euridice, che sarebbe stata considerata la prima opera della storia della musica interamente conservatasi

Quel che per prima cosa differenziava quest'opera dalle altre forme di teatro musicale, era che anche il dialogo era messo in musica e che quindi l'intero dramma sl svolgeva senza testo parlato. Per giustificare quel nuovo modo di cantare che era il recitar cantando, che Peri aveva caratterizzato nella Prefazione all'edizione della partitura come cosa mezzana tra la melodia del cantare e il parlare ordinario, egli rinunzia del tutto a quel che aveva giustificato la presenza della musica nel teatro del XVI secolo: II virtuosismo, la forma chiusa, la complessa scrittura contrappuntlstlca. La composizione di Peri mostrava un'attenzione sensibile alle finezze prosodiche della declamazione teatrale, un sottile intuito per le tensioni
drammatiche del testo e per gli stati d'animo del personaggi. La musica trae il suo fascino dallo sforzo di scomparire dietro il testo. Ma il fascino del canto, l'idea del potere della Musica era praticamente estranea all'Idea della cosa mezzana

Opere

Nella serie delle opere dedicate al cantore tracio, L’ Orfeo di Claudio Monteverdi occupa un posto speciale;esso segna un nuovo modo di porre la questione,su quale ruolo possa esercitare la musica nel dramma. Sebbene la prima rappresentazione, che ebbe luogo a Mantova il 24 febbraio 1607, non sia stata quasi notata dal pubblico musicale, tuttavia questa opera esercitò un’ enorme influenza, essendo la prima opera rappresentata al di là delle Alpi. Il “cantore” Orfeo fu scoperto per il palcoscenico per la prima volta a Mantova,grazie alla collaborazione tra il librettista Alessandro Striggio e il compositore Claudio Monteverdi: fu allora che per la prima volta il potere della musica fu rappresentato nell’ opera con i mezzi della musica stessa.L’ Orfeo di Striglio è un uomo pieno di felicità e di dolore,un essere umano che fallisce e nemmeno alla fine diventata felice,un eroe che ottiene l’ occasione favorevole combattendo con le proprie forze, per perderla poi nuovamente, che nel corso dell’ azione diventa sempre più solo e isolato, che il suo destino esclude dal sereno ambiente pastorale.

II "cantore" Orfeo fu scoperto per il palcoscenico per la prima volta a Mantova, sette anni dopo, grazie alla collaborazione tra il librettista Alessandro Striggio e il compositore Claudio Monteverdl: fu allora che per la prima volta il potere della Musica fu rappresentato nell'opera con i mezzi della musica stessa. La differenza rispetto al modello dl Rlnucdni fu enunciata da Strlgglo immediatamente, nel Prologo invece della Tragedia, che in Rlnuccinl annuncia un nuovo tipo dl teatro, Strigglo fa venir fuori la Musica in persona, la cui arte darà vita al dramma. Ciononostante Strlggio creò un libretto, la cui Stimmung fondamentale risulta molto plù "tragica" del testo di Rlnucdni che va verso il dramma pastorale L'Orfeo dl Strlgglo è un uomo pieno dl felicità e di dolore, un essere umano che fallisce e nemmeno alla fine diventa felice, un eroe, che ottiene l'occasione favorevole combattendo con le proprie forze, per perderla poi nuovamente, che nel corso dell'azione diventa sempre più solo e isolato, che il suo destino esclude dal sereno ambiente pastorale. Ma il testo di Strlgglo è anche più musicale": esso contiene in ogni atto situazioni, che già nella versificazione e nel sistema rimico sono pervase da un'Idea musicale. E laddove il libretto dl Rinucclni, in ossequ o alla poetica del dramma classico, evitava di rappresentare sulla scena episodi pieni di tensione, inglobandoli perciò nel racconti del messaggeri, Strlggio ammette anche I'azlone emozionante e colpi di scena sorprendenti.

Nel primo atto della versione di Striggio, ninfe e pastori festeggiano con Orfeo ed Euridice le nozze imminenti. Nel secondo Orfeo cnta con i suoi amici la natura arcadica e la sua felicità amorosa,allorché la messaggera Silvia piomba nell’ allegria sfrenata della festa con la terribile notizia della morte di Eridice e Orfeo decide di scendere negli Inferi per cercare di ottenerla. Nel terzo atto Orfeo,guidato dalla Speranza,giunge alla riva del Lete,dove Caronte gli si pone davanti,con il suo canto Orfeo placa il nocchiero e alla fine lo addormenta,cosicché egli con la barca può attraversare il fiume. Nel quarto atto Orfeo ottiene da Plutone la restituzione di Euridice, a patto che egli non si volga a guardarla durante il cammino nel regno sotterraneo. Ma assalito dal dubbio,se ella realmente lo segua,si volge indietro,perdendola per sempre. Nel quinto atto, tornato da solo nel mondo,Orfeo racconta ad Eco il suo dolore e rinnega tutte le donne.

Per ciascuno dei cinque atti Striggio prevede una situazione mirata all’ azione e Monteverdi realizza musicalmente questa scena in modo da consentire al protagonista di mostrare ogni vota una nuova sfaccettatura della sua personalità e della sua bravura. Sono proprio le scene fondamentali che consentono di indicare l’ Orfeo di Monteverdi come la prima “vera” opera, sebbene essa non fu certamente il primo dramma interamente rivestito di musica. Con la sua mano maestra dell’

 

organizzazione delle scene, con il suo senso per un’equilibrata distribuzione di apici drammatici in un momento di calma, Monteverdi creò un’ opera che proiettava nel futuro le iniziative fiorentine e tuttavia cercava qualcosa di profondamente nuovo.

Ci è pertanto consentito affermare che l’ Orfeo di Monteverdi, cioè la celebrazione del potere della musica, è forse l’ unica opera nella storia del melodramma, nella quale musica e dramma si compenetrino in modo così perfetto,completo,credibile, e convincente.